Acquisti in-app, Apple lotta contro quelli accidentali e involontari
Come confermato da Trudy Muller, portavoce di Apple, iOS 4.3 introduce un inasprimento della politica riguardo agli in-app purchase, gli acquisti di articoli, livelli, pacchetti e servizi supplementari compiuti dall’interno delle applicazioni. Anche se nei 15 minuti precedenti si è già data la password per dei download di musica, di app o per altri motivi, il nuovo firmware impone di reintrodurla prima di potere effettuare questi tipi di spese.
Si tratta della riposta di Apple ai problemi sorti con app gratuite al download, come per esempio Tap Zoo, Tap Fish, Tap Bird, Smurfs’ Village. Diversi genitori hanno trovato sulle ricevute dell’iTunes Store e sugli estratti conto delle carte di credito acquisti in-app per somme esorbitanti (Apple ne ha rimborsato uno da 1’400 dollari!) compiuti dai figli, non coscienti del fatto che i prodotti virtuali comperati con un semplice tocco (per esempio le Smurfberries) costavano vero denaro.
Tra l’altro, continuando con l’esempio del villaggio dei Puffi (una app che conosco bene), le Puffbacche date gratuitamente all’inizio del gioco finiscono velocemente perché per costruire un villaggio fruibile è indispensabile usarle; inoltre basta un tocco sbagliato per utilizzarle involontariamente o per delle sciocchezze. Insomma, spingere i bambini a procurarsene altre (un carro da 2’000 costa 99, 99 dollari!) era o è probabilmente un obiettivo voluto da Capcom, Pocket Gems, BayView Labs e compagnia.
Gli sviluppatori di queste applicazioni problematiche, davanti alle critiche, alle pressioni di Apple e alle minacce di denunce, erano comunque già corsi ai ripari moltiplicando gli avvertimenti sia nelle descrizioni delle loro app che all’interno delle stesse; Apple e i media dal canto loro avevano consigliato di approfittare della funzione di controllo parentale per impedire le in-app purchase, di uscire dall’account dopo un acquisto, nonché di non dare la password ai bambini.
