Ti serve davvero un Apple Watch?

Ti serve davvero un Apple Watch?
Chi non corre, non nuota e non va in palestra tende a pensare che l’Apple Watch serva solo agli sportivi. È un errore.

Un’estensione dell’iPhone, ma più intima

La prima cosa da capire è che l’Apple Watch non sostituisce l’iPhone: lo completa.

È una piccola interfaccia sempre con te — una sorta di “remote control” personale che ti evita di tirare fuori lo smartphone per ogni notifica. Ti vibra il polso, dai un’occhiata veloce: è un messaggio, una chiamata, una mail, una promemoria, una notifica del calendario. Decidi se ignorare o rispondere, con un tocco o con la voce.

È una comodità minima ma continua, che si trasforma in abitudine. E, come tutte le abitudini Apple, rischia di diventare naturale nel giro di pochi giorni.

Il lato salute (anche per chi non fa sport)

Chi non corre, non nuota e non va in palestra tende a pensare che l’Apple Watch serva solo agli sportivi. È un errore.

Il monitoraggio della salute — battito, sonno, livello di ossigeno, persino eventuali cadute — riguarda chiunque. Ti svegli e scopri com’è andata la notte, quanto ti sei mosso durante la giornata, se hai respirato in modo regolare, se hai esagerato con la sedentarietà.

Non serve “allenarsi”: serve solo voler capire come stai.

E quando serve davvero, l’Apple Watch può anche salvarti la vita. Lo dicono i casi documentati: rilevamento di aritmie, chiamate automatiche ai soccorsi dopo una caduta, segnalazioni di anomalie respiratorie.

Le app già incluse (e quelle che vale la pena aggiungere)

Appena lo accendi, l’Apple Watch ha già tutto ciò che serve per un uso quotidiano.

Le app preinstallate sono una buona base:

  • Attività e Allenamento per movimento, passi e esercizi;
  • BattitoSonnoOssigeno nel sangueECG (a seconda del modello);
  • TelefonoMessaggiMailCalendarioPromemoria;
  • Mappe, con vibrazione direzionale durante la navigazione;
  • MusicaPodcast e Foto, controllabili anche dal Mac o dall’iPhone;
  • Wallet e Apple Pay, per pagare senza tirare fuori nulla di tasca;
  • Trova Dispositivi e Dov’è, utili se perdi i tuoi AirPods o il telefono;
  • Mindfulness (respirazione guidata) e Rumore (avvisi se il volume ambientale è troppo alto).

Tutto questo senza scaricare nulla.

Chi non corre, non nuota e non va in palestra tende a pensare che l’Apple Watch serva solo agli sportivi. È un errore.
Appena lo accendi, l’Apple Watch ha già tutto ciò che serve per un uso quotidiano.

Poi ci sono le app opzionali, che fanno la differenza.

Dall’App Store dell’orologio puoi aggiungere:

  • Carrot Weather o Weathergraph (meteo più dettagliato);
  • Pillow o AutoSleep (monitoraggio avanzato del sonno);
  • WaterMinder (promemoria per bere);
  • Things o Todoist (gestione delle attività);
  • Just Press Record (registratore vocale immediato);
  • SpotifyAudible o Overcast, se ascolti musica o audiolibri anche senza iPhone;
  • ShazamCitymapperParcelFlighty — piccoli assistenti quotidiani che funzionano meglio dal polso che dal telefono.

Molte app per iPhone offrono già la loro versione Apple Watch: basta aprire l’app “Watch” su iPhone e scegliere quali installare.

Il comfort invisibile

Molti acquirenti scoprono dopo qualche giorno che l’uso più frequente dell’Apple Watch non è “guardare l’ora”, ma interagire meno.

Il paradosso è questo: ti liberi dal telefono proprio perché hai un altro dispositivo.

Puoi lasciare l’iPhone nello zaino e rispondere a un messaggio dal polso, controllare la musica sul Mac o sull’iPad, ricevere indicazioni stradali senza fissare lo schermo, aprire il Mac automaticamente senza digitare la password. Tutto con discrezione.

Quando  non serve (ancora)

C’è chi non lo comprerà mai, e fa benissimo.

Se non ti interessa il monitoraggio fisico, se detesti le notifiche o se preferisci vivere completamente “offline”, l’Apple Watch non aggiungerà molto alla tua esperienza. È un accessorio di continuità, non di rottura: migliora l’ecosistema Apple, ma non lo rivoluziona.

L’effetto collaterale: dopo ti sembra indispensabile

La verità è che non si può capire cosa faccia davvero l’Apple Watch finché non lo si indossa per qualche giorno.

All’inizio lo guardi con diffidenza. Poi, piano piano, diventa il tuo promemoria discreto, il tuo mini-telefono in silenzioso, il tuo personal trainer involontario, il tuo telecomando digitale per la vita quotidiana.

E un giorno, quando uscirai di casa senza, ti accorgerai che ti manca qualcosa — non tanto al polso, quanto nella routine.


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