Bombòn El Perro è un film del 2004, del regista argentino Carlos Sorin.
L'ho scovato "per caso" durante la mia perenne ricerca su tutto quello che è Patagonia, e in effetti la Patagonia è il teatro della storia, che racconta l'amicizia fra Juan, disoccupato, e questo bellissimo esemplare di dogo argentino.
E' ancora "il caso" che guida l'incontro fra i due e le vicende che da questo incontro si sviluppano, sullo sfondo di un'Argentina minore, afflitta da problemi sociali ed economici che pure non vengono mai usati come propaganda politica, ma piuttosto utilizzati per delineare un ritratto assolutamente realista dove lo spettatore è libero di seguire piu' chiavi di lettura.
Anche l'amicizia fra l'uomo e il cane non è enfatizzata come si potrebbe pensare di un film su un rapporto fra uomo e animale in stile hollivùd, piuttosto l'accento è posto sul rapporto col proprio "doppio" e ben testimoniato dall'intrecciarsi degli avvenimenti che l'incontro casuale ha provocato.
Il cast è rigorosamente composto da attori non professionisti, eccellente dimostrazione di quanto non sia necessario disporre di budget elevati per produrre pellicole di qualità.
La scena in cui Juan tenta inutilmente di vendere stupendi coltelli, fabbricati da lui stesso, ad altri operai che non avranno mai i soldi per comperarli e dove poi è costretto a cedere il piu' bello al guardiano dell'impianto industriale, è da antologia del cinema e di una tenerezza struggente.
Emozioni delicate raccontate in un registro sottotono, se non vi spaventa la lentezza dello svolgimento questo film merita di essere visto.
Ottima fotografia e meravigliosa Patagonia, territorio dove l'uomo è ancora un intruso e non riesce con tutta la sua invadenza a vincere la battaglia contro la vastità e la desolazione del paesaggio e dove il vento che soffia incessante sembra al tempo stesso negare ogni possibilità di categorica affermazione e sottolineare l'ineluttabilità delle cose e delle vicende umane.
Bello!
:)
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