:) :smt007Citazione:
Originariamente Scritto da Ismene
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:) :smt007Citazione:
Originariamente Scritto da Ismene
"Per secoli re, sacerdoti, signori feudali, magnati dell'industria e genitori hanno proclamato che l'obbedienza e' una virtu e che la disobbedienza e' un vizio. Quale premessa a un altro punto di vista, ci sia lecito contrapporre a questo atteggiamento la seguente proposizione: la storia dell'uomo e' cominciata con un atto di disobbedienza, ed e' tutt'altro che improbabile che si concluda con un atto di obbedienza."
=La disobbedienza come problema psicologico e morale=
Erich Fromm
...andando avanti nel testo ti si aprono porte che fanno muovere il cervello...vale la pena leggere tutti i suoi saggi...!!!
:) ..Ciao e allora , in questi giorni che sento di averne più bisogno, ho ripreso in mano un libro per me vero e proprio capolavoro...un libro che amo particolarmente ; è poesia, e lui è Paul Eluard surrealista francese, nato alla fine dell Ottocento ( 1895)....essendo poesia ne metto una, perchè la amo perchè credo sia la quintessenza del sentire...
Paul Eluard....
Il cielo si dilaterà
Non se ne poteva più
Di abitare fra i ruderi del sonno
Nell' ombra bassa della requie
Della stanchezza dell' abbandono
La terra riprenderà la forma di noi corpi vivi
Il vento ci subirà
Nei nostri occhi sole e notte andranno
Senza mutarli mai
Il nostro spazio certo e la pura arià saprà
Pareggiare il ritardo che scavò l' abitudine
Tutti verremo a riva d' una memoria nuova
Noi parleremo insieme una lingua sensibile.
e non finirò mai di ringraziare abbastanza ismene, perchè la sua anima ha partorito questo topic....e mica è casuale. Niente è casuale.....grazie Ismina..... :fioriperte: :fioriperte: :fioriperte:
E' bellissima, Sergio... Grazie sempre della tua sensibilità :smt007
[quote="KATANGA"]"Per secoli re, sacerdoti, signori feudali, magnati dell'industria e genitori hanno proclamato che l'obbedienza e' una virtu e che la disobbedienza e' un vizio. Quale premessa a un altro punto di vista, ci sia lecito contrapporre a questo atteggiamento la seguente proposizione: la storia dell'uomo e' cominciata con un atto di disobbedienza, ed e' tutt'altro che improbabile che si concluda con un atto di obbedienza."
=La disobbedienza come problema psicologico e morale=
Erich Fromm
Ciao e grazie kat.... :) e non solo, per quanto mi riguarda la ritengo un dovere , sicuramente presupposto per qualsiasi anima che viaggia...
Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l'imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore. Nella vita degli imperatori c'è un momento, che segue all'orgoglio per l'ampiezza sterminata dei territori che abbiamo conquistato, alla malinconia e al sollievo di sapere che presto rinunceremo a conoscerli e a comprenderli; un senso come di vuoto che ci prende una sera con l'odore degli elefanti dopo la pioggia e della cenere di sandalo che si raffredda nei bracieri [...]
Le città invisibili, Calvino
=C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.=
(il Bombarolo)
=Ma adesso che viene la sera e il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il Sole aldilà delle dune a violentare altre notti.=
=Tu prova ad avere un mondo nel cuore / e non riesci ad esprimerlo con le parole.=
=Certo bisogna farne di strada / da una ginnastica d'obbedienza / fino ad un gesto molto più umano / che ti dia il senso della violenza / però bisogna farne altrettanta / per diventare così coglioni / da non riuscire più a capire / che non ci sono poteri buoni=
lo so, lo so, ho fatto un piccolo strappo al topic piu' che alla regola ...pero' i testi delle canzoni di De Andre' sono da leggere come un libro.
Perdonatemi. :)
"Eppure deve esistere una calligrafia delle passioni. Un segno più morbido, una coda della croma che scende di troppo, uno svolazzo di pausa, quella che vale un quarto, una pressione più forte del pennino, quasi un graffio, un oltraggio a quella carta spessa, lanosa, che un tempo si usava per scrivere musica. Si deve pur trovare un barlume di esitazione, la follia di un Presto con fuoco; il restringersi dell'inchiostro in quel breve spazio della pagina, come volesse comprimere il tempo, farlo stare tutto tra quelle righe esitanti e quegli spazi irregolari: cascate di note, le chiamano; gocce d'acqua, qualche volta. C'è persino un suo Preludio, di Frédéric Chopin intendo, che ha questo nome. I nomi che vennero dati dopo: emozionali, descrittivi, talvolta deleteri. A significar la musica come qualcosa d'altro. Grande sbandamento di chi venne dopo i romantici e volle che la natura, l'analogia, entrasse tra quei segni, e li guidasse, quasi fossero i cristalli d'argento d'un dagherrotipo. Neppure il ricordo di quell'albero di fronte alla sua finestra nella casa di campagna di Nohant deve essere servito a cambiare quei segni incerti, malati, stanchi, che ho di fronte a me. Certo sublimi, geniali, minati però dalla fatica, dalla sensazione di non farcela. Altro son le gocce d'acqua, altro le pianure polacche, altro ancora i versi del poeta Mickiewicz che guidarono le Ballate. Si diceva che scrisse le quattro Ballate ispirato da quei versi. Eppure, di quei versi nulla rimane, cancellati; rimane la musica, e sarebbe un'offesa accomunarla a qualunque cosa, vorrei che fosse lasciata in pace. No, leggende di vecchi insegnanti, abituati alla vita, alla similitudine, piuttosto che alla musica; a paragonare l'accordo di do maggiore, piuttosto che ascoltarlo davvero..."
(Roberto Cotroneo - "Presto con fuoco")
bellissimo,l´ho letto anch´io per ben tre volte....grazie per averlo citato....Citazione:
Originariamente Scritto da Gugnihr
“Quando gli accadde il fatto del piccione, che sconvolse la sua esistenza da un giorno all’altro, Jonathan Noel aveva già più di cinquant’anni, dietro di sè un intervallo di tempo di vent’anni circa totalmente privo di eventi, e mai avrebbe pensato che potesse ancora accadergli qualcosa di fondamentale, se non, un giorno, la morte. E così gli andava benissimo. Infatti non amava gli eventi, e odiava addirittura quelli che turbavano l’equilibrio interno e sovvertivano l’ordine esterno del quotidiano.”
Patrick Suskind – “Il Piccione”