dal corriere:
Tutto per un «programmino» di audio-video
Il Windows Media Player è venduto con il sistema operativo più diffuso del mondo e non a parte. Di qui l'accusa e la sentenza
Una schermata di Windows Media Player in funzione di ascolto musicale
Una cifra considerevole, 497 milioni di euro, anche per una multinazionale della new economy come Microsoft. In dollari sono 689 milioni. E tutto per un banale «programmino», il Windows Media Player, quasi un'inezia nell'insieme del «pacchetto» che il sistema operativo Windows, nelle sue varie e successive versioni, contiene. Il programma che serve per ascoltare musica e guardare video, quello che automaticamente si apre sul vostro schermo (se avete Windows e non avete caricato altri lettori) è il «sassolino» che sgretola l'impenetrabilità del muro protettivo eretto a difesa del sistema operativo (e del business) dell'azienda di Bill Gates. Di sistemi del genere, ovviamente ce ne sono vari. Oggi tantissimi, un tempo meno, ma comunque i concorrenti, come per esempio RealPlayer, c'erano. Quando sono cresciuti si è cominciato a porre il problema della concorrenza. Alla fine il motivo del contendere sembra minimo. Ma in realtà, sia per la Ue sia per la Microsoft, c'erano in ballo princìpi decisivi: la difesa del mercato da una parte, quella del proprio business e dei codici del software (per evitare clonazioni) dall'altra.
IL SOFTWARE INTEGRATO - Qual è stato il motivo che ha portato a una condanna così emblematica e forte per un motivo apparentemente così banale e tecnicamente non fondamentale? La crescita del mercato di file musicali e di audio sul web e deigli utenti interessati a questi prodotti ha creato un mercato potenzialmente molto ampio per i produttori di software audiovideo. L'Ue, dall'inizio del 2000 ha cominciato a lavorare su un'ipotesi di violazione delle regole di concorrenza. Mario Monti, Commissario Ue alla Concorrenza, ha portato avanti una battaglia dura che pareva all'inizio difficile da vincere.La Microsoft, secondo l'accusa, non metteva a disposizione degli sviluppatori tutti gli strumenti necessari per integrare correttamente gli applicativi con Media Player e, soprattutto, non permetteva ai consumatori di acquistare il suo sistema operativo Windows senza il lettore, Windows Media Player. In questo modo, osserva oggi la Corte nella sentenza che conferma la sanzione decisa dalla Commissione Ue nel 2004, l'azienda di Bill Gates «ottiene un vantaggio senza precedenti» sulla distribuzione dei prodotti, garantita dall'ubiquità dei Windows e in questo mondo «fornisce un disincentivo per gli utenti ad utilizzare i lettori multimediali delle parti terze». In altre parole: essendo Windows il sistema di gran lunga più diffuso, gli utenti «normali» trovano estremamente comodo avere già tutto pronto. E non vanno quindi a cercare altri lettori multimediale, specie se devono pagare per scaricarli. Quindi, conclude la sentenza, «la Commissione non ha sbagliato nel valutare la gravità e la durata della violazione e non ha sbagliato nel definire l'ammontare dell'ammenda. Dal momento che l'abuso di posizione dominante è confermato dalla Corte, l'ammontare della multa rimane invariato a 479 milioni di euro». Ora, si ricorda nel testo, un appello, limitato alle questioni formali, può essere presentato alla Corte di Giustizia entro due mesi dalla notifica.
vera la parte sugli utenti winzozz che si trovavno tutto pronto () ma perchè dovrebbero scaricare lettori a pagamento quando ce ne sono di buonissimi gratuiti?
ps. ogni riferimento è assolutamente casuale
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