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CD
- Recensioni dal Forum di Mac Peer (1)
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Duke - George Duke (2005) |
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Ultimo
album (2005) del nostro re del funky jazz, è molto
gradevole. Contiene anche una cover di Stevie Wonder (superwoman).
Pianoforte sempre scintillante. Belle voci.
Molto bello il brano "Homeland", che per me è da "pomeriggio
ai Caraibi"... Non appena l'hai sentito, lo canticchi tutto
il giorno! |
Recensito
da Ismene |
Why? - Elephant eyelash
(2005) |
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Why? - Elephant eyelash (2005)
perchè dentro c'è tutta l'attitudine Anticon possibile.
perchè lui prima reinventa l'hip hop con i cLOUDDEAD e poi
scopre di sapere fare pop senza la paura di non avere più i
fidi compagni al suo fianco. perchè in concerto è una
macchina da guerra sia quando si dà ai suoi brani sia quando
accenna qualcosa di Hymie's basement (creatura sua e di Ant). perchè dentro
c'è "Gemini" e non innamorarsene sarebbe un reato.
Alla fine pop sgangherato che si nasconde dietro al classico suono
Anticon che funge da sinonimo di qualità..
Probabilmente il mio disco del 2005 |
Recensito
da Cate |
Pat Metheny Group - The
way up |
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Ultimo
lavoro del grande Pat. Lo segnalo perché:
1) ho sentito il suo ultimo generosissimo concerto a Roma ed è stato
meraviglioso.
2) il disco è costituito da un unico brano... da ascoltare
tutto d'un fiato, se ne avete il coraggio!! (P. S. Al concerto
qualcuno si è pure azzardato chiedere il BIS... Dopo la
prevedibile battutina, l'ottimo Pat ci ha quasi suonato tutto il
suo rimanente repertorio!) |
Recensito
da Ismene |
Bob Marley - Exodus |
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E'
stato il 33 giri (che ancora ho) che mi ha fatto avvicinare
alla musica reggae. Lo considero come il più bel disco di Bob Marley.
Il "Time" addirittura come "miglior album reggae
(e non solo) del XX secolo"
Contiene, forse, le uniche due canzoni d'amore scritte da BM waiting
in vain (fantastica) e Turn your lights down low, oltre alla mitica
ballata di jamming e l'inno alla pace di One love people get ready.
Natural Mystic è la canzone più particolare per il
suo suono irreale. |
Recensito
da Jamming |
Gil Scott-Heron - Pieces
of a Man |
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Inciso
nel 1971 da Gil Scott-Heron, "pieces of a man" è forse
il punto più alto della carriera di quest'artista. Funk
e Soul perfettamente mischiati tra loro, un'anima sofferente,
un cuore a nudo.
Un disco straordinariamente intenso e caldo,
le emozioni di un uomo racchiuse in pezzi come "I think
I'll call it morning", le proteste rivoluzionarie di "revolution
will not be televised" oppure pezzi più funkeggianti
e trascinanti come "lady day and john coltrane", il
dramma della droga e i dubbi che gli crea dentro. |
Recensito
da Cate |
Steve Windwood (1977) |
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Il
primo album da solista di Steve Winwood, mitico cantante di "The
Spencer Davis Group" (tutti conosciamo la trascinante "gimme
some lovin'' scritta dallo stesso Steve..) e dei "Traffic".
L'album, dal titolo "Steve Winwood" è del 1977,
contiene sei brani, la maggior parte dei quali firmati S. Winwood
e Jim Capaldi, dalla sonorità inconfondibile, peraltro ancora
molto simile a quella dei Traffic...
La sua voce speciale ed unica
canta tutti i brani con un'intensità che ancora - ad ogni
ascolto - ci fa vibrare. E l'organo di Steve, il suo organo Hammond,
ci riporta all'atmosfera della buona buona musica degli anni '70..
Un disco da avere. |
Recensito
da Ismene |
Keith Jarrett
-The Koln Concert |
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(Parlare
di musica) mi
costringe a grattare l'anima là dove
sono riposti le sensazioni le emozioni e sopratutto gli angoli
più remoti della mia emozionalità, dove la grandezza
della musica segna solchi indelebili. Forse avrai capito da qualche
intervento da me fatto, il mio amore per il jazz, musica che adoro
e prediligo di conseguenza la mia scelta cadrà senza meno
su un disco di tal musica cercando di motivare tale scelta. E qui
viene veramente il difficile perchè ci sono molti musicisti
che amo, ma il mio disco è senza meno "The Koln Concert " di
Keith Jarret.
Credo che il jazz sia la musica più profondamente libera
e che dà le più ampie possibilità al musicista
di esprimersi e di liberare la propria anima al difuori delle partizioni
musicali ma rimanendone sempre legato, credo che da questo punto
di vista Charlie Parker sia il più grande non a caso "Bird";
che dire di Coltrane e l'eleganza di Charlie Haden e la grandezza
di Billy Higgins (e per fortuna al momento attuale anche molti
jazzisti italiani hanno raggiunto un grado di sicura eccellenza
(...) Ma io scelgo sicuramente e come ho detto "The Koln
Concert" di Keith Jarret , perchè credo sia uno dei
dischi più profondamente umani e più intimisti che
ho mai sentito, ogni nota è una liberazione, ma anche un
legame così viscerale con l'appartenenza al proprio essere
da far venire i brividi...
E potrei scrivere all'infinito). Ovviamente
sono tutte mie opinioni ma credo fermamente che " The Koln
Concert " di keith Jarret non dovrebbe mancare nella discoteca
di nessuno.... |
Recensito
da sergiomac |
Marianne Faithfull - Before
the Poison |
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Lei è stata
la musa degli Stones, ma ora la sua voce si è arricchita
di nuove sfumature e profondità,
i testi sono molto belli, specialmente (per me) quelli scritti
da Nick Cave...
Magari è un po'... insomma non proprio consigliato se
avete lamette a portata di mano e qualche remota intenzione di
utilizzarle *no child of mine* sembra scritta per Mick Jagger...
fra tutte, oggi vi consiglio "there is a ghost".
Ciau |
Recensito
da pippi |
Tom Waits - The mule variations |
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Il vecchio Tom non ha certo
bisogno di presentazioni quindi mi permetto solo di dare qualche
piccola info che potrebbe incuriosire all'ascolto.
E' un disco in cui sono presenti un po' due anime: quella che traspare
dai pezzi più abrasivi come l'iniziale "big in Japan" o
da "philipino box spring horn" - solo voce e percussioni-
(che potrebbe tranquillamente far parte dell'ultimo disco) e un
altro lato, preminente, più intimista.
Questo album mi sembra più "legato" -alla maniera
di Waits, chiaro - alla tradizione rurale, piuttosto che al mondo
e alle atmosfere dei club fumosi e alla loro fauna umana a cui
ci aveva abituato con i suoi primi lavori.
Insomma, Tom e pochi amici, più che collaboratori, - oserei
dire - con strumenti acustici in un ranch di campagna i, oppure
semplicemente in solitaria come nelle bellissime ballad per voce
e piano "take it with me" e "picture in a frame".
Qualche altra piccola curiosità: nel
novero degli amici di cui sopra figurano Les claypool dei Primus
e i fidati Larry taylor, Marc Ribot e greg cohen, contrabbassista
dei Masada di John Zorn.
Che dire...ascoltatelo, un disco che
ho letteralmente consumato. |
Recensito
da moondog |
Giovanni Allevi - No concept |
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E' il primo disco che ho acquistato con l'anno
nuovo, dopo aver visto un'intervista all'autore su Rai 3 alle
quattro del mattino (questi sono gli orari per trasmettere cose
interessanti!! ).
Giovane pianista trentenne, laureato in filosofia, ha fatto una
scelta tutta sua di comporre musica senza seguire un genere preciso
e senza seguire alcuna moda. Il disco lo sto ancora ascoltando
e devo decidere quanto mi piace. Indubbiamente è un ottimo
pianista. Lui definisce la sua musica classica-contemporanea,
con qualche vago sapore Jazz..
Altra cosa da dire: ha già suonato al mitico "Blue
Note" di New York, dove ha ottenuto un successo strepitoso!!
I
primi tre brani li ho trovati un po' troppo New Age... Gradevoli,
però.. Negli altri invece c'è maggiore originalità ed
un pianismo più raffinato. |
Recensito
da Ismene |
Afterhours
- Ballate per piccole iene |
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Premessa: non
sono un fan "sfegatato",
ma con ques'album mi hanno letteralmente stregato complice anche
un loro concerto di questa estate al fulmicotone.... dunque veniamo
alla recenzione: non so se questo album rappresenta il disco
(italiano) che più mi è piaciuto in questi ultimi
anni, ma di sicuro è il disco che da quando l'ho scoperto
ha girato di + sul mio lettore; Manuel Agnelli (cantante/autore)
e compagni con questo album hanno toccato un altro vertice della
loro produzione, un vertice diverso dalle produzioni precendenti
quando i nostri erano molto + rumorosi e aspri, ora invece si
sono rivelati non meno incisivi ma all'insegna di un rock d'autore
spendidamente torbido e ambiguo, canzoni morbide e avvolgenti
dotate di testi elegantemente al vetriolo. |
Recensito
da tomyork |
Giovanni Allevi - 13 dita |
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Ebbene
sì... appena due giorni dopo aver recensito l'ultimo
disco del giovane pianista, ecco che letteralmente mi capita
tra le mani il primo suo lavoro, del 1997... Eccezionale!!! Secondo
me dieci volte più bello dell'altro. Bravura, fantasia,
suoni ottimi e naturali.
Disco davvero OTTIMO!!
|
Recensito
da Ismene |
Nathan Fake
- Drowning In A Sea Of Love |
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Un disco minimale,
elettronico fino al midollo. Glitch impazziti che si scagliano
da una parte all'altra della stenza, echi di poesia musicale
alla M83 e melodie vellutate in pieno stile Boards Of Canada.
Techno (che non spaventi questa definizione eh) minimale, sognante,
vellutata ed eterea. Avere 22 anni e sapere già il
fatto proprio, reinventando generi e creando sogni.
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Recensito
da Cate |
Bjork - Medulla |
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Dunque parto
col dire che la maggior parte della gente che conosco che ha
ascoltato l'album lo ha trovato un po' freddo... o un po' eccessivamente "celebrale"...
opinioni.
Premetto che Bjork ha gia ampiamente dimostrato doti che le consentirebbero
di spaziare potenzialmente in tutti i generi quindi fa bene a non
inseguire per forza il disco che metterebbe d'accordo un po' tutti
e aggiungo che, nell'ambito della "forma canzone", comunque
si sa che se ritmica e melodia "funzionano" i pezzi "arrivano" comunque,
Credo che Biork, dopo aver sperimentato in questo senso praticamente
in tutte le direzioni: il rock, la tecno più minimale e
raffinata le sfumature etniche e i 1000 remix fatti dai produttori
più disparati, abbia deciso (..in maniera molto naturale,
ovvio) di approfondire l'aspetto più intimamente collegato
allo strumento che lei usa (..in fondo è pur sempre una
musicista no? ) ovvero la voce.
o meglio, il "suono" della voce.
Una sorta di viaggio a ritroso, fino all'elemento primario, il
suono della voce colto anche nella sua valenza connotativa,
Un processo sicuramente "a togliere" , piuttosto che
ad "aggiungere".
Un percorso che ha un corrispettivo anche nell'elemento naturale
che assocerei al disco: l'acqua (2 titoli: "Oceania" o "submarine" )
Umori a volte eterei, a volte più "fisici" ("Who
is it").
Le strutture ritmiche sono ottenute spesso "loopando" frammenti
vocali (Triumph of a Heart) e le melodie di supporto alla voce
sono uttenute spesso modulando vocalizzi con l'elettronica, oppure
intessute da un coro -"l'icelandic choir"- che già l'aveva
accompagnata.
(Per certi versi, è un disco in cui ho ritrovato alcune
affinità, non musicali, quanto più "attitudinali" con
l'ultimo Real Gone di Waits, pur essendo i 2 artisti molto diversi.)
Be',
questo è quello che mi viene in mente...se qualcuno
ha voglia di dire la sua...
PS. A scanso di equivoci: a me il
disco piace molto, soprattutto ascoltato in autoradio guidando
di notte...tornando a Brescia dal Lago d'iseo. |
Recensito
da moondog |
James Carter - In carterian
fashion |
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Disco non recente
(1988) del musicista 32enne, polistrumentista, una vera rivelazione,
grandi possibilità tecniche. Un bel
disco di jazz, ma non solo, per gli appassionati e non. Piacevole
la presenza del popolarissimo Hammond B3 che ci ricorda, con la
sua sonorità, tutta la musica "nera" dal gospel
in poi...
Ma ancora di più, in realtà, avrei
voluto segnalarvi "DUETS" di
JAMES CARTER & CYRUS CHESTNUT. Purtroppo non posso darvi
la copertina e sarà difficile trovarlo. |
Recensito
da Ismene |
Bocato - Tributo a pixinguinha |
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In questa
domenica invernale c'è un disco che sto ascoltando
proprio per contrasto... Un disco che è il suono del Brasile,
senza essere scontato. Con il ritmo giusto, le note giuste, ottimi
strumentisti (primo fra tutti il trombonista Bocato), un po' di
jazz e moltissima solare allegria. La tradizione di Pixinguinha
(musicista di choro e maxixe) rivisitata con strumenti moderni
per un effetto caldo e coinvolgente, dalla densità sorprendente.
Tanta voglia di ballare e ottima musica. E l'anima nera e africana è intatta. |
Recensito
da Ismene |
Keith Jarrett - Personal
mountains |
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Il mio preferito
del quartetto di Jarrett con Jan Garbarek è "Personal
Mountains"
Splendido soprattutto il quarto brano, "Innocence"
un tema dolcissimo ed indimenticabile
|
Recensito
da meigel |
Charlie Mingus - Mingus
plays piano |
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Direi che il titolo è eloquente:
trattasi di una quindicina di pezzi dall'umore malinconico eseguiti
al piano solo.
Interessante ascoltare l'autore di tijuana moods
cimentarsi ad uno strumento che non è il suo: un disco che sicuramente
soddisfa gli esegeti e gli appassionati di Mingus, che hanno
qui tanto materiale interessante per capire e studiare i suoi
percorsi creativi (alcuni brani sono proprio, ed è lo
stesso compositore a dirlo nelle note interne, "l'idea iniziale" da
cui partiva x sviluppare gli arrangiamenti più complessi
per tutti i membri delle sue formazioni) ma anche un disco che
non mancherà di stimolare i normali appassionati di musica.
In generale i pezzi sono decisamente emozionanti (...ma ripeto,
dall'umore molto triste) e pur non essendo Mingus un virtuoso
della tastiera, interessanti anche per la tecnica pianistica.
Ultima nota: molto bella l'edizione della impulse, come tutte
le riedizioni molto curata nella veste "packaging". |
Recensito
da moondog |
Billy Higgins - Once more |
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Questa
sera voglio fare un omaggio al grande betterista Billy Higgins,
purtroppo scomparso.
Ma sicuramente tutt'altro che scomparsa
la sua profonda tracciata lasciata nella musica, con lui in
questo disco once More ci sono Bob Berg (sax) / Cedar Walton(piano)
/ e non ultimo Tony Dumas (basso)... Buon ascolto |
Recensito
da sergiomac |
Prince - Musicology (2005) |
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Oggi
mi va di proporvi un disco che molti già conosceranno.
Si tratta di Musicology - Prince.
Uscito nel 2005, il disco dell'indiscutibile genio Prince sicuramente
si distacca - ma sempre con molta classe - dai suoi lavori degli
anni '80, nei quali possiamo riconoscere forse meglio il suo
stile più tipico. Molto bello il brano
che da il titolo all'album, ricco di consistenti richiami al
rhythm' n' blues e, in generale, ai modi della musica nera. Particolarmente
interessanti i testi che fanno riferimento a Bush (dear
mr. man), alla guerra in Iraq (cinnamon
girl), a una
drammatica storia di donne (the marrying
kind).
Ultima cosa:
proprio nel brano "Musicology", per chi è un
aficionado di Prince, è possibile riconoscere dei campionamenti
di sue vecchie canzoni... Insomma, forse non sarà il meglio
che mai Prince abbia prodotto, ma io lo trovo sempre gradevole
e di ottima qualità. |
Recensito
da Ismene |
Pagina precedente - Pagina seguente
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Principali
sezioni del Forum di Mac Peer:
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