iPhone e iPad, workshop business e developer

Posted 25/05/2010 by Padmé Amidala in iPOD iPHONE & iPAD

Si sono svolti sabato mattina a Bellinzona (Canton Ticino) due workshop su iPhone e iPad, uno destinato a dare ai semplici utenti una panoramica sul mondo del telefonini e del melafonino e l’altro a spiegare le problematiche relative allo sviluppo di applicazioni per i due dispositivi e l’uso dell’iPhone nelle aziende. Erano organizzati da AMUG (Apple MacInthosh User Group) Ticino, in collaborazione con la SSIG (Scuola Superiore di Informatica e di Gestione). Tra la fine di un combattimento di boxe, sul quale ho dovuto scrivere un articolo  all’una di notte, e un pezzo sulle prove ufficiali del Motomondiale, da pubblicare nel primo pomeriggio, sono riuscita a infilare questo appuntamento e non mi sono certo pentita della levataccia. Dopo aver discusso qualche minuto con gli organizzatori, mi sono decisa per il secondo workshop.

Il relatore era Junior Bontognali, giovane informatico (Bachelor of Computer Science nel 2008) attualmente dipendente di un’azienda attiva nelle tecnologie  per la comunicazione informatica. Tra i progetti realizzati o in corso, vi sono iRSI (programmi radio-televisivi della Radio e Televisione della Svizzera italiana), Cards on Mobile (versione mobile delle carte di fidelizzazione dei clienti), una app per il Festival del Film di Locarno e una per l’Ordine dei Medici.

Workshop 0003 – iPhone ed iPad Business + Developer

Dopo aver illustrato i numeri relativi al successo dell’iPhone, dell’iPad e dell’App Store (perlomeno nel mercato consumer, quello business è invece ancora in mano a RIM), Bontognali ha messo a confronto lo sviluppo di applicazioni per il sistema operativo presente sui device della Apple e quello per Android della Google, il suo più accreditato rivale, per il quale ha pure concepito alcuni programmi prima di piantarlo in asso.

  • Un primo punto che li distingue è il prezzo che gli sviluppatori devono pagare per iscriversi e ottenere supporto tecnico: 99 dollari all’anno per Apple e 25 dollari una volta sola per Google. Il supporto Apple comunque non è in Europa e implica molte spese per chiamare negli Stati Uniti e tempi lunghi per trovare una soluzione ai problemi.
  • Il controllo della Apple è molto stretto, mentre quello da parte di Google è minimo.
  • Da una parte lo sviluppo può essere fatto solo su Mac, dall’altra è multipiattaforma.
  • Quando si sviluppa per Apple, si deve tener conto che  le app sono destinate solo a device della casa di Cupertino, mentre se lo si fa per Android bisognerà considerare l’esistenza di dispositivi diversi, come HTC, Acer, Samsung, Motorola Droid,.. Questo è uno dei problemi più grossi, perché una app può funzionare su uno di loro, ma non sugli altri e questo fa tentennare molti sviluppatori.
  • Quello di Apple è un sistema chiuso, mentre Android è aperto e permette di sfruttare l’open source.

Se le due filosofie sono diverse, lo scopo finale è comunque lo stesso: fare affari.

Riguardo all’iPad, appare chiaro che si tratta di un dispositivo innovativo, il primo del suo genere, che permette una nuova esperienza di interazione, ragione per cui si è assistito ad un vero e proprio boom delle vendite nei primi mesi. Dopo una settimana d’uso, il relatore aveva già dimenticato l’iPhone, preferendogli l’iPad. Se finora è stato soprattutto sottolineato l’interesse di questo tablet per quel che riguarda il campo dell’intrattenimento, nelle prospettive future figurano anche settori come l’educazione e la salute. Visto il successo, molti sviluppatori che erano passati ad Android sono tornati ad Apple per fare il porting delle applicazioni da iPhone a iPad.

I presenti all’Istituto cantonale di Economia e Commercio, e in prima fila la sottoscritta, hanno approfittato della ghiotta occasione per riempire di ditate e impronte due iPad acquistati negli Stati Uniti e gentilmente prestati dal relatore e da uno dei convenuti; inoltre io ho anche potuto giocherellare con  un iPhone 3GS che montava l’OS 4 beta 3, provando le nuove funzioni, come le cartelle di categorizzazione delle applicazioni o lo Screen Wallpaper.

iPad in anteprima

Tra le app per iPhone più interessanti nel contesto aziendale, al quale con la nuova versione del sistema operativo Apple cercherà di avvicinarsi ulteriormente (con account MS Exchange multipli, il download di app via wifi, il supporto all’SSL VPN), vi sono Evernote, Encamp (client per Basecamp, il Project collaboration Tool più famoso), LinkedIn (il client ufficiale) e Things; per l’iPad da citare iWork, Cisco Webex e il suo Meeting Center (http://www.webex.com/apple/#) e Dropbox.

Stando a Bontognali, diventare sviluppatori per iPhone è un’ottima scelta. Il mercato è vasto, le possibilità di guadagno enormi e le offerte di lavoro sono continue.

Alcuni punti focali e avvertimenti destinati però ai potenziali sviluppatori:

  • Sviluppare per iPhone è diverso dallo sviluppare per il web. Per concepire app complicate sono richieste conoscenze approfondite. Gli strumenti sono l’iPhone SDK (Software Development Kit) e il linguaggio Objective-C. Importante leggere e rispettare le condizioni generali (SDK Agreement), in particolare la Sezione 3.3.1, la famigerata sezione “che ha fatto imbestialire Adobe”. 3.3.1 — Applications may only use Documented APIs in the manner prescribed by Apple and must not use or call any private APIs. Applications must be originally written in Objective-C, C, C++, or JavaScript as executed by the iPhone OS WebKit engine, and only code written in C, C++, and Objective-C may compile and directly link against the Documented APIs (e.g., Applications that link to Documented APIs through an intermediary translation or compatibility layer or tool are prohibited).
  • La gestione della memoria (un aspetto che a prima vista sembra una limitazione o una seccatura, ma che a posteriori si rivela molto importante)
  • L’uso corretto dello spazio nelle schermate
  • L’interaction Design (i pulsanti con i quali l’utente interagisce con le applicazioni)
  • Avere un progetto chiaro, che tenga conto delle schermate necessarie, dello spazio schermo e del porting
  • La grafica per l’iPhone, che non ha niente a che vedere con quella del web
  • Testare anche in 3G e in EDGE
  • Fare il debug durante la fase test (con uso di Instruments, un tool della SDK)
  • In vista del rilascio prendere in conto il problema del nome, dei diritti, del SDK Agreement
  • Una volta pubblicata l’app,  non dimenticare di studiare delle strategie di vendita e di promozione, che possono decretare il successo o il fiasco, nonché  di mettere a disposizione un supporto degno di questo nome e garantire gli aggiornamenti (tenendo conto dei lunghi tempi di approvazione necessari)

Al termine dell’interessante workshop, durante il quale confesso di avere a più riprese importunato il relatore con domande, osservazioni e obiezioni, gli intervenuti sono andati a mangiare una pizza tutti assieme, continuando sicuramente a discutere in modo meno formale di Mac e telefonini. Purtroppo non ho potuto unirmi alla compagnia perché attesa al lavoro.





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Padmé Amidala


 
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