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Zorro un eremita sul marciapiede di Margaret Mazzantini
È un libricino piccolo piccolo da leggere in un oretta, é "semplicemente" un monologo di un barbone in giro per Roma...la sua vita rivista in una serie di flashback con il racconto delle sue emozioni e i suoi sfoghi.
Una piccola riflessione sulla nostra quotidianitá...
A me non é dispiaciuto.
Lo consiglio a chi si sposta in cittá in autobus.... :)
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Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni
di Marco Travaglio
La professione del giornalista è tra le più nobili che esistano. Informare, fare inchieste, guardare i fatti, spulciarli, per cercare di portare alla luce la verità.
Questa professione oggi è continuamente stuprata da giornalisti che prima di fare qualsiasi mossa, prendono appunti dal potere. Il solo fatto che sia necessaria la "controinformazione" è emblematico.
Marco Travaglio nel suo nuovo libro analizza il fenomeno, in Italia particolarmente accentuato, della "Scomparsa dei fatti".
Assolutamente imperdibile. Un manuale che andrebbe fatto studiare in tutti i corsi di Scienze della comunicazione.
La frase da ricordare: [i]"Se in America il giornalismo è il cane da guardia del potere, nella televisione italiana è il cane da compagnia. O da riporto"[/i]
Segue una parte dell'introduzione:
«I fatti separati dalle opinioni.» Era il motto del mitico Panorama di Lamberto Sechi, inventore di grandi giornali e grandi giornalisti.
Poi, col tempo, quel motto è caduto in prescrizione, soppiantato da un altro decisamente più pratico: «Niente fatti, solo opinioni». I primi non devono disturbare le seconde. Senza fatti, si può sostenere tutto e il contrario di tutto. Con i fatti, no.
C’è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi, di aggiornarsi.
C’è chi nasconde i fatti perché trovare le notizie costa fatica e si rischia persino di sudare.
C’è chi nasconde i fatti perché non vuole rogne e tira a campare galleggiando, barcamenandosi, slalomando.
C’è chi nasconde i fatti perché ha paura delle querele, delle cause civili, delle richieste di risarcimento miliardarie, che mettono a rischio lo stipendio e attirano i fulmini dell’editore stufo di pagare gli avvocati per qualche rompicoglioni in redazione.
C’è chi nasconde i fatti perché si sente embedded, fa il tifo per un partito o una coalizione, non vuole disturbare il manovratore.
C’è chi nasconde i fatti perché se no lo attaccano e lui vuole vivere in pace.
C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti non lo invitano più in certi salotti, dove s’incontrano sempre leader di destra e leader di sinistra, controllori e controllati, guardie e ladri, puttane e cardinali, prìncipi e rivoluzionari, fascisti ed ex lottatori continui, dove tutti sono amici di tutti ed è meglio non scontentare nessuno.
C’è chi nasconde i fatti perché confonde l’equidistanza con l’equivicinanza.
C’è chi nasconde i fatti perché contraddicono la linea del giornale.
C’è chi nasconde i fatti perché l’editore preferisce così.
C’è chi nasconde i fatti perché aspetta la promozione.
C’è chi nasconde i fatti perché fra poco ci sono le elezioni.
C’è chi nasconde i fatti perché quelli che li raccontano se la passano male.
C’è chi nasconde i fatti perché certe cose non si possono dire.
C’è chi nasconde i fatti perché «hai visto che fine han fatto Biagi e Santoro».
C’è chi nasconde i fatti perché è politicamente scorretto affondare le mani nella melma, si rischia di spettinarsi e di guastarsi l’abbronzatura, molto meglio attenersi al politically correct.
C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti diventa inaffidabile e incontrollabile e non lo invitano più in televisione.
C’è chi nasconde i fatti perché fa più fine così: si passa per anticonformisti, si viene citati, si crea il «dibbattito».
C’è chi nasconde i fatti anche a se stesso, perché ha paura di dover cambiare opinione.
C’è chi nasconde i fatti per solidarietà con Giuliano Ferrara, che è molto intelligente e magari poi si sente solo.
C’è chi nasconde i fatti perché i servizi segreti lo pagano apposta.
C’è chi nasconde i fatti anche se non lo pagano, ma magari un giorno pagheranno anche lui.
C’è chi nasconde i fatti perché il coraggio uno non se lo può dare.
C’è chi nasconde i fatti perché nessuno gliel’ha ancora chiesto, ma magari, prima o poi, qualcuno glielo chiede.
C’è chi nasconde i fatti perché così poi qualcuno lo ringrazia.
C’è chi nasconde i fatti perché spesso sono tristi, spiacevoli, urticanti, e non bisogna spaventare troppo la gente che vuole ridere e divertirsi.
C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi tolgono la pubblicità al giornale.
C’è chi nasconde i fatti perché se no poi non lo candida più nessuno.
C’è chi nasconde i fatti perché così, poi, magari, ci scappa una consulenza col governo o con la Rai o con la Regione o con il Comune o con la Provincia o con la Camera di commercio o con l’Unione industriali o col sindacato o con la banca dietro l’angolo.
C’è chi nasconde i fatti perché deve tutto a quella persona e non vuole deluderla.
C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti è più difficile voltare gabbana quando gira il vento.
C’è chi nasconde i fatti perché altrimenti poi la gente capisce tutto.
C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Victor Hugo, «c’è gente che pagherebbe per vendersi».
Solo Applausi.
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Ad un anno di distanza dal "Come muore la mia terra" esce il primo libro di Alessandro Iacuelli.
L'inquinamento costante e sistematico dell'ambiente e dei suoi abitanti sta cambiando la morfologia del paesaggio, rendendolo ormai molto simile ad una grande discarica. Ciò che è visibile ad occhio nudo, tuttavia, non basta per comprendere un fenomeno molto più complesso, il cosiddetto "business dei rifiuti".
Nel desolante paesaggio generale emerge Napoli, che agonizza soffocata dalle esalazioni dei rifiuti urbani, e la Campania, che muore avvelenata da materiali tossici, dalla politica compiacente e dalla criminalità che la assedia.
"Le vie infinite dei rifiuti" è un'inchiesta giornalistica che ricostruisce il viaggio e lo smaltimento dei materiali tossici verso la Campania e le motivazioni concrete dell'ormai cronica "emergenza rifiuti" della regione.
Scheda sintetica del libro:
Titolo: Le vie infinite dei rifiuti. Il sistema campano
Autore: Alessandro Iacuelli
Prezzo: versione cartacea a partire da euro 12,46; e-book euro 1,33
Dati: 15.24cm x 22.86cm, 236 pagine
Anno: 2007
Editore: Altrenotizie.org / Lulu
ISBN: 978-1-84753-184-1
Sinossi e breve recensione del libro
"Le vie infinite dei rifiuti" è un'inchiesta giornalistica di Alessandro Iacuelli in cui si ricostruisce il viaggio e lo smaltimento dei materiali tossici verso la Campania e le motivazioni concrete dell'ormai cronica "emergenza rifiuti" della regione. Il suo libro denuncia e racconta come oggi Napoli sia diventata un desolante paesaggio che agonizza soffocato dalle esalazioni dei rifiuti urbani, e perché la Campania sta morendo avvelenata da materiali tossici, dalla politica compiacente e dalla criminalità che la assedia. Ciclicamente l'emergenza rifiuti in Campania torna a far parlare di sé non appena un qualcosa, anche un episodio molto piccolo e apparentemente insignificante, interviene ad interrompere l'ormai oliato sistema delle connivenze mafiose su cui gira da sempre una macchina illegale che lo Stato non riesce (o non vuole riuscire) a sovvertire in alcun modo. Eppure, questa morsa di "monnezza" che opprime la Campania potrebbe essere spazzata via. Basterebbe solo volerlo.
Perché, allora, non si vuole? Cosa c'è dietro un'inquietante immobilità della classe politica che nonostante impegni gran parte del proprio tempo a raccogliere dati ed elementi sul problema, poi resta colpevolmente silente quando si tratta di passare all'azione? E, soprattutto: chi guadagna montagne di denaro sulla pelle delle persone? Con una coraggiosa inchiesta giornalistica, Alessandro Iacuelli ha scavato nelle radici di questa imbarazzante pagina della storia del nostro Paese ricostruendo nei dettagli il percorso che le ecomafie hanno fatto in quindici anni per conquistare il potere sul territorio e garantirsi introiti stratosferici attraverso traffici illegali che avvengono sotto gli occhi di tutti e senza che nessuno muova un dito per fermarli. Soprattutto quelli che avrebbero il dovere di farlo. Perchè la soluzione - anzi, le soluzioni - ci sono eccome.
E Iacuelli non le tace, così come non manca di ricordare nomi, circostanze, luoghi e omertà che inchiodano i responsabili di questo scempio davanti all'opinione pubblica senza possibilità di sconti. Un'inchiesta, dunque, che consente a chiunque di vedere lucidamente i contorni del problema ed arrivare a capire qual è oggi il vero 'oro di Napoli'. E poter guardare negli occhi gli autori di questa vergogna senza alcun timore.
L'autore:
Alessandro Iacuelli è giornalista free lance. Attualmente fa parte della redazione della testata on-line Altrenotizie (http://www.altrenotizie.org) per la quale ha curato tra l'altro, inchieste sull'emergenza gas dell'inverno 2005/2006, sul nucleare in Italia e sui rifiuti tossici e le ecomafie in Italia meridionale. Di origine napoletana e laureato in Fisica, da anni si sta occupando a tempo pieno della particolare 'emergenza' che vive la Campania da quasi 15 anni, tornando a seguire la 'sua' terra, il commissariamento straordinario dei rifiuti, le attività ecomafiose legate alla presenza camorristica e l'aspetto sanitario che sta provocando un aumento dei casi di cancro nella regione.
Per ulteriori informazioni e contatti http://rifiuti.alessandroiacuelli.net
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[b]L'accompagnatrice[/b] di Nina Berberova
Un breve romanzo amaro
http://img143.imageshack.us/img143/5...pj13aspdl8.jpg
"L'accompagnatrice" è la storia dell'incontro di due donne nella Pietroburgo del 1919.
Marija è una cantante, bella e brava, all'apice del successo; la Fortuna sembra guardare con benevolenza alla sua esistenza, fatta di benessere, protezione e privilegi.
Sonecka ne diventa la pianista accompagnatrice; la sua vita, dominata dalla precarietà, dalla fame e dalla malattia (come la maggior parte degli abitanti della Pietroburgo all'indomani della Rivoluzione) viene travolta da questo incontro. Marija diventa per Sonecka non solo lo specchio della sua personale disperata condizione, ma anche il simbolo di una ingiustizia "cosmica".
Ma la pianista prova non solo invidia ed astio nei confronti della fortunata cantante; contemporaneamente ne è attratta.
[b]"Non avevo mai incontrato nella vita una donna simile - sentivo emanare da lei un soffio di equilibrio, misterioso, ammirevole e trionfante.
Ma quando pensavo ai giacinti, alla cameriera, al tepore e alla pulizia, provavo un moto di rivolta e mi chiedevo: è possibile che tutto ciò esista realmente e non ci sia modo di averne ragione? C'è pur stato qualcosa che ha avuto ragione della mamma e di me, di migliaia d'altri che hanno le dita gelate, i denti che si sbriciolano e i capelli che cadono - per la fame, il freddo, la paura, la sporcizia; è mai possibile, compagni della Ceka, che non ci sia modo di aver ragione di quell'appartamento, di quella donna, di quel gatto azzurro e che non ci sia nessuno capace di alloggiare in quel salotto una pidocchiosa famiglia di operai che adoperi il piano come un cesso e obblighi lei, tutte le mattine, a pulirlo con le sue mani rosee, in nome del "servizio civico"? E' mai possibile che tutto ciò rimanga così? E che noi, straccioni, diseredati, affamati, rassegnati, lo tolleriamo? Il formaggio olandese, e nella stufa il ceppo con la corteccia scura e nel piattino il latte per il micio?"[/b]
La descrizione del contorto equilibrio psicologico che si instaura tra le due donne è il pregio maggiore di questo breve romanzo.
[b]"...e improvvisamente mi misi a pensare a lei, a Marija Nikolaevna Travina, che mi aveva baciata sulle guance, che mi aveva guardata con attenzione e tenerezza. Mi appariva come una perfezione assurda, inconcepibile, e piangevo, singhiozzavo, correvo, correvo lungo la strada, senza saper più perchè corressi, né dove andassi, né perchè sentissi tanto il bisogno di essere a casa, in camera, dalla mamma, senza sapere più chi fossi e dove, - a che scopo? E che cosa è la vita? e Dio? Dov'è Dio? Perchè non ci ha fatti tutti come lei?"[/b]
Quando infine il rapporto si interromperà e le due donne si allontaneranno, Sonecka capirà di aver attraversato l'esistenza di Marija come un'ombra invisibile ed ininfluente, e di essere stata come un topolino che ruota attorno ad una montagna; nulla di ciò che lei avrebbe potuto fare, o non fare, avrebbe mai potuto smuovere di un solo millimetro l'esistenza dell'altra. E, a maggior ragione, nulla di ciò che avrebbe potuto fare, dire o pensare, avrebbe mai fornito un senso ad una tale dimostrazione di ingiustizia.
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Citazione:
Originariamente Scritto da meigel
[b]L'accompagnatrice[/b] di Nina Berberova
Un breve romanzo amaro
Mi hai convinta. Credo proprio che lo leggerò. :)
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Alessandro Baricco "I barbari. Saggio sulla mutazione"
Splittato: http://www.tuttologia.com/macp2p/showthread.php?t=18246
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Ecco,io non sono proprio x niente brava a scrivere,se si tratta di creare un riassunto o una breve descrizione ancora meno,se poi di mezzo c'è la filosofia,che dire...si comincia ma non si sà quando si finisce....
posso solo dire che è un libro che merita di essere letto,anche dalle persone che di filosofia non ne vogliono sentir proprio parlare,gli argomenti sono semplici non sono mattoni....ma fanno riflettere :) ...non posso raccontarvi la storia,e nemmeno tutte le mie paranoie mentre lo leggevo.... se volete fateci un pensierino...di più non sò aggiungere,a parte che sono + di 500 pagine...
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Il mondo di Sofia
di
Jostein Gaarder
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Oggi vorrei segnalarvi un libro che sto rileggendo in questi giorni con rinnovato piacere. :)
[b]"La zia Julia e lo scribacchino"[/b] di Mario Vargas Llosa.
Trovo la parte iniziale davvero esilarante, nella descrizione delle prime trasmissioni di racconti radiofonici in Perù, in particolare di come Radio Central acquistasse i racconti a peso e per telegramma, un sistema che determinava una certa quantità di problemi...
"[i][color=brown]... talvolta, nel tragitto dall'Avana a Lima, nelle pance delle navi o degli aerei, o nelle dogane, le risme dattiloscritte subivano travagli e si smarrivano capitoli interi, l'umidità li rendeva illeggibili, si mescolavano i fogli, li divoravano i topi del magazzino di Radio Central. Poiché lo si notava solo all'ultimo minuto, quando [venivano distribuiti] i copioni, si verificavano situazioni angosciose. Le si risolveva saltando il capitolo smarrito e infischiandosene allegramente, o, in casi gravi, facendo ammalare per un giorno [i protagonisti], affinché nelle ventiquattr'ore successive si potesse rattoppare, risuscitare, eliminare senza traumi eccessivi, i grammi o chili scomparsi...[/color][/i]"
Il libro si svolge su due piani paralleli: nei capitoli dispari il romanzo è autobiografico e raccontato in prima persona. Il giovane protagonista altri non è che il giovane autore, ai tempi in cui era ancora un aspirante scrittore. Nei capitoli pari, invece, narrati non più in prima, ma in terza persona, si passa al genere narrativo vero e proprio, ed ognuno di essi vuole corrispondere ad una puntata degli sceneggiati radiofonici. Sono episodi in uno stile volutamente d'appendice, dallo stile tendenzialmente ampolloso e dalle trame stravaganti.
Non vi racconto la trama per non rovinarvi la lettura. Una lettura molto piacevole, che mantiene costantemente sullo sfondo un'ironia intelligente su tutte le cose.
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Io vorrei segnalarvi un libro del geniale Michal Ende (lo scrittore della storia infinita).
Una raccolta di racconti che passano dalla genialita alla follia. Sempre che ci sia una differenza tra le due cose. Situazioni surreali che ti trascinano nei sogni distorti dello scrittore. Non so descrivervi meglio il libro, spero solo di avervi invogliato a leggerlo perchè ne vale la pena.
Concludo citando il sottotitolo del libro stesso:
Soltanto chi lascia il labirinto
può essere felice,
ma soltanto chi è felice
può uscirne :???:
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Sì, ma.. ehm... IL TITOLO???