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"Che la festa cominci" - NIccolò Ammaniti
Lo ammetto, Ammaniti mi piace moltissimo, sarà perchè descrive realtà che dobbiamo aver frequentato parallelamente (siamo coetanei, figli di famiglie probablimente simili, ambienti frequentati simili, Roma Nord i quartieri borghesi di quell'area nella Roma degli anni '80, i miti e le leggende metropolitane come i riti satanici ai castelli, le creature di Villa Ada...), sarà perchè le vede con occhi simili ai miei.
Bene, Ammaniti prende queste realtà, anche quelle odierne, e le ingigantisce, le gonfia in un assurdo che per quanto tale, potrebbe essere paradossalmente reale, almeno in parte.
Il protagonista è un giovane scrittore di successo che viene invitato ad una festa folle, organizzata dal nuovo proprietario di Villa Ada a Roma, un imprenditore arraffatutto, degna copia ingigantita dei peggori elementi che si vedono in giro ultimamente. In questa festa, ospiti tutti i Vip del "bel mondo" ne succederanno di tutti i colori, in parallelo anche agli sgangherati tentativi di una sedicente micro-setta satanica col progetto di compiere "il" gesto che la eleverà a setta satanica "numero uno". Il finale ricorda l'Ammaniti amante di un modo di scrivere un po' "Pulp" dei suoi primi romanzi come "Branchie" e "Fango".
Non è il suo miglior libro, ma a parer mio merita la lettura. Se volete cominciare con Ammaniti, sicuramente "Io non ho paura" e "Ti prendo e ti porto via" sono i migliori.
Se avete lo stomaco forte, allora via con "Branchie", "Fango" e soprattutto "Come Dio comanda", un vero pugno nello stomaco, nella sua crudezza.
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Originariamente Scritto da
Peterpan
Se volete cominciare con Ammaniti, sicuramente "Io non ho paura"
"Io non ho paura" è l'unico che ho letto e l'ho apprezzato molto; l'ho terminato al cinema, 10 minuti prima di iniziare a vedere il relativo film di Salvatores (molto bello anche quello); quindi sapevo già come andava a finire la faccenda.
Grazie per la segnalazione :)
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Originariamente Scritto da
Luthien
Aggiungo una breve riflessione e segnalazione continuando questo topic interessante.
Da mesi ormai in rete si odorano discussioni sull’immaginario dei tempi moderni ed attuali impoverito di contenuti e valori. Le donne sono obbligate a una bella presenza stereotipata, il concetto di seduzione ha raggiunto limiti grotteschi e la cronaca quotidiana lo testimonia abbondantemente. Sul filo di questo pensiero che raccolgo nel mio navigare mi sono imbattuta nel libro 'Le donne non invecchiano mai' di Iaia Caputo. Prezioso regalo di un amico che senza parlarne e all'insaputa dei miei percorsi ha indovinato alcune mie (e non solo) meditazioni.
Che significa invecchiare nell'epoca del mito dell'eterna giovinezza? Occorre ridisegnare la propria identità di donne e il rapporto distorto tra i generi? Ma soprattutto come creare un nuovo immaginario di riferimento?
Sembrano esse stesse domande stereotipate inserite in un argomento vacuo, ma è proprio così?
Mi era sfuggito. Lo acquisterò quanto prima.
Hai posto delle domande che tutto possono essere meno che stereotipate.
La questione non è davvero da lasciar scivolare e poichè non credo che questa sia una sezione di 'discussioni' (se può esserlo avvertitemi :D ) Vi invito a leggere Donne che corrono coi lupi, scritta dalla psicologa junghiana Clarissa Pinkola Estés, Ed. Frassinelli.
E' un libro contorto, complesso che raccomando alle giovani donne e, soprattutto, alle madri, agli uomini che non hanno paura di ri-scoprire la loro parte femminile ed essere 'portatori di luce' per le donne che viaggiano loro accanto.
In breve, la Estés risponde alla domanda posta da Luthien 'come creare un nuovo immaginario di riferimento?': ricercando nel passato, scavando in esso, recuperando quegli aspetti (l'intuito, la sensibilità, l'introspezione, l'udito, la creatività) che la cultura occidentale tende ad azzerare, riuscendoci in larga parte.
Ci rimanda ai miti e alle fiabe, guide formidabili -non a caso le religioni si affidano alle 'parabole'-, per indicarci quanto sia complicato vivere in un mondo affollato da predatori (Barbablù docet) e da situazioni-limite per una donna che non ha imparato -perchè non le è stato insegnato- a riconoscerle tali, ad aguzzare la vista e a difendersi, e vive assoggettandosi -depressa, confusa, imbavagliata, affannata- arrancando in un mondo che non le concede spazi nè voci se non a condizione che, al momento opportuno, sappia stare 'a cuccia'.
'Così come tante donne prima e dopo di me, ho vissuto la mia vita come una creatura travestita. Come amiche e parenti prima di me, mi sono pavoneggiata barcollando sui tacchi a spillo e ho indossato l'abito buono e il cappello per andare in chiesa. Ma la mia favolosa coda spesso spuntava sotto l'orlo, e le orecchie si contraevano tanto da farmi ricadere il cappello sugli occhi, o da farlo volare nella stanza' (pag. XIV)
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Originariamente Scritto da
meigel
"Io non ho paura" è l'unico che ho letto e l'ho apprezzato molto; l'ho terminato al cinema, 10 minuti prima di iniziare a vedere il relativo film di Salvatores (molto bello anche quello); quindi sapevo già come andava a finire la faccenda.
Grazie per la segnalazione :)
Già, ho avuto occasione di vederne dei pezzi, col solito timore di vedere infranto l'immaginario che mi ero costruito leggendo il libro, invece ho trovato che Salvatores ha reso molto bene le "atmosfere" del libro. Quegli infiniti campi di grano...ci ero stato da quelle parti (quando dalla Campania si scende verso la Puglia) ed era proprio cosi'...
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Originariamente Scritto da
Peterpan
"Trattato di Funambolismo" di Philippe Petit:
Un libro capitato per caso nella mia libreria, un regalo.
L'autore è un funambolo, famoso per camminate sul filo nei luoghi più noti del pianeta (Cascate del Niagara, Le Torri Gemelle, Notre Dame...). E' un vero manuale per il funambolo, nel senso che parla solo e soltanto di questo, ma fra le righe si legge molto di più, serietà e leggerezza nell'affrontare la vita, come la camminata sulla corda. A me è piaciuto molto.
L'ho regalato a mio suocero, per Natale. Mi piaceva l'idea di ciò che appunto è tra le righe, perché secondo me c'è una grande saggezza dentro :)
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Originariamente Scritto da
maccheè
'Così come tante donne prima e dopo di me, ho vissuto la mia vita come una creatura travestita. Come amiche e parenti prima di me, mi sono pavoneggiata barcollando sui tacchi a spillo e ho indossato l'abito buono e il cappello per andare in chiesa. Ma la mia favolosa coda spesso spuntava sotto l'orlo, e le orecchie si contraevano tanto da farmi ricadere il cappello sugli occhi, o da farlo volare nella stanza' (pag. XIV)
Molto, MOLTO bello.
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Originariamente Scritto da
Peterpan
"Che la festa cominci" - NIccolò Ammaniti
Letto. Confermo che non è il suo miglior libro, ma vola via, comunque, in un soffio.
Esilarante la ricostruzione di Villa Ada. Disarmanti e vere le considerazioni, a margine, sulla realtà della stessa.
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Originariamente Scritto da
maccheè
... In breve, la Estés risponde alla domanda posta da Luthien 'come creare un nuovo immaginario di riferimento?': ricercando nel passato, scavando in esso, recuperando quegli aspetti (l'intuito, la sensibilità, l'introspezione, l'udito, la creatività) che la cultura occidentale tende ad azzerare, riuscendoci in larga parte...
... ho vissuto la mia vita come una creatura travestita... (pag. XIV)
Indubbiamente interessante, ti ringrazio della segnalazione, lo sto acquistando!
Stiamo sperimentando il cambiamento in numerosissimi campi ma ciò che sta mutando realmente è la percezione di sé e del contesto in cui viviamo. Quello che lo rende speciale è che trascende i modelli di riferimento e non ne vuole creare di nuovi ma individuare una via giusta per esprimere il proprio personale e unico potenziale. Che strada dura! Non credi? :)
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più che dura, direi. come si fa a creare nuovi modelli quando tutto ti è contro, non tanto nella forma quanto nella sostanza? o forse non c'è nulla di realmente nuovo da inventarsi? perchè la chiave potrebbe essere nella riflessione su ciò che eravamo, ciò che abbiamo smarrito e dobbiamo invece riscoprire adeguandolo alle nuove esigenze.
detto stretto stretto : umanità, comprensione e responsabilità.