Va bene. Visto il recente riferimento all'accoppiata Lawrence Kasdan + William Hurt (nel Grande Freddo), vorrei ricordare Turista per caso del 1988 (Forse avrei dovuto dire il trio LK + WH + Kathleen Turner, come in Brivido Caldo).
Riporto sotto la trama per pigrizia, ma, a mio giudizio, il film (e forse ancor più il libro da cui è tratto) affronta con grande maestria i temi fondamentali dell'attaccamento a basi sicure, della paura della vulnerabilità, dell'elaborazione del lutto e, non ultimo, del problema quotidiano di cosa effettivamente si vuole portar con sé. Già, perché è una scelta dolorosa riconoscere che certe parti di sé possono essere un fardello, o quanto meno bisogna trovare un modo meno faticoso di conservarle. La scena di William Hurt che lascia la sua preziosissima borsa sul muretto mi ha sempre ricordato la disarmante semplicità di Thoreau (Walden, la vita nei boschi) quando dice che ereditare un podere è facile; il difficile è liberarsene.
Trama: Macon e Sara Leary hanno perso il filglio di dieci anni nel corso di una sparatoria. Un anno dopo Sara decide di divorziare e così Macon resta solo. Scrittore, continua a viaggiare per documentarsi e scrivere le sue guide turistiche, finchè non resta vittima di un incidente domestico e si rifugia nella vecchia casa dei suoi genitori, dove vivono i suoi tre fratelli (Charles, Porter e Rose) tipi un po' stravaganti ma che gli vogliono bene. Rimessosi e di nuovo in partenza è costretto a lasciare il suo amato cagnolino Edward ad una ammaestratrice di cani, Muriel, divorziata con un figlio malaticcio, Alexander. La vitalità della donna ridona a Macon la voglia di vivere, finchè al matrimonio della sorella con il suo editore, reincontra Sarah e il passato ritorna. Non sapendo che fare si butta a capo fitto nel lavoro e parte per Parigi. Sull' aereo incontra Muriel, mentre nell' albergo incontra Sarah, decisa a riconquistarlo. Ma ormai è tardi.
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