Ahia!! nel tuo elenco manca Saul Bellow!! (ma se hai apprezzato Richler -grande!- non puoi non averlo letto.)
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No, non credo di averlo, altrimenti me ne ricorderei (il che, non è una certezza). :)
Dammi un incipit che ritieni che meriti...
L'incipit di quello che mi ha più 'rapita' non merita, ma tutto il libro sì
Ne muoiono più di crepacuore.
te lo consiglio vivamente
(Vado a godermi il filmato che sono riuscita a trasferire su pendrive dopo
- aver cercato tanto sulla ricerca
-aver letto tanti post senza trovare le indicazioni necessarie resistendo alla tentazione di chiedere aiuto per evitare cazziatoni :angioletto
-aver trasferito il filmato su pendrive per puro caso (ho copiato il filmato, trovato un'icona 'no name' -era del pendrive riconosciuta perchè apparivano delle foto-, col dx del mouse ho cliccato su incolla e ... vualà!!).
- essermi dannata perchè il lettore non lo leggeva
-essermi accorta che il lettore era scollegato dalla tv
continua la saga della fortuna del principiante :oops )
Donne che amano troppo
di Robin Notrhwood, Ed. Feltrinelli
purtroppo il mio disordine cronico mi impedisce di trovare subito i libri che mi sono più cari e ... l'incipit va a farsi friggere. però non posso mancare di raccomandare questo libro di cui ho regalato, non a caso, tante copie.
dipendesse da me lo inserirei, obbligatorio, tra i testi di studio/riflessione di ogni scuola superiore.
tratta, appunto, di donne (ma anche tanti uomini sono interessati al fenomeno) la cui relazione d'amore è caratterizzata da sofferenza ed insegna a riconoscere i sintomi di un rapporto che sfocerà, fatalmente, nel dolore.
quanti rapporti 'malati' conosciamo/abbiamo vissuto ? cosa spinge donne e uomini ad intrappolarsi in legami soffocanti, problematici, troppo spesso pericolosi?
come riconoscere questo tipo d'amore malato? come prenderne coscienza? come scampare il pericolo?
leggetelo con attenzione, regalatelo alle vostre figlie (la sindrome della crocerossina sta sempre dietro l'angolo), alle vostre amiche, ai vostri compagni di vita.
L'ho letto. Tutto, e anche bene. Poi, dopo qualche anno, confesso di averlo buttato via, perché ha cominciato a darmi l'idea del "manuale", ed è la cosa che odio di più... Una mia insofferenza soggettiva, per carità... Questo per dire che avrei scritto volentieri io l'incipit, ma non ho più il libro... Però TROVALO, perché l'incipit ci vuole, altrimenti hai sbagliato sezione :)
Attenzione al cognome: Norwood. :smt039
:)
ho svuotato 2 settori della libreria per cercarlo. nutrirò speranza fino al trentaquattresimo (sono un'ottimista accanita ).
Un manuale? Forse. 'Come riconoscere di essere una vittima predestinata e scampare il pericolo', ma magari qualche ragazza di mia conoscenza l'avesse letto prima....
Norwood, è vero (l'età fa brutti scherzi :x )
"Saranno in molti a biasimarmi. Che posso farci? È colpa mia se pochi mesi prima della dichiarazione di guerra avevo solo dodici anni? Forse le emozioni scatenate da quell'evento straordinario appartengono a un genere che l'infanzia non sperimenta mai. Ma, poiché è difficile invecchiarsi in maniera efficace, in barba alle apparenze, proprio in quell'età acerba mi capitò d'impegnarmi in un'avventura che metterebbe in imbarazzo persino un adulto. E non sono stato l'unico. Di quel periodo, i miei coetanei conserveranno ricordi assai diversi da quelli dei compagni più anziani. Quanto a coloro che già adesso me ne vogliono, li esorto a raffigurarsi ciò che la guerra rappresentò per molti giovanissimi: quattro lunghi anni di vacanze..."
(Raymond Radiguet - Il diavolo in corpo)
" fotografare e disegnare - visti in parallelo -
La fotografia è per me l'impulso spontaneo di un'attenzione visiva perpetua che capta l'istante e la sua eternità.
Il disegno, per la sua grafologia, elabora quello che la nostra coscienza ha colto di quell'istante.
La fotografia è un'azione immediata, il disegno una meditazione "
tratto da L'immaginario dal vero di Henri Cartier-Bresson
non è proprio l'incipit ma sono alcune righe che mi hanno colpito in modo particolare, chiedo scusa
bell'idea una discussione sugli incipit preferiti :smt023
"Alice Della Rocca odiava la scuola di sci. Odiava la sveglia alle sette e mezzo del mattino anche
nelle vacanze di Natale e suo padre che a colazione la fissava e sotto il tavolo faceva ballare la
gamba nervosamente, come a dire su, sbrigati. Odiava la calzamaglia di lana che la pungeva sulle
cosce, le moffole che non le lasciavano muovere le dita, il casco che le schiacciava le guance e
puntava con il ferro sulla mandibola e poi quegli scarponi, sempre troppo stretti, che la facevano
camminare come un gorilla."
(La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano)
"Da piccolo passavo spesso il fine settimana da mia nonna.
Quando arrivavo, il venerdì sera, lei mi sollevava in uno dei suoi abbracci soffocanti.
E quando me ne andavo, la domenica pomeriggio, mi alzava di nuovo per aria.
Solo molti anni dopo ho capito che mi stava pesando."
SE NIENTE IMPORTA Jonathan Safran Foer