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Pur apprezzando Russell, non posso che replicare con :
"Nell'ombra della casa, sulle rive soleggiate del fiume presso le barche, nell'ombra del bosco di Sal, all'ombra del fico crebbe Siddharta, il bel figlio del Brahmino, il giovane falco, insieme all'amico suo, Govinda, anch'egli figlio di Brahmino. Sulla riva del fiume, nei bagni, nelle sacre abluzioni, nei sacrifici votivi il sole bruniva le sue spalle lucenti. Ombre attraversavano i suoi occhi neri nel boschetto di mango, durante i giochi infantili, al canto di sua madre, durante i santi sacrifici, alle lezioni di suo padre, così dotto, durante le conversazioni dei saggi. Già da tempo Siddharta prendeva parte alle conversazioni dei saggi, si esercitava con Govinda nell'arte oratoria, nonché nell'esercizio delle facoltà di osservazione e nella pratica della concentrazione interiore."
Siddharta - Hermann Hesse
Un sorriso :)
Eh, beh... il principe Siddharta è un mito.... :)
In poche parole Carson riferisce a Tiger e Kit ciò che ha a loro detto lo stregone....:
" perciò potete bene immaginare come Tex ed io, ci si sia rimasti male. Tutto portava a credere che autori dell'attacco a Yampas fossero Loa e il vecchio Mefisto ,invece, a quanto afferma il nostro stregone,sembra che quell'infernale tizzone non c'entri niente "......
I Quattro Amuleti-Tex Willer ( Bonelli )......
Grande letto ora tutto d'un fiato.....:-o :) :wink: :)
Da grande FAN di Tex Willer e compagnia non posso che ribadire:Citazione:
Originariamente Scritto da sergiomac
GRANDE!!! ;)
http://texbr.com/personagens/imagens/mefisto.jpg
Sono uscita nella strada davanti all'albergo, e ho sentito l'aria. L'aria mi può bastare. E' la mia aria.
In nessun'altra valle vicina o lontana c'è quell'aria. Io la riconosco all'odore leggero che sa di latte, di strame, di erbe amare. Ma non è un odore, se non dopo.
Non è mai esaurito il mio bisogno di quell'aria. Io la penso di lontano, e mi nutre. Mi tormenta, anche: per qualcosa di irraggiungibile, ma anche di fatale. Essa è per me il passato: tutto quello che è avvenuto. Per me è anche "loro". In loro sono compresa io. La conoscenza di loro e di me, come non era veramente distinta allora, tanto meno lo è adesso.
Lalla Romano - La penombra che abbiamo attraversato.
In Patagonia - Bruce Chatwin
Nella stanza da pranzo della nonna c'era un armadietto chiuso da uno sportello a vetri, e dentro l'armadietto un pezzo di pelle. Il pezzo era piccolo, ma spesso e coriaceo, con ciuffi di ispidi peli rossicci. Uno spillo arrugginito lo fissava a un cartoncino. Sul cartoncino c'era scritto qualcosa con inchiostro nero sbiadito, ma io ero troppo piccolo, allora, per leggere.
"Cos'è questo?".
"Un pezzo di brontosauro".
La mamma conosceva i nomi di due animali preistorici: il brontosauro e il mammut. Sapeva che questo non era un mammut. I mammut venivano dalla Siberia.
:ola:Citazione:
Originariamente Scritto da sergiomac
dopo russel e siddharta....perché no il grande sergio bonelli??????
"Lo stormo di demoni che ora planava sul deserto mauritano,nero sullo sfondo rosso del cielo,era dotato di becco.Ognuna di quelle creature gigantesche di tanto in tanto lo spalancava ed emetteva un grido strozzato, cosi spaventoso che individui umani non addestrati sarebbero impazziti al solo udirlo.Ma negli eserciti che arrancavano tra le dune gli umani erano pochissimi:qualche brigata appena,per ognuna delle parti in lotta...."
Valerio Evangelisti "Mater Terribilis"
"Li aveva sognati tante volte,in quegli anni,senza capirne il motivo,con maschere azzurre come il cielo di luglio e mantelli di vento che gli vorticavano intorno e lo facevano ansimare nel sonno.
Poi d'improvviso si faceva notte e un ragazzo più grande compariva nel cortile di un carcere ballando in controfuoco una danza scomposta;incoronato d'aglio si proclamava re dei braccianti e reggeva tra le mani una testa di cane tagliata a metà.
Coriandoli e stelle filanti erano sparsi nei corridoi e negli scompartimenti del treno e nel prendere posto accanto al prete,la lunga veste nera gli era sembrata un costume di carnevale.
Di fronte al sacerdote sedeva un uomo piccolo e magro dalla carnagione scura.Portava occhiali cerchiati di metallo e reggeva sulle ginocchia una borsa di cuoio.
Da quello che diceva si capiva che era un medico,che non credeva ai miracoli e forse neppure a Dio."
"Un destino ridicolo" di Fabrizio de Andrè e Alessandro Gennari.
Splendido libro che consiglio a tutti! :)
"Era un vicolo senza uscita, col selciato in rovina, tutto buchi e cunette, con due stretti marciapiedi in parte distrutti. S'infilava come un dito screpolato tra due file di villini a uno o due piani, stretti l'uno contro l'altro. In fondo, era chiuso da due cancelli coperti da una misera vegetazione.
Nulla trapelava dalle sue finestre, nessun cenno di intimità, nessuna attività. Sembrava di essere in provincia, invece si era nel centro di Parigi. Non c'era miseria, ma neppure ricchezza. Qui abitava la piccola borghesia, quella che nasconde i risparmi nelle calze di lana, dietro le crepe delle facciate, le persiane sdentate, le grondaie arrugginite e i muri decrepiti che si sgretolano pezzo dopo pezzo. Ma le porte erano solide e le finestre al pianterreno protette da robuste sbarre di ferro.
Quest'isola tranquilla nel cuore della città risaliva probabilmente a una cinquantina di anni prima. Si scorgevano qua e là alcune tracce di liberty in quelle facciate scompaginate. Chissà chi ci abitava. A giudicare da certe vetrate, certi battenti di porta, certi motivi floreali, il vicolo era forse abitato da artisti in pensione, vecchi imbrattatele, vecchie cantanti liriche, anziani virtuosi del palcoscenico.
Per sette anni, tre volte la settimana, ho camminato lungo questo vicolo, fino in fondo, fino al cancello a sinistra. So come cade la pioggia sui ciottoli di pietra, so come gli abitanti si riparano dal freddo. So che d'estate la vita diventa quasi agreste, con i vasi di gerani alle finestre e i gatti addormentati al sole. Conosco il vicolo di giorno e di sera. So che è sempre vuoto. È vuoto anche quando qualche pedone si affretta a raggiunger la propria porta, o quando qualche macchina esce da un garage. Non mi ricordo che ora fosse la prima volta che passai quel cancello. Non so se feci caso al piccolo giardino abbandonato a se stesso, alla ghiaia dell'angusto vialetto. Non so se contai i sette scalini che conducono al portoncino d'ingresso, se guardai il muro di pietra mentre aspettavo che venissero ad aprire.
Non credo.
Vidi invece l'ometto bruno che mi porgeva la mano..."
(Marie Cardinal - Le parole per dirlo)
:) :smt007Citazione:
Originariamente Scritto da Ismene
"Per secoli re, sacerdoti, signori feudali, magnati dell'industria e genitori hanno proclamato che l'obbedienza e' una virtu e che la disobbedienza e' un vizio. Quale premessa a un altro punto di vista, ci sia lecito contrapporre a questo atteggiamento la seguente proposizione: la storia dell'uomo e' cominciata con un atto di disobbedienza, ed e' tutt'altro che improbabile che si concluda con un atto di obbedienza."
=La disobbedienza come problema psicologico e morale=
Erich Fromm
...andando avanti nel testo ti si aprono porte che fanno muovere il cervello...vale la pena leggere tutti i suoi saggi...!!!
:) ..Ciao e allora , in questi giorni che sento di averne più bisogno, ho ripreso in mano un libro per me vero e proprio capolavoro...un libro che amo particolarmente ; è poesia, e lui è Paul Eluard surrealista francese, nato alla fine dell Ottocento ( 1895)....essendo poesia ne metto una, perchè la amo perchè credo sia la quintessenza del sentire...
Paul Eluard....
Il cielo si dilaterà
Non se ne poteva più
Di abitare fra i ruderi del sonno
Nell' ombra bassa della requie
Della stanchezza dell' abbandono
La terra riprenderà la forma di noi corpi vivi
Il vento ci subirà
Nei nostri occhi sole e notte andranno
Senza mutarli mai
Il nostro spazio certo e la pura arià saprà
Pareggiare il ritardo che scavò l' abitudine
Tutti verremo a riva d' una memoria nuova
Noi parleremo insieme una lingua sensibile.
e non finirò mai di ringraziare abbastanza ismene, perchè la sua anima ha partorito questo topic....e mica è casuale. Niente è casuale.....grazie Ismina..... :fioriperte: :fioriperte: :fioriperte:
E' bellissima, Sergio... Grazie sempre della tua sensibilità :smt007
[quote="KATANGA"]"Per secoli re, sacerdoti, signori feudali, magnati dell'industria e genitori hanno proclamato che l'obbedienza e' una virtu e che la disobbedienza e' un vizio. Quale premessa a un altro punto di vista, ci sia lecito contrapporre a questo atteggiamento la seguente proposizione: la storia dell'uomo e' cominciata con un atto di disobbedienza, ed e' tutt'altro che improbabile che si concluda con un atto di obbedienza."
=La disobbedienza come problema psicologico e morale=
Erich Fromm
Ciao e grazie kat.... :) e non solo, per quanto mi riguarda la ritengo un dovere , sicuramente presupposto per qualsiasi anima che viaggia...
Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l'imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore. Nella vita degli imperatori c'è un momento, che segue all'orgoglio per l'ampiezza sterminata dei territori che abbiamo conquistato, alla malinconia e al sollievo di sapere che presto rinunceremo a conoscerli e a comprenderli; un senso come di vuoto che ci prende una sera con l'odore degli elefanti dopo la pioggia e della cenere di sandalo che si raffredda nei bracieri [...]
Le città invisibili, Calvino
=C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.=
(il Bombarolo)
=Ma adesso che viene la sera e il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il Sole aldilà delle dune a violentare altre notti.=
=Tu prova ad avere un mondo nel cuore / e non riesci ad esprimerlo con le parole.=
=Certo bisogna farne di strada / da una ginnastica d'obbedienza / fino ad un gesto molto più umano / che ti dia il senso della violenza / però bisogna farne altrettanta / per diventare così coglioni / da non riuscire più a capire / che non ci sono poteri buoni=
lo so, lo so, ho fatto un piccolo strappo al topic piu' che alla regola ...pero' i testi delle canzoni di De Andre' sono da leggere come un libro.
Perdonatemi. :)
"Eppure deve esistere una calligrafia delle passioni. Un segno più morbido, una coda della croma che scende di troppo, uno svolazzo di pausa, quella che vale un quarto, una pressione più forte del pennino, quasi un graffio, un oltraggio a quella carta spessa, lanosa, che un tempo si usava per scrivere musica. Si deve pur trovare un barlume di esitazione, la follia di un Presto con fuoco; il restringersi dell'inchiostro in quel breve spazio della pagina, come volesse comprimere il tempo, farlo stare tutto tra quelle righe esitanti e quegli spazi irregolari: cascate di note, le chiamano; gocce d'acqua, qualche volta. C'è persino un suo Preludio, di Frédéric Chopin intendo, che ha questo nome. I nomi che vennero dati dopo: emozionali, descrittivi, talvolta deleteri. A significar la musica come qualcosa d'altro. Grande sbandamento di chi venne dopo i romantici e volle che la natura, l'analogia, entrasse tra quei segni, e li guidasse, quasi fossero i cristalli d'argento d'un dagherrotipo. Neppure il ricordo di quell'albero di fronte alla sua finestra nella casa di campagna di Nohant deve essere servito a cambiare quei segni incerti, malati, stanchi, che ho di fronte a me. Certo sublimi, geniali, minati però dalla fatica, dalla sensazione di non farcela. Altro son le gocce d'acqua, altro le pianure polacche, altro ancora i versi del poeta Mickiewicz che guidarono le Ballate. Si diceva che scrisse le quattro Ballate ispirato da quei versi. Eppure, di quei versi nulla rimane, cancellati; rimane la musica, e sarebbe un'offesa accomunarla a qualunque cosa, vorrei che fosse lasciata in pace. No, leggende di vecchi insegnanti, abituati alla vita, alla similitudine, piuttosto che alla musica; a paragonare l'accordo di do maggiore, piuttosto che ascoltarlo davvero..."
(Roberto Cotroneo - "Presto con fuoco")
bellissimo,l´ho letto anch´io per ben tre volte....grazie per averlo citato....Citazione:
Originariamente Scritto da Gugnihr
“Quando gli accadde il fatto del piccione, che sconvolse la sua esistenza da un giorno all’altro, Jonathan Noel aveva già più di cinquant’anni, dietro di sè un intervallo di tempo di vent’anni circa totalmente privo di eventi, e mai avrebbe pensato che potesse ancora accadergli qualcosa di fondamentale, se non, un giorno, la morte. E così gli andava benissimo. Infatti non amava gli eventi, e odiava addirittura quelli che turbavano l’equilibrio interno e sovvertivano l’ordine esterno del quotidiano.”
Patrick Suskind – “Il Piccione”
Il Mare dei Caraibi, in piena tempesta, muggiva tremendamente, scagliando delle vere montagne d'acqua contro i moli di Puerto Limon e le spiagge del Nicaragua e di Costarica. Il sole non era per anco tramontato, ma le tenebre cominciavano di già a scendere, come se fossero impazienti di celare la lotta accanita che si combatteva in cielo ed in terra. L'astro diurno, rosso come un disco di rame, non proiettava che radi sprazzi attraverso gli strappi delle nerissime nuvole che volta a volta lo avviluppavano. Ancora non pioveva, però le cateratte del cielo non dovevano tardare ad aprirsi
Solamente alcuni pescatori ed alcuni soldati della piccola guarnigione spagnuola avevano osato rimanere sulla spiaggia, sfidando con ostinazione la furia crescente delle onde e le cortine d'acqua che il vento sollevava dal mare per poi spingerle addosso alle case.
Un motivo, forse molto grave, li aveva ancora trattenuti all'aperto. Da qualche ora una nave era stata scorta sulla linea dell'orizzonte e, dalla direzione delle sue vele, pareva avesse l'intenzione di cercare un rifugio entro la piccola baia.
In altra occasione nessuno avrebbe fatto gran caso alla presenza di un veliero, ma nel 1680, epoca in cui comincia la nostra istoria, la cosa era ben diversa.
Ogni nave che veniva dal largo non mancava di produrre una viva emozione nelle popolazioni spagnuole delle colonie del Golfo del Messico, sia del Yucatan, del Guatemala, dell'Honduras, del Nicaragua, di Costarica, di Panama e delle grandi isole Antille.
La paura di veder comparire l'avanguardia di qualche flotta di filibustieri, gli audacissimi pirati della Tortue, metteva lo scompiglio fra quelle industriose popolazioni. Bastava che si scorgesse qualche cosa di sospetto nelle manovre delle navi che venivano segnalate, perchè le donne ed i fanciulli corressero a rinchiudersi nelle loro abitazioni e gli uomini ad armarsi precipitosamente. Se la bandiera era spagnuola, veniva salutata con strepitosi evviva, essendo cosa piuttosto rara che fosse sfuggita alla crociera di quegli intrepidi corsari; se era di diverso colore, il terrore invadeva coloni e soldati ed impallidivano perfino gli ufficiali incanutiti al fumo delle battaglie.
La Regina dei Caraibi - Emilio Salgari
non è l'incipit, comunque:
"Ci abbracciavamo con forza, vecchio, e quanto più ti stringevo, tanto più grande era la certezza che da questo abbraccio iniziava il più inevitabile e definitivo dei saluti, quello di cui non abbiamo mai parlato, e che ora, mentre un'altra nuvola si frappone tra il sole di luglio e i vetri della sala vip dell'aeroporto, sembra completarsi con queste parole che
non ti arriveranno mai, così come non mi arrivano, come non mi arriveranno mai le parole che dici dall'altra parte, sulla terrazza, con un pugno alzato, vecchio nobile, vecchio buono, vecchio compagno, vecchio amico, e se io non avessi questa testardaggine virile che mi hai dato avvolta nelle più tenere violenze, griderei il mio dolore di cucciolo ferito per non poterti dire ciao vecchio, ciao vecchio mio, ciao caro vecchio, ciao papà."
Luis Sepulveda - La frontiera scomparsa
“Si giocava d’azzardo in quegli anni, come si era sempre giocato, con accanimento e passione; perché non c’era, né c’era mai stato a Luino altro modo per poter sfogare senza pericolo l’avidità di danaro, il dispetto verso gli altri e, per i giovani, l’esuberanza dell’età e la voglia di vivere.
Nei paesi la vita è sotto la cenere. Per vivere come si vorrebbe da giovani ci vuole danaro; e di danaro ne corre poco. Allora si gioca per moltiplicarlo e si finisce col fare del gioco un fine, una manìa nella quale si stempera la noia dei pomeriggi e delle sere.”
Piero Chiara – “Il piatto piange”
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose; Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare; il tempo è stato il mio Democrito. Questa penembra è lenta e non fa male; scorre per un mite pendio e assomiglia all'eternità. I miei amici non hanno volto, le donne sono quel che erano molti anni fa, gli incroci delle strade potrebbero essere altri, non ci sono lettere sulle pagine dei libri. Tutto questo dovrebbe intimorirmi, ma è una dolcezza, un ritomo. Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra ne avrò letti solo alcuni, quelli che continuo a leggere nella memoria, a leggere e a trasformare. Dal Sud, dall'Est, dall'Ovest, dal Nord, convergono i cammini che mi hanno portato nel mio segreto centro. Quei cammini furono echi e passi, donne, uomini, agonie, resurrezioni, giorni e notti, dormiveglia e sogni, ogni infimo istante dello ieri e di tutti gli ieri del mondo, la ferma spada del danese e la luna del persiano, gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole, Emerson e la neve e tante cose. Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro, alla mia algebra, alla mia chiave, al mio specchio. Presto saprò chi sono.
"Elogio dell'Ombra"......... Jorge Luis Borges
Dopo il Diluvio
..Appena l'idea di Diluvio si fu pacata,
una lepre sostò tra lupinelle e campanule ondeggianti e rivolse la sua preghiera all'arcobaleno attraverso la tela del ragno....
da..... Illuminazioni......Arthur Rimbaud
[I]La voce femminile si diffonde dall'altoparlante, leggera e piena di promesse come un velo da sposa.
- Il signor Malaussène è desiderato all'Ufficio Reclami.
Una voce velata, come se le foto di Hamilton si mettessero a parlare. Eppure, colgo un leggero sorriso dietro la nebbia di Miss Hamilton. Niente affatto tenero, il sorriso. Bene, vado. Arriverò probabilmente la settimana prossima. È il 24 dicembre, sono le 16 e 15, il Grande Magazzino è strapieno. Una fitta folla di clienti gravati dai regali ostruisce i passaggi. Un ghiacciaio che cola impercettibilmente, in un cupo nervosismo. Sorrisi contratti, sudore lucente, ingiurie sorde, sguardi pieni d'odio, urla terrorizzate di bambini acciuffati da Babbi natale idrofili.
- Non aver paura, tesoro, è Babbo Natale![I]
IL PARADISO DEGLI ORCHI - Daniel Pennac
Fine dell'infazia.... da Ossi di seppia Eugenio Montale
..Rombando s'ingolfava
dentro l'arcuata ripa
un mare pulsante, sbarrato da solchi ,
creputo e fioccoso di spume.
Di contro alla foce
d'un torrente che strabboccava
il flutto ingialliva.
Giravano al largo i grovigli dell'alighe
e tronchi d'alberi alla deriva......
E non ringrazierò mai abbastanza Ismina per aver pensato questo topic :fioriperte:
Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.
Patrick Süskind -Il Profumo
Se, come me, amate questo libro, non perdetevi questo film, in programmazione da qualche giorno.
;) ciao
http://img86.imageshack.us/img86/4158/qmf8.png
=Q=
Luther Blissett
per chi fosse interessato link diretto per scaricarlo assolutamente legalmente:
http://www.wumingfoundation.com/pdfdownload/Q1_pdf.zip
:)
Cass era la più giovane e la più bella di 5 sorelle. Cass era la più bella ragazza di tutta la città. Mezzindiana, aveva un corpo stranamente flessuoso, focoso era e come di serpente, con due occhi che proprio ci dicevano. Cass era fuoco fluido in movimento. Era come uno spirito incastrato in una forma che però non riusciva a contenerlo. I capelli neri e lunghi, i capelli di seta, si muovevano ondeggiando e vorticando come il corpo volteggiava. Lo spirito, o alle stelle o giù ai calcagni. Non c’era via di mezzo, per Cass. C’era anche chi diceva ch’era pazza. Gli imbecilli lo dicevano. Gli scemi non potevano capirla. Agli uomini in genere Cass pareva una macchina da fottere, e quindi non gliene fregava niente, fosse o non fosse pazza. E Cass ballava e civettava, si lasciava baciare dagli uomini, ma, tranne qualche rara volta, quando si stava per venire al dunque, com’è come non è, Cass si eclissava, Cass aveva eluso gli uomini...
La più bella donna della città - da "Storie di ordinaria follia" - Bukowski
ciao
"Un giorno di primavera, nell'ora di un tramonto straordinariamente caldo, a Mosca, agli stagni Patriarshie, apparvero due signori. Il primo, che indossava un completo estivo sul grigio, era di bassa statura, grasso, calvo, teneva in mano un dignitoso cappello, e sul suo viso ben rasato erano collocati degli occhiali di dimensioni spropositate con la montatura di corno nero. Il secondo - un giovanotto dalle spalle larghe e dai capelli rossicci e arruffati, con un berretto a scacchi appoggiato sulla nuca, - portava una camicia da cow-boy, dei pantaloni bianchi spiegazzati e sandali neri.
Il primo altri non era che Michail Aleksandrovich Berlioz, presidente di una delle più grandi associazioni letterarie di Mosca, chiamata in sigla MASSOLIT, nonché direttore di una grossa rivista letteraria, mentre il suo giovane accompagnatore era il poeta Ivan Nikolaevich Ponyrëv, che si firmava con lo pseudonimo di Bezdomnyj.
Giunti all'ombra dei tigli che cominciavano allora a verdeggiare, gli scrittori si precipitarono per prima cosa verso un chiosco dipinto a colori vivaci, che portava la scritta << Birra e bibite >>.
Ma conviene rilevare la prima stranezza di quella spaventosa serata di maggio. Non solo presso il chiosco, ma in tutto il viale, parallelo alla via Malaja Bronnaja, non c'era anima viva."
(Michail Bulgakov - Il Maestro e Margherita)
I always get the shakes before a drop. I’ve had the injections, of course, and hypnotic preparation, and it stands to reason that I can’t really be afraid. The ship’s psychiatrist has checked my brain waves and asked me silly questions while I was asleep and he tells me that it isn’t fear, it isn’t anything important — it’s just like the trembling of an eager race horse in the starting gate.
:wink:
Starship Troopers!Citazione:
Originariamente Scritto da aittam
Ma siccome non è un quiz, meglio citare autore, titolo e magari una breve impressione personale :)
non c'era l'intenzione di fare quiz ma dopo l'osceno film bisognerebbe leggere il libro e poi guardrne il titolo :wink:Citazione:
Originariamente Scritto da pippi
visto che ci hai preso al volo vedi se trovi l'incipit di Starnger in a strange land.......
ci ha preso Google veramente .... :)Citazione:
Originariamente Scritto da aittam
il mio post solo voleva sollecitare una breve recensione (bastano due righe) del libro citato, mi piace leggere cosa ne pensa chi ha letto già. :)
"Once upon a time there was a Martian named Valentine Mi Smith..." :wink:Citazione:
Originariamente Scritto da aittam
"I rettili sono ripugnanti a causa del loro corpo freddo, colorito pallido, scheletro cartilaginoso, pelle immonda, aspetto feroce, occhio calcolatore, odore sgradevole, voce stridula, tana squallida e terribile veleno; per questa ragione il Creatore non ha esercitato il suo potere per crearne una moltidudine"
" Non si può eliminare una nuova forma di vita"
Michael Crichton- Jurrasic Park 1990
Citazione:
Originariamente Scritto da Ismene
Molte altre stranezze si verificano nel corso delle successive pagine di questo visonario romanzo :smt007 :smt007 :smt007 :smt007
mi hai fatto venire voglia di tornare a leggerlo
Io lo sto rileggendo proprio adesso.
L'avevo "divorato" ai tempi del liceo, e adesso scopro nuove visuali dalla mia rinnovata "maturità".. :)
Libro fantastico, e che scrittura!!
"Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato (fu lui, mi sembra, il primo a informarmene), che Arturo è una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato pure da un re dell'antichità, comandante a una schiera di fedeli: i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re trattati alla pari, come fratelli. Purtroppo, venni poi a sapere che questo celebre Arturo re di Bretagna non era storia certa, soltanto leggenda; e dunque, lo lasciai da parte per altri re più storici (secondo me, le leggende erano cose puerili)..."
(Elsa Morante - L'isola di Arturo)