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Risultati da 111 a 120 di 180

Discussione: UN INCIPIT

  1. #111
    Amico di Mac Peer L'avatar di kdreamer73
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    Citazione Originariamente Scritto da meigel
    Citazione Originariamente Scritto da Ismene
    Alan Bennet - Nudi e crudi
    Un libro adorabile. Si legge in mezzora, è divertentissimo e fa riflettere... perfetto
    Inconsueto e divertente!

    Per restare in tema con l'autore:

    La signora nel furgone.
    «Oggi pomeriggio ho quasi inciampato in un serpente» mi ha detto Miss Shepherd. «Veniva su per la Parkway. Era lungo così, e grigio; un boa constrictor, casomai. Aveva l'aria velenosa. Strisciava contro il muro e sembrava che sapesse dove andava: secondo me puntava dritto verso il furgone». Per fortuna Miss Shepherd non ha preteso che chiamassi la polizia, come fa ogni volta che succede qualcosa di insolito. Forse questa del serpente era troppo insolita (anche se poi si è scoperto che avevano scassinato il negozio di animali della Parkway; magari il serpente lo aveva visto davvero). E' entrata in casa con la tazza e gliel'ho riempita; poi se l'è portata nel furgone. «Guardi, per sicurezza glielo dico subito, io coi serpenti me la sono vista brutta».
    L'incontro col presunto boa constrictor risale all'estate del 1971; da qualche mese Miss Shepherd e il suo furgone erano in sosta permanente davanti a casa mia, a Camden Town. L'avevo vista per la prima volta qualche anno prima, vicino al convento in fondo alla strada: era lì in piedi accanto al suo furgone, in panne come al solito.....
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  2. #112
    Amico di Mac Peer L'avatar di kdreamer73
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    Sicuramente per chi ama Fanucci Editore:
    Andreas Eschbach
    Miliardi di tappeti di capelli

    Nodo dopo nodo, giorno dopo giorno, per tutta la vita, faceva incessantemente sempre gli stessi movimenti della mano, annodava sempre gli stessi sottili capelli. Nel corso del tempo, erano talmente fini ed esigui da far diventare le dita sempre più tremolanti e gli occhi sempre più deboli per la fatica. I progressi del lavoro erano a malapena visibili. In una giornata, quando procedeva di buona lena, nasceva un nuovo lembo di tappeto. Forse, grande quanto l'unghia di un dito. Così, si rannicchiò di fronte allo scricchiolante telaio a cui era già stato seduto il padre, e prima il padre del padre, nella medesima posa curva, con la vecchia lente d'ingrandimento mezza sporca davanti agli occhi, le braccia sostenute dalla tavola consumata e premuta sul petto utile per dirigere gli aghi con la punta delle dita. Stringeva nodo dopo nodo, nella maniera tradizionale tramandatagli da generazioni e generazioni, fino a quando non entrò nella piacevole condizione della trance; la schiena smise di fargli male e non sentiva più la vecchiaia che nel frattempo gli si era infiltrata nelle ossa. Mentre il vento lambiva senza fine il tetto e s'infilava nelle finestre aperte, ascoltava i diversi rumori della casa costruita dal nonno del bisavolo: gli giungevano i suoni del battere delle stoviglie, delle conversazioni tra donne e figlie nella cucina dabbasso.........

    Cito l'autore : "E' una storia di tessitori di capelli. Non posso promettervi che l'amerete. Non posso promettervi che vi piacerà. Posso solo fare una promessa: non la dimenticherete, mai."
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  3. #113
    Quintessenza di Mac Peer L'avatar di meigel
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    Jerome K.Jerome - Tre uomini in barca (per non parlar del cane)

    Eravamo in quattro - George, William Samuel Harris, io e Montmorency. Eravamo seduti nella mia stanza, fumando e parlando di come eravamo messi male - intendo messi male da un punto di vista medico, ovviamente. Ci sentivamo tutti giù di morale, e la cosa ci preoccupava molto. Harris disse che a volte veniva sopraffatto da attacchi di vertigine così forti da non sapere più cosa stava facendo; e allora George disse che anch'egli soffriva di attacchi di vertigine da non sapere più cosa stava facendo. Per quanto mi riguardava, era il mio fegato ad essere in disordine. L'avevo saputo leggendo le indicazioni di una confezione di pillole per il fegato, in cui erano descritti i diversi sintomi dai quali si più capire di avere il fegato in disordine. Io li avevo tutti.


    La prima volta che ho letto questo libro è stato trent'anni fa, ero un bambino di 10 anni e mi faceva morire dalle risate.
    Mi fa ridere ancora adesso... è molto buono il libro, oppure io non sono cresciuto abbastanza
    [I]If your kids want to paint their bedrooms, as a favor to me, let ‘em do it.[/I]
    Randy Pausch

  4. #114
    La mia famiglia ed altri animali - Gerald Durrell

    Ho scoperto questo libro *per caso*, anni fa, curiosando da Adelphi. Mi pare di non averlo ancora consigliato - male! - perchè è bellissimo.
    Durrell, famoso etologo, zoologo, giornalista dalla scrittura felice, ironica e solare, racconta il suo soggiorno con la famiglia nell'isola di Corfu', dove - bambino libero e senza i vincoli imposti dalla dimensione cittadina - scopre una natura incontaminata e mediterranea che per lui, inglese della nebbia e del freddo - equivale ad una specie di paradiso terrestre.
    E' proprio questo soggiorno che fa maturare in lui la passione per la zoologia, e nella varia e variegata fauna che ci descrive, non manca di tracciare arguti ritratti di bipedi umani che popolano la sua vita di allora.
    C'è un po' del Candido di Voltaire e un po' di Robinson Crusoe in questo libro veramente appassionante e divertente, e Corfu' non è mai stata cosi bella e luminosa, pare uscire dalle pagine per avvolgerci di mare e di sole.
    Sebbene il tema potrebbe apparire troppo "specifico", non fatevi ingannare e leggetelo, sono sicura che vi piacerà.


    "Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso con la mia famiglia nell'isola greca di Corfu'. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell'isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro.
    Non appena si sono trovati sulla pagina, non ne hanno piu' voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato vari amici a dividere i capitoli con loro. Soltanto con immensa fatica, e usando una notevole astuzia, sono riuscito a salvare alcune pagine sparse che ho dedicate esclusivamente agli animali."


  5. #115
    Pietra Miliare di Mac Peer L'avatar di picodm
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    beh saró banale, ma ultimamente sto facendo una di quelle cose strane che mi capitano ogni tanto....rileggo la mia raccolta..di che????

    N. 1: pag. 11

    si?
    io... volevo... ma cos´era quel grido?
    Ah, volevate sapere questo? Era il campanello. Una mia piccola trovata. Meglio del solito "Drin Drin" non vi pare? Buongiorno.
    .....
    Ma che diavolo?!
    Si?
    Posso entrare? Vorrei parlare con DYLAN DOG......

    in 10 giorno ho letto piú di metá della collezione e si che ce l´ho tutta........ :
    penso che le battute di Groucho siano ormai parte del mio pensare... saró matto???

    ah dimenticavo il primo numero era intitolata "L´alba dei morti viventi" per chi non lo sapesse...
    "...abbasta na jurnata e sole e quaccherune che te vene a pija..."

    un po di megalomania...

    [url]http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Tesidilaurea/Rizzo/index.htm[/url]

  6. #116
    Amico di Mac Peer L'avatar di kdreamer73
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    Che bello questo topic!!
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  7. #117
    Citazione Originariamente Scritto da picodm
    si?
    io... volevo... ma cos´era quel grido?
    Ah, volevate sapere questo? Era il campanello. Una mia piccola trovata. Meglio del solito "Drin Drin" non vi pare? Buongiorno.
    .....
    Ma che diavolo?!
    Si?
    Posso entrare? Vorrei parlare con DYLAN DOG......

    in 10 giorno ho letto piú di metá della collezione e si che ce l´ho tutta........ :
    Ah,io ADORO Dylan Dog....e ti invidio non poco la collezione completa!

  8. #118
    Leggenda di Mac Peer
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    Lo studio era intriso d'uno splendido odore di rose, e quando la lieve brezza estiva frusciava tra gli alberi del giardino, dalla porta aperta penetrava il pesante profumo delle serenelle, o quello più delicato dei rosaspini. Sdraiato nell'angolo di un divano coperto di stoffe persiane, e fumando, secondo la sua abitudine, un numero indefinito di sigarette, Lord Henry Wotton poteva vedere i fiori di un'acacia, colorati e dolci come il miele, quei rami fragili che pareva potessero appena sopportare una bellezza tanto splendida; e di quando in quando l'ombra fantastica di un uccello volante si proiettava e scorreva sulle pesanti tende di seta, con una specie di fuggitivo effetto giapponese, facendogli ricordare quei pittori di Tokio, dal viso di giada pallida, che pur servendosi d'un'arte necessariamente statica, cercano di rendere il senso della velocità e del moto.

    Il Ritratto di Dorian Gray-Oscar Wilde.......
    ......quanto mi piacerebbe essere come Lord Henry
    "Lontano Lontano
    - vicinissimo -
    Quel posto segreto
    dove i sogni
    esistono"


    Mirko/Melquiades

  9. #119
    Era un pigro pomeriggio di domenica, proprio di quelli che Walden preferiva. Davanti alla finestra aperta, guardava l'ampia distesa del parco. Sul prato pianeggiante si stagliavano alberi rigogliosi: un pino scozzese, un paio di querce possenti, alcuni castagni, e un salice che pareva la chioma inanellata di una fanciulla. Il sole era alto e gli alberi proiettavano ombre scure e fresche. Gli uccelli tacevano, ma le api sciamavano lungo il rampicante che incorniciava la finestra. Anche la casa era silenziosa. La maggior parte dei domestici si godeva la giornata di libertà. Gli unici ospiti per il fine settimana erano il fratello di Walden, George, sua moglie Clarissa, e le loro figlie. George era andato a fare una passeggiata, Clarissa stava riposando, e le ragazze non erano in vista. Walden si sentiva bene. Si era messo la finanziera per andare in chiesa, e fra una o due ore avrebbe indossato cravatta bianca e mansina per la cena; ora, però, se ne stava comodo in un vestito di tweed e una camicia col colletto morbido. A rendere perfetta la giornata, pensò, sarebbe bastato che Lydia quella sera avesse suonato il pianoforte.

    Ken Follet
    L'uomo di Pietroburgo

  10. #120
    Pietra Miliare di Mac Peer L'avatar di duccio
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    pane, nebbia e pampepato / cotoletta, nebbia e panettone
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    Ogni mattina, varcata la soglia degli studi della radio, Murke si sottoponeva ad un esercizio di ginnastica esistenziale: saliva nell'ascensore Paternoster, ma non usciva al secondo piano, dove era il suo ufficio; si lasciava invece portare più in alto, oltre il terzo, il quarto, il quinto piano. Lo prendeva la paura ogni volta che la piattaforma della cabina si sollevava oltre il corridoio del quinto piano, quando la cabina si elevava cigolando nel vuoto dove cavi oliati e stanghe sporche di grasso, asmatico macchinario di ferro, spingeva la cabina dall'alto al basso: Murke fissava pieno di paura quell'unico luogo dell'edificio della radio che non fosse liscio e intonacato e respirava di sollievo quando la cabina, con uno scossone si drizzava, superava quel vuoto, si metteva di nuovo in linea e lentamente si abbassava verso il quinto, il quarto, il terzo piano.

    Heinrich Böll, "La raccolta di silenzi del dottor Murke". racconto breve tratto dal libro "Racconti umoristici e satirici"

    (su gentile richiesta )
    "il cervello ci da abbastanza luce per sapere
    che vivere è, nel migliore dei casi, solo un sacrificio fatto ad arte. nel peggiore,
    asini che volano."
    C. Bukowski

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