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UN INCIPIT
Invogliateci a leggere un libro che vi è piaciuto... Fateci leggere l'inizio...
Che ne dite?
Con l'imbarazzo della scelta, comincio io... :)
“Fu allora che vidi il Pendolo.
La sfera, mobile all'estremità di un lungo filo fissato alla volta del coro, descriveva le sue ampie oscillazioni con isocrona maestà.
Io sapevo - ma chiunque avrebbe dovuto avvertire nell'incanto di quel placido respiro - che il periodo era regolato dal rapporto tra la radice quadrata della lunghezza del filo e quel numero "pi greco" che, irrazionale alle menti sublunari, per divina ragione lega necessariamente la circonferenza al diametro di tutti i cerchi possibili - così che il tempo di quel vagare di una sfera dall'uno all'altro polo era effetto di una arcana cospirazione tra le più intemporali delle misure, l'unità del punto di sospensione, la dualità di una astratta dimensione, la natura ternaria di "pi greco", il tetragono segreto della radice, la perfezione del cerchio…”
( Umberto Eco - Il pendolo di Foucault)
:smt039
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http://www.geocities.com/Athens/Acropolis/6620/otr2.gif
Citazione:
Le uniche persone per me sono i matti .... quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai un luogo comune , ma bruciano , bruciano , bruciano come candele romane gialle e favolose , che esplodono come ragni tra le stelle
Scritto fra il 1948 ed il 1951 , ma pubblicato solo nel 1957 , segna il periodo più prolifico di Kerouac ed il suo maggiore successo. On the road è un romanzo non convenzionale (non c'è un vero e proprio impianto narrativo). Divenne in breve tempo l'emblema della Beat Generation. I personaggi di On the road vivono come vagabondi , si ubriacano di alcol e droga , passano da un'automobile all'altra schiacciando l'accelleratore fino a bruciarsi le suole delle scarpe e sfogano la loro energia , la loro avidità di vita , di ansia , in un'intensità spesso di difficile comprensione. La strada diviene solo lo sfondo dove queste anime senza pace vivono , e spesso sono proprio le variegate strade d'America il personaggio principale della storia. Strade che i personaggi della storia percorrono in lungo e in largo , senza mai fermarsi per troppo tempo , inseguendo nuove emozioni e nuovi itinerari in un vortice continuo di asfalto , locali , alcol e musica. Ne viene fuori un ritratto dell ' America degli anni cinquanta , vissuta da un gruppo di folli ragazzi beatniks insofferenti ad ogni regola o etichetta. L'idea stessa del viaggio come esperienza catartica e liberatrice trova in Kerouac il suo più grande narratore.
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Bellissimo.
Però l'"incipit" è questo:
"La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonché ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l'arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe chiamare la mia vita lungo la strada..."
P. S. Quella frase me la ero segnata anch'io da qualche parte... Incredibile... :-o
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ECHECRATE - Di' un po', Fedone, eri presente tu quando, in carcere, Socrate bevve il veleno o ne hai sentito parlare da altri?
FEDONE - C'ero io proprio, Echecrate.
ECHECRATE - E che disse prima di morire? E come morì? Vorrei proprio saperlo; perché, noi di Fliunte, non andiamo quasi mai ad Atene e da quella città non è venuto nessuno che potesse riferirci notizie sicure su questo fatto. Così sappiamo soltanto che è morto dopo aver bevuto il veleno. E nessuno ci ha saputo dire di più.
FEDONE - Così non sapete nulla nemmeno del processo?
ECHECRATE - Del processo sì, ne fummo informati; anzi ci meravigliammo del fatto che la morte fosse seguita a così lunga distanza dalla sentenza. Com'è che è successo questo, Fedone?
FEDONE - Fu una coincidenza, Echecrate, perché proprio il giorno prima del giudizio, fu incoronata la poppa della nave che gli Ateniesi mandano a Delo.
ECHECRATE - Cos'è questa storia della nave?
...
Platone - Il Fedone
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Citazione:
Originariamente Scritto da Ismene
Bellissimo.
Però l'"incipit" è questo:
"La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonché ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l'arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe chiamare la mia vita lungo la strada..."
P. S. Quella frase me la ero segnata anch'io da qualche parte... Incredibile... :-o
brava Ismene,non riuscivo a trovarla,stavo per copiarla dal libro ma poi mi sono arreso e sono esploso come un ragno tra le stelle :lol:
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Grande Ismene! :)
Non ho dubbi!
In una caverna sotterranea viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.
Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d'ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel: un tunnel molto confortevole, senza fumo, con pareti foderate di legno e pavimento di piastrelle ricoperto di tappeti, fornito di sedie lucidate e di un gran numero di attaccapanni per cappelli e cappotti: lo hobbit amava molto ricevere visite.
John Roland Reuel Tolkien, Lo hobbit o la Riconquista del Tesoro
http://img105.imageshack.us/img105/2864/images5sk1.jpg
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Continuo io, in attesa che altri si decidano...
"Il mio più lontano ricordo è intinto di rosso. In braccio a una ragazza esco da una porta, davanti a me il pavimento è rosso e sulla sinistra scende una scala pure rossa. Di fronte a noi, sul nostro stesso piano, si apre una porta e ne esce un uomo sorridente che mi si fa incontro con aria gentile. Mi viene molto vicino, si ferma e mi dice: "Mostrami la lingua!". Io tiro fuori la lingua, lui affonda una mano in tasca, ne estrae un coltellino a serramanico, lo apre e con la lama mi sfiora la lingua. Dice: "Adesso gli tagliamo la lingua". Io non oso ritirarla, l'uomo si fa sempre più vicino, ora toccherà la lingua con la lama. All'ultimo momento ritira la lama e dice: "Oggi no, domani". Richiude il coltellino con un colpo secco e se lo ficca in tasca..." (Elias Canetti - La lingua salvata)
:)
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...
E' cominciata così. Io, avevo mai detto niente. Niente. E Arthur
Ganate che mi ha fatto parlare. Arthur, uno studente, un fagiolo
anche lui, un compagno. Ci troviamo dunque a Place Clichy. Era
dopo pranzo. Vuol parlarmi. Lo ascolto. "Non restiamo fuori! mi
dice lui. Torniamo dentro!" Rientro con lui. Ecco. "Sta terrazza,
attacca lui, va bene per le uova alla coque! Vieni di qua". Allora, ci
accorgiamo anche che non c'era nessuno per le strade, a causa del
caldo; niente vetture, nulla. Quando fa molto freddo, lo stesso,
non c'è nessuno per le strade; è lui, a quel che ricordo, che mi ave
-va detto in proposito: "Quelli di Parigi hanno sempre l'aria occu-
pata, ma di fatto, vanno a passeggio da mattino a sera; prova ne è
che quando non va bene per passeggiare, troppo freddo o troppo
caldo, non li si vede più; son tutti dentro a prendersi il caffè con la
crema e boccali di birra. E' così Il secolo della velocità! dicono loro.
Dove mai? Grandi cambiamenti! ti raccontano loro. Che roba è? E'
cambiato niente, in verità. Continuano a stupirsi e basta. E nem-
meno questo è nuovo per niente. Parole, e nemmenotante, anche
le parole che son cambiate! Due o tre di qui, di là, di quelle picco-
le... Tutti fieri allora d'aver fatto risuonare queste utili verità, sia-
mo rimasti là seduti, incantati, a guardare le dame del caffè.
...
Viaggio al termine della notte_ Cèline
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Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille.
E qual de' numi inimicolli? Il figlio
di Latona e di Giove. Irato al Sire
destò quel Dio nel campo un feral morbo,
e la gente perìa: colpa d'Atride
che fece a Crise sacerdote oltraggio.
Eh beh...
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Molti anni dopo di fronte al plotone di esecuzione il colonnello AUreliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio
Gabriel Garcia Marquez, "Cent'anni di solitudine"