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Risultati da 131 a 140 di 180

Discussione: UN INCIPIT

  1. #131
    Amministratore Gianni Cresci L'avatar di avrobay
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    "Il pittore si tiene leggermente discosto dal quadro. Dà un'occhiata al modello; si tratta forse di aggiungere un ultimo tocco, ma può anche darsi che non sia stata ancora stesa la prima pennellata. Il braccio che tiene il pennello è ripiegato sulla sinistra, in direzione della tavolozza; è, per un istante, immobile fra la tela e i colori. L'abile mano è legata allo sguardo; e lo sguardo, a sua volta, poggia sul gesto sospeso. Tra la sottile punta del pennello e l'acciaio dello sguardo lo spettacolo libererà il suo volume."

    E' l'inizio di un libro importante e affascinante (Michel Foucault, Le parole e le cose) che ho letto per la prima volta molti anni fa e che è stato a lungo un punto di riferimento per i miei studi successivi. Lo segnalo per il fascino della celebre analisi del quadro di Velazques con cui il lungo saggio si presenta al lettore: un incipit di quelli che "lasciano il segno"



    Chi copia è un cialtrone. Digli di smettere! - Gianni Cresci

  2. #132
    Quintessenza di Mac Peer
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    Bellissimo
    [COLOR="DarkGreen"][SIZE="2"][FONT="Georgia"]Se hai trovato [SIZE="2"]un cammino senza ostacoli, è probabile che non conduca a nulla.[/FONT][/SIZE][/SIZE][/COLOR]

  3. #133
    Citazione Originariamente Scritto da Ismene
    Bellissimo
    Ismene ma c'è qualcosa che non hai letto ancora???


  4. #134
    Quintessenza di Mac Peer
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    Citazione Originariamente Scritto da theBlack
    Ismene ma c'è qualcosa che non hai letto ancora???

    Tantissime cose, purtroppo (o per fortuna??)


    [COLOR="DarkGreen"][SIZE="2"][FONT="Georgia"]Se hai trovato [SIZE="2"]un cammino senza ostacoli, è probabile che non conduca a nulla.[/FONT][/SIZE][/SIZE][/COLOR]

  5. #135

    ..Omaggio a Lennie Tristano

    ....Ciao, vorrei fare un omaggio come ha già fatto Umbriajazz quì ad Orvieto a Lennie Tristano, presentando un libro sullo stesso; scritto da Fayenz e Riccardo Brazzale [b]Lennie Tristano un mito, un maestro quasi un santone[/b]. Il pianista di origine italiane fu l'inventore di quello che venne poi chiamato Cool Jazz, evoluzione intellettuale del bebop. Insegnante stimatissimo ( guru bianco è stato definito), Tristano è rimasto un oggetto quasi sconosciuto al grande pubblico , ma la sua influenza nei percorsi del jazz moderno, seppur spesso sotterranea è grandissima.
    ....."La vicenda umana e artistica di Lennie Tristano è assolutamente unica, nella storia del grande jazz. Cieco e visionario, quasi un recluso nella propria casa-laboratorio ma in grado di agire sul presente e il futuro del jazz attraverso l’opera propria e quella dei suoi allievi (fra cui giganti come Lee Konitz, Warne Marsh e molti altri), Tristano ha indicato al jazz moderno direzioni che ancora oggi suonano rare e preziose. Egli fu in grado di portare alle estreme conseguenze i metodi creativi del Bebop con una mentalità apertamente contemporanea ed eclettica, ma anche attenta al senso tragico del blues, e perfino alle risorse delle tecnologie di manipolazione e post-produzione sonora di cui, incurante delle critiche di un giornalismo impreparato ad innovazioni che si sarebbero affermate pienamente solo vent’anni dopo, fu un assoluto pioniere.
    Profeta e santone, indifferente a ogni routine e moda culturale, Tristano era in anticipo sui tempi: anzi, fu un musicista totalmente estraneo all’effimero, alla stessa concezione borghese del progresso, inseguendo un’idea di musica per certi versi fuori dalla storia, e dunque per ciò stesso atemporale, universale, assoluta."......
    Accanto alla riproposta, riveduta e aggiornata, della classica biografia di Franco Fayenz – tra i pochissimi critici internazionali ad essere stato, di Tristano, talmente intimo da poter osservare “in vivo” il suo laboratorio creativo –, questo ritratto d’artista si estende a un’acuta disamina dell’opera omnia tristaniana da parte di Riccardo Brazzale, che da musicista-esegeta penetra nei meccanismi stessi della creatività del maestro, svelandone i processi estetici e culturali e restituendoci vividamente la sua prepotente e attualissima originalità...

  6. #136
    Mac Peer Aficionado L'avatar di JaCk
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    Oh Yeah! Stupendo, Sergio...

    [color=indigo][size=6]JaCk[/size][/color]
    ""DE LIBERTATE DECERNERE""

  7. #137
    Non posso resistere a un topic così...

    "Quando fu di dominio pubblico che l'immane scritore Prétextat Tach sarebbe morto due mesi dopo, i giornalisti di tutto il mondo sollecitarono interviste private con l'ottuagenario. Il vegliardo godeva, certo, di un prestigio considerevole; fu comunque grande lo stupore di vedere accorrere al capezzale del romanziere francofono rappresentanti di quotidiani del calibro (ci siamo permessi di tradurre) della "Voce di Nanchino" e del "Bangladesh Observer". Così, due mesi prima della morte, il signor Tach potè farsi un'idea dell'ampiezza della propria fama. Il suo segretario si incaricò di effettuare una selezione drastica delle proposte: eliminò tutti i giornalisti in lingue straniere perchè il moribondo parlava solo francese e non si fidava di nessun interprete; scartò i reporter di colore perchè con l'età lo scrittore si era messo a fare discorsi razzisti, che discordavano con le sue convinzioni profonde - gli specialisti tachiani, imbarazzati, vedevano in questo l'espressione di un desiderio senile di scandalizzare; infine il segretario scoraggiò garbatamente le richieste di reti televisive, di riviste femminili, di giornali giuducati troppo politici, e soprattutto dele riviste mediche che avrebbero voluto sapere in che modo il grand'uomo si fosse preso un cancro tanto raro. Non senza legittimo orgoglio il signor Tach si seppe colpito dalla temibile sindrome di Elzenveiverplatz, chiamata più volgarmente "cancro delle cartilagini", che lo studioso eponimo aveva scoperto nel XIX secolo alla Cayenna in una dozzina di ergastolani reclusi per violenza sessuale con annesso omicidio, e che da allora non si era mai pià ripresentata. Accolse questa diagnosi come una nobilitazione insperata: con il suo fisico di obeso imberbe che aveva tutto dell'eunuco tranne la voce, temeva di morire di un'insulsa malattia cardiovascolare.Redigendo il proprio epitaffio, non dimenticò di citare il nome sublime del medico teutone grazie al quale sarebbe trapassato in bellezza".

    Amélie Nothomb - Igiene dell'assassino

    Se qualcuno non conosce ancora questa scrittrice belga la consiglio caldamente, è cinica, cattivissima e molto divertente!
    incasinata

  8. #138
    un Amico di Mac Peer L'avatar di flashcream
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    Citazione Originariamente Scritto da cassiopea
    Non posso resistere a un topic così...

  9. #139
    Quintessenza di Mac Peer L'avatar di meigel
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    Citazione Originariamente Scritto da cassiopea
    Amélie Nothomb - Igiene dell'assassino
    Un libro che non ho amato (e che un po' mi deluse nel finale), ma che mi colpì per la sua originalità e per il modo in cui viene sviluppato il rapporto tra i due protagonisti.... certamente la Nothomb ci sa fare e merita un approfondimento. Grazie per la segnalazione
    [I]If your kids want to paint their bedrooms, as a favor to me, let ‘em do it.[/I]
    Randy Pausch

  10. #140
    Forse amare Amélie Nothomb è un po' difficile, però non resisto al suo modo di scrivere acido ed intellettuale; comunque un altro suo libro che mi ha strappato mote risate in una notte d'insonnia è "Le Catilinarie", una tragicommedia in cui due anziani coniugi sono invasi "da un vicino obeso e silenzioso, Palamède Bernardin" sposato a "una creatura informe, totalmente inebetita dal grasso che l'avvolge"...
    Buona lettura a chi vuol tentare!''

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