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Vorrei accostare tre film che, pur diversi tra loro, hanno in comune un elemento "portante".
Angel Heart - Ascensore per l'Inferno (1987)
Di Alan Parker, con Mickey Rourke, Robert De Niro, Charlotte Rampling, Lisa Bonet
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E' a metà strada tra giallo e thriller.
Ottima la regia e il montaggio che concorrono a costruire un film nel quale la verità emerge a frammenti rimbalzando tra la realtà e una dimensione immaginata/sognata/ricordata dal protagonista.
Non si può dire molto di più senza svelare la trama.
Notevoli le interpratazioni dei co-protagonisti Charlotte Rampling, glaciale più che mai, e Robert De Niro.
Belle anche le musiche, dominate da un tema che nel corso del film subisce una "trasfigurazione".... ma anche qui non è possibile dire di più.
Il Sesto Senso (1999)
Di M. Night Shyamalan, con Bruce Willis, Haley Joel Osment, Toni Collette
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Riesce a mescolare assieme generi e atmosfere diverse (in alcune sequenze è praticamente un horror, nel finale è di una dolcezza travolgente) e tratta con grande originalità e sensibilità un tema difficile come quello della morte e del distacco.
Ho visto gli altri film di Shyamalan e penso che non possano essere paragonati a questo per spessore artistico (Shyamalan meriterebbe un premio soltanto per essere riuscito a realizzare un bel film con un attore straordinariamente poco dotato come Bruce Willis).
L'uomo senza sonno - The Machinist (2004)
Di Brad Anderson, con Christian Bale, Jennifer Jason Leigh
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E' un film cupo, anche nelle sequenze girate in esterno, grazie ad una fotografia dai colori lividi.
Per realizzare il film, Christian Bale (attore protagonista) è dimagrito fino all'inverosimile: gran parte del senso di inquetudine che pervade il film è dovuto alla sua figura spettrale, sfinita, al suo modo di muoversi consumato e sofferente.
Nel film abbondano i riferimenti letterari, neanche troppo nascosti, a Kafka (Il Processo) e Dovstoevskij (Delitto e Castigo).
E' un film pieno di momenti di ottimo cinema, secondo me. Come quello in cui Jennifer Jason Leigh si china sul pavimento per soccorrere Christian Bale che le è caduto davanti, avvolgendo con le braccia il suo corpo scheletrico in una posa che a me è sembrata una citazione della Pietà di Michelangelo (e se avete visto il film potete capire il senso di questa citazione).
Veniamo all'elemento in comune; in questi tre film il protagonista è un uomo alla ricerca ossessiva di qualcosa, una verità che lo riguarda da vicino e che sarà difficile accettare.
Lo spettatore scopre questa verità contemporaneamente al protagonista, e improvvisamente si ritrova a rivedere da un altro punto di vista tutto quanto; la storia cambia (spesso si capovolge), il Bene e il Male scambiano i loro ruoli, la verità scompare e riappare subito dopo, trasfigurata... e noi siamo costretti a riposizionarci.
Un meccanismo forse non molto originale ma che personalmente trovo affascinante, purchè ben realizzato, come nel caso di questi tre film; credo che sforzarsi di vedere le cose da un'altra angolazione sia un esercizio sempre molto utile. :)
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Questa sera hanno ripassato su Rai 3 "Nemico Pubblico" con Gene Hackman, thriller tutto azione che ha al centro il tema del controllo globale da parte delle varie agenzie governative, spesso in conflitto tra loro, di ogni minimo aspetto della nostra comunicazione quotidiana. A mio parere, il film è tutto sommato gradevole e coinvolgente.
Mi è venuto però spontaneo il confronto con ben altra interpretazione di Gene Hackman che non mi risulta qui segnalata. Mi riferisco al film di Francis Ford Coppola "La Conversazione", Palma d'Oro a Cannes nel 1974 e, imho, pietra miliare da non dimenticare.
Narra la storia di Harry Caul (Gene Hackman), esperto di intercettazioni incaricato di seguire e registrare gli incontri della moglie del "Direttore" (Robert Duvall) con il suo amante. Grazie alle più sofisticate tecniche disponibili, Harry riesce a registrare e mettere insieme i pezzi di una conversazione dalla quale risulta che i due amanti temono di essere uccisi.
Qui inizia l'imprevisto coinvolgimento di Harry, personaggio estremamente solitario e tendenzialmente paranoide, che si identifica con la sorte della coppia e, si direbbe proprio per la prima volta, entra in conflitto con la parte di sé che spia e, per così dire, è bidimensionale, come uno specchio unidirezionale. Si sente quindi responsabile di quel che potrebbe accadere, viene meno al codice professionale e viene inevitabilmente risucchiato nella vita reale che, ahimé, di dimensioni ne ha tre... Purtroppo per lui, a questo non è attrezzato.
La trama è avvincente e non va ovviamente rivelata. E' mirabile la raffigurazione della solitudine di Harry, che si priva di ogni relazione "bidimensionale" (l'unica di cui è stato capace) non appena minaccia di uscire dai rigidi canoni per lui accettabili. E quando si ritrova catapultato in una storia a tre dimensioni, ne viene travolto e ricacciato indietro al suo equilibrio precedente, che però è irrimediabilmente distrutto.
La scena finale è memorabile... Lungi da me il voler fare pubblicità, ma ho visto che su dvd.it è in offerta a € 9,99 ;)
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Amadeus - di Milos Forman (1984)
con F.Murray Abraham e Tom Hulce
La sceneggiatura di Amadeus (tratta da un soggetto teatrale di Peter Shaffer) prende spunto dalla biografia del musicista Antonio Salieri e dal suo rapporto con W.A.Mozart, mescolando elementi storicamente accertati, con altri verosimili e altri ancora completamente inventati.
Milos Forman ne ha tratto una straordinaria storia sull'ambizione e l'invidia, raccontando la vita di un uomo consumato da un'ossessione.
Costumi, ambientazioni, fotografia, regia sono praticamente perfetti e il film si aggiudicò 8 premi Oscar, tra i quali quello meritatissimo a F.Murray Abraham come attore protagonista.
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Se amate la musica di Mozart ed in particolare il suo celeberrimo Requiem conoscete senz'altro questo film; in caso contrario non perdetelo assolutamente. Godetevi lo splendido monologo di Abraham/Salieri che, con il viso verso la cinepresa, ma lo sguardo e il pensiero rivolti alla propria coscienza, confessa allo spettatore la propria ossessione e gli urla la sua rabbia, mentre le note del Requiem si sollevano in sottofondo. Una scena che emoziona profondamente.
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Grazie per questa recensione. :)
Lo faccio vedere ai miei alunni di seconda quasi ogni anno e lo apprezzano tantissimo. I giovanissimi, in genere, si lamentano se un film è troppo "vecchio", ma in questo caso ne rimangono affascinati, e l'interesse che riesce a suscitare nei confronti di Mozart è grandissimo.
Dopo il film, in genere, ci divertiamo - tra le altre cose - a scoprire cosa c'è di vero e cosa di falso nella biografia del musicista, nonché in quella di Salieri.
Un grande film! Anche un interessante spaccato della vita e della società del 1700, realizzato con grande sensibilità, gusto ed ironia.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
meigel
Grazie per la bella recensione :)
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La Cena dei Cretini
Regia: Francis Veber
è una commedia francese del '98. 1 ora e passa di relax, spesso esilarante, che ho rivisto ultimamente con gran piacere.
Per la serie : cretino sarai tu :D.
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Psichedelica storia di una conversazione filosofica.
Ps: "Gli animatori hanno usato dei computer Apple Macintosh "off-the-shelf" non molto costosi.
Il film è stato prodotto utilizzando soprattutto Rotoshop,
un programma di rotoscoping che crea una fusione tra le forme vettoriali dei keyframe..."
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Prezioso come sempre, Gripa :)
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prezioso e originale. Grazie :)
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( :) ) Peterpan. ( :) ) Maina.