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Ismene
04-04-06, 13:57
Invogliateci a leggere un libro che vi è piaciuto... Fateci leggere l'inizio...
Che ne dite?

Con l'imbarazzo della scelta, comincio io... :)


“Fu allora che vidi il Pendolo.
La sfera, mobile all'estremità di un lungo filo fissato alla volta del coro, descriveva le sue ampie oscillazioni con isocrona maestà.
Io sapevo - ma chiunque avrebbe dovuto avvertire nell'incanto di quel placido respiro - che il periodo era regolato dal rapporto tra la radice quadrata della lunghezza del filo e quel numero "pi greco" che, irrazionale alle menti sublunari, per divina ragione lega necessariamente la circonferenza al diametro di tutti i cerchi possibili - così che il tempo di quel vagare di una sfera dall'uno all'altro polo era effetto di una arcana cospirazione tra le più intemporali delle misure, l'unità del punto di sospensione, la dualità di una astratta dimensione, la natura ternaria di "pi greco", il tetragono segreto della radice, la perfezione del cerchio…”
( Umberto Eco - Il pendolo di Foucault)

:smt039

overlook
04-04-06, 14:07
http://www.geocities.com/Athens/Acropolis/6620/otr2.gif

Le uniche persone per me sono i matti .... quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai un luogo comune , ma bruciano , bruciano , bruciano come candele romane gialle e favolose , che esplodono come ragni tra le stelle
Scritto fra il 1948 ed il 1951 , ma pubblicato solo nel 1957 , segna il periodo più prolifico di Kerouac ed il suo maggiore successo. On the road è un romanzo non convenzionale (non c'è un vero e proprio impianto narrativo). Divenne in breve tempo l'emblema della Beat Generation. I personaggi di On the road vivono come vagabondi , si ubriacano di alcol e droga , passano da un'automobile all'altra schiacciando l'accelleratore fino a bruciarsi le suole delle scarpe e sfogano la loro energia , la loro avidità di vita , di ansia , in un'intensità spesso di difficile comprensione. La strada diviene solo lo sfondo dove queste anime senza pace vivono , e spesso sono proprio le variegate strade d'America il personaggio principale della storia. Strade che i personaggi della storia percorrono in lungo e in largo , senza mai fermarsi per troppo tempo , inseguendo nuove emozioni e nuovi itinerari in un vortice continuo di asfalto , locali , alcol e musica. Ne viene fuori un ritratto dell ' America degli anni cinquanta , vissuta da un gruppo di folli ragazzi beatniks insofferenti ad ogni regola o etichetta. L'idea stessa del viaggio come esperienza catartica e liberatrice trova in Kerouac il suo più grande narratore.

Ismene
04-04-06, 14:13
Bellissimo.
Però l'"incipit" è questo:

"La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonché ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l'arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe chiamare la mia vita lungo la strada..."


P. S. Quella frase me la ero segnata anch'io da qualche parte... Incredibile... :-o

gabod3
04-04-06, 14:17
ECHECRATE - Di' un po', Fedone, eri presente tu quando, in carcere, Socrate bevve il veleno o ne hai sentito parlare da altri?
FEDONE - C'ero io proprio, Echecrate.
ECHECRATE - E che disse prima di morire? E come morì? Vorrei proprio saperlo; perché, noi di Fliunte, non andiamo quasi mai ad Atene e da quella città non è venuto nessuno che potesse riferirci notizie sicure su questo fatto. Così sappiamo soltanto che è morto dopo aver bevuto il veleno. E nessuno ci ha saputo dire di più.
FEDONE - Così non sapete nulla nemmeno del processo?
ECHECRATE - Del processo sì, ne fummo informati; anzi ci meravigliammo del fatto che la morte fosse seguita a così lunga distanza dalla sentenza. Com'è che è successo questo, Fedone?
FEDONE - Fu una coincidenza, Echecrate, perché proprio il giorno prima del giudizio, fu incoronata la poppa della nave che gli Ateniesi mandano a Delo.
ECHECRATE - Cos'è questa storia della nave?
...

Platone - Il Fedone

overlook
04-04-06, 14:18
Bellissimo.
Però l'"incipit" è questo:

"La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonché ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l'arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe chiamare la mia vita lungo la strada..."


P. S. Quella frase me la ero segnata anch'io da qualche parte... Incredibile... :-o

brava Ismene,non riuscivo a trovarla,stavo per copiarla dal libro ma poi mi sono arreso e sono esploso come un ragno tra le stelle :lol:

pippi
04-04-06, 14:33
Grande Ismene! :)
Non ho dubbi!

In una caverna sotterranea viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.
Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d'ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel: un tunnel molto confortevole, senza fumo, con pareti foderate di legno e pavimento di piastrelle ricoperto di tappeti, fornito di sedie lucidate e di un gran numero di attaccapanni per cappelli e cappotti: lo hobbit amava molto ricevere visite.

John Roland Reuel Tolkien, Lo hobbit o la Riconquista del Tesoro

http://img105.imageshack.us/img105/2864/images5sk1.jpg

Ismene
04-04-06, 19:06
Continuo io, in attesa che altri si decidano...

"Il mio più lontano ricordo è intinto di rosso. In braccio a una ragazza esco da una porta, davanti a me il pavimento è rosso e sulla sinistra scende una scala pure rossa. Di fronte a noi, sul nostro stesso piano, si apre una porta e ne esce un uomo sorridente che mi si fa incontro con aria gentile. Mi viene molto vicino, si ferma e mi dice: "Mostrami la lingua!". Io tiro fuori la lingua, lui affonda una mano in tasca, ne estrae un coltellino a serramanico, lo apre e con la lama mi sfiora la lingua. Dice: "Adesso gli tagliamo la lingua". Io non oso ritirarla, l'uomo si fa sempre più vicino, ora toccherà la lingua con la lama. All'ultimo momento ritira la lama e dice: "Oggi no, domani". Richiude il coltellino con un colpo secco e se lo ficca in tasca..." (Elias Canetti - La lingua salvata)

:)


:smt039

duccio
05-04-06, 13:49
...
E' cominciata così. Io, avevo mai detto niente. Niente. E Arthur
Ganate che mi ha fatto parlare. Arthur, uno studente, un fagiolo
anche lui, un compagno. Ci troviamo dunque a Place Clichy. Era
dopo pranzo. Vuol parlarmi. Lo ascolto. "Non restiamo fuori! mi
dice lui. Torniamo dentro!" Rientro con lui. Ecco. "Sta terrazza,
attacca lui, va bene per le uova alla coque! Vieni di qua". Allora, ci
accorgiamo anche che non c'era nessuno per le strade, a causa del
caldo; niente vetture, nulla. Quando fa molto freddo, lo stesso,
non c'è nessuno per le strade; è lui, a quel che ricordo, che mi ave
-va detto in proposito: "Quelli di Parigi hanno sempre l'aria occu-
pata, ma di fatto, vanno a passeggio da mattino a sera; prova ne è
che quando non va bene per passeggiare, troppo freddo o troppo
caldo, non li si vede più; son tutti dentro a prendersi il caffè con la
crema e boccali di birra. E' così Il secolo della velocità! dicono loro.
Dove mai? Grandi cambiamenti! ti raccontano loro. Che roba è? E'
cambiato niente, in verità. Continuano a stupirsi e basta. E nem-
meno questo è nuovo per niente. Parole, e nemmenotante, anche
le parole che son cambiate! Due o tre di qui, di là, di quelle picco-
le... Tutti fieri allora d'aver fatto risuonare queste utili verità, sia-
mo rimasti là seduti, incantati, a guardare le dame del caffè.
...

Viaggio al termine della notte_ Cèline

Flow
05-04-06, 14:16
Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille.
E qual de' numi inimicolli? Il figlio
di Latona e di Giove. Irato al Sire
destò quel Dio nel campo un feral morbo,
e la gente perìa: colpa d'Atride
che fece a Crise sacerdote oltraggio.







Eh beh...

Melquiades
05-04-06, 17:07
Molti anni dopo di fronte al plotone di esecuzione il colonnello AUreliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio

Gabriel Garcia Marquez, "Cent'anni di solitudine"

avrobay
05-04-06, 17:50
"E' estremamente difficile parlare del senso e dire su di esso qualcosa di sensato. L'unico mezzo per raggiungere tale scopo sarebbe quello di costruirsi un linguaggio che non significasse nulla: in tal modo verrebbe stabilita una distanza oggettivante che permetterebbe di tenere discorsi sprovvisti di senso su discorsi sensati."

A.J. Greimas, Del Senso

Nessuno aveva specificato che dovesse trattarsi di narrativa ed allora ho citato un saggio. Perché anche i saggi inziano in qualche modo e a volte iniziano clamorosamente bene. :)

overlook
05-04-06, 18:09
"E' estremamente difficile parlare del senso e dire su di esso qualcosa di sensato. L'unico mezzo per raggiungere tale scopo sarebbe quello di costruirsi un linguaggio che non significasse nulla: in tal modo verrebbe stabilita una distanza oggettivante che permetterebbe di tenere discorsi sprovvisti di senso su discorsi sensati."

A.J. Greimas, Del Senso

Nessuno aveva specificato che dovesse trattarsi di narrativa ed allora ho citato un saggio. Perché anche i saggi inziano in qualche modo e a volte iniziano clamorosamente bene. :)

mi ha propio incuriosito :D sarà nella mia libreria a giorni.

meigel
08-04-06, 01:26
All'Ufficio per l'espatrio quella stronza viene a dirmi:
- Ogni emigrante ha diritto a tre valigie. Questa è la norma. In merito abbiamo disposizioni precise del ministero.
Protestare non aveva alcun senso. Ma naturalmente protestai:
- Solo tre valigie?! Ma come si fa con tutta la roba?
- Per esempio?
- Per esempio, la mia collezione di automobiline da corsa...
- Se la venda - rispose l'impiegata senza pensarci.
E poi aggiunse inarcando leggermente le sopracciglia:
- Se non le sta bene, scriva un reclamo.
- Mi sta bene - dissi.
Dopo il carcere tutto mi andava bene.

Sergej Dovlatov - La valigia

meigel
08-04-06, 01:41
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.
Una sua simile l'aveva preceduta? Ah sì, certo che sì. E in verità non ci sarebbe stata forse nessuna Lolita se un'estate, in un principato sul mare, io non avessi amato una certa iniziale fanciulla. Oh, quando? Tanti anni prima della nascita di Lolita quanti erano quelli che avevo io quell'estate. Potete sempre contare su un assassino per una prosa ornata.
Signori della giuria, il reperto numero uno è ciò che invidiarono i serafini, i male informati, ingenui serafini dalle nobili ali. Guardate questo intrico di spine.

Vladimir Nabokov - Lolita


A seguire, 400 pagine di pura poesia mascherata da romanzo... la storia di un'ossessione raccontata con incantevole eleganza.

Ismene
08-04-06, 08:45
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.
Una sua simile l'aveva preceduta? Ah sì, certo che sì. E in verità non ci sarebbe stata forse nessuna Lolita se un'estate, in un principato sul mare, io non avessi amato una certa iniziale fanciulla. Oh, quando? Tanti anni prima della nascita di Lolita quanti erano quelli che avevo io quell'estate. Potete sempre contare su un assassino per una prosa ornata.
Signori della giuria, il reperto numero uno è ciò che invidiarono i serafini, i male informati, ingenui serafini dalle nobili ali. Guardate questo intrico di spine.

Vladimir Nabokov - Lolita


A seguire, 400 pagine di pura poesia mascherata da romanzo... la storia di un'ossessione raccontata con incantevole eleganza.


Adoro questo libro... :)

Ismene
08-04-06, 10:28
“Questa è l'esposizione che fa delle sue ricerche Erodoto di Turi, affinché gli avvenimenti umani con il tempo non si dissolvano nella dimenticanza e le imprese grandi e meravigliose, compiute tanto dai Greci che dai Barbari, non rimangano senza gloria; tra l'altro, egli ricerca la ragione per cui essi vennero in guerra tra loro.

1. Raccontano i dotti persiani che furono i Fenici a provocare l'inizio delle ostilità: non appena, infatti, questi dal mare cosí detto Eritreo s'affacciarono a questo nostro mare e si stanziarono nella regione che tuttora essi abitano, subito si diedero a grandi navigazioni, trasportando merci egiziane e assire; tra l'altro, sarebbero giunti anche ad Argo - in quel periodo, Argo primeggiava in tutto tra le città del paese che ora si chiama Grecia...”
(Erodoto, Storie)

:smt039

ghibli
08-04-06, 14:50
a lungo, mi sono caricato di buonora. Qualche volta , appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso :"Mi addormento" . E,mezz'ora più tardi , il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava;volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un pò particolare; mi sembrava di essere io stesso quello di cui il libro si occupava....

ghibli
08-04-06, 14:52
a lungo, mi sono caricato di buonora. Qualche volta , appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso :"Mi addormento" . E,mezz'ora più tardi , il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava;volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un pò particolare; mi sembrava di essere io stesso quello di cui il libro si occupava....
oops m iè scappato via prima dell' autore :Marcel Proust- Alla ricerca del tempo perduto-

Ismene
08-04-06, 15:10
Ci vuole un correttore di bozze.... "caricato"??? :???:

moondog
08-04-06, 16:46
Colombo: - bella notte amico
Gutierrez: - Bella in verità...e credo che vederla da terra sarebbe più bella.
Colombo: - Benissimo: anche tu sei stanco di navigare

Bhe ragazzi... credo che sia probabilmente l'inizio più bello della storia della letteratura..
ok..non è proprio un romanzo...ma di fronte ad un incipit del genere...

...ah :lol: dimenticavo..
a voi indovinare l'autore... :lol:

E' facile ;)

pippi
08-04-06, 18:01
Con l'eccezione delle grotte Marabar - che sono a venti miglia di distanza - la città di Chandrapore non offre nulla di straordinario. Più rasentata che bagnata dal Gange, si trascina per circa due miglia lungo la riva e a stento la si riconosce dai detriti che il fiume deposita con tanta abbondanza. Sul lungofiume non ci sono gradini per i bagni, perché caso vuole che qui il Gange non sia sacro; in realtà non c'è lungofiume, e i bazar precludono l'ampia e mutevole vista della corrente. Le strade sono sordide, i templi abbandonati, e sebbene ci siano alcune case eleganti, sono nascoste in giardini o in fondo a viali così sporchi da scoraggiare chiunque non vi sia stato espressamente invitato.

Passaggio in India - Edward Morgan Forster

pippi
19-04-06, 11:06
Non proprio l'incipit ... appena poche righe oltre.
Dedicato a iMatt, per il quale mi sono ritrovata in piena notte a spulciare la libreria in cerca di Thoreau :-)

Henry David Thoreau, Walking:

In one half-hour I can walk off to some portion of the earth's surface where a man does not stand from one year's end to another, and there, consequently, politics are not, for they are but as the cigar-smoke of a man.

overlook
19-04-06, 11:45
C'era una volta...


:lol:


iniziano così tutte(quasi) le favole del mondo :P

pippi
19-04-06, 12:23
C'era una volta...
:lol:
iniziano così tutte(quasi) le favole del mondo :P

Overlook, da te mi sarei aspettata questo:

Jack Torrance pensò: - Piccolo stronzo intrigante. -
Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci.

S.King, Shining
:D

overlook
19-04-06, 12:30
C'era una volta...
:lol:
iniziano così tutte(quasi) le favole del mondo :P

Overlook, da te mi sarei aspettata questo:

Jack Torrance pensò: - Piccolo stronzo intrigante. -
Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci.

S.King, Shining
:D

quella fase è passata,ma se mi dovesse ricapitare di morire congelato dentro un labirinto... :lol:

pippi
19-04-06, 12:32
quella fase è passata,ma se mi dovesse ricapitare di morire congelato dentro un labirinto... :lol:

:lol:

imattg5
19-04-06, 14:39
Grazie Pippi :)
Per dimostrarti che neppure io sono rimasto inattivo, ecco un'incipit a tema:

"Da dove si comincia? I muscoli si tendono. Una gamba è il pilastro che sostiene il corpo eretto tra cielo e terra. L'altra, un pendolo che oscilla da dietro. Il tallone tocca terra. Tutto il peso del corpo rolla in avanti sull'avampiede. L'alluce prende il largo, ed ecco, il peso del corpo, in delicato equilibrio, si sposta di nuovo. Le gambe si danno il cambio. Si parte con un passo, poi un altro e un altro ancora che, sommandosi come lievi colpi su un tamburo, formano un ritmo: il ritmo del camminare. La cosa più ovvia e più oscura del mondo è questo camminare, che si smarrisce così facilmente nella religione, la filosofia, il paesaggio, la politica urbana, l'anatomia, l'allegoria e il crepacuore."

Rebecca Solnit - Storia del camminare.

Oggi faccio un salto in libreria. :)

pippi
19-04-06, 14:42
Oggi faccio un salto in libreria. :)
mi sembra la direzione giusta :)

Flow
19-04-06, 14:42
Il benedettino passò un mazzetto di penne variopinte sul taglio del libro, dal faccione tondo soffiò come il dio dei venti delle carte nautiche a disperdere la nera polvere, lo aprì con un ribrezzo che nella circostanza apparve delicatezza, trepidazione. Per la luce che cadeva obliqua dall'alta finestra, sul foglio color sabbia i caratteri presero rilievo: un grottesco drappello di formiche nere spiaccicato, secco. Sua eccellenza Abdallah Mohamed ben Olman si chinò su quei segni, il suo occhio abitualmente languido, stracco, annoiato era diventato vivo e acuto. Si rialzò un momento dopo, a frugarsi con la destra sotto la giamberga: tirò fuori una lente montata, oro e pietre verdi, a fingerla fiore o frutto su esile tralcio.


"Il Consiglio d' Egitto" Leonardo Sciascia (1921-1989)

bertrandimac
20-04-06, 17:33
I bambini vennero presto per assistere all'impiccagione.
Era ancora buio quando i primi tre o quattro uscirono furtivamente dai casolari, silenziosi come gatti nei loro stivali di feltro.
Uno strato di neve fresca copriva il paese come una mano di colore e le loro orme furono le prime ad intaccarne la superficie immacolata. Passarono tra le casupole di legno camminando sul fango ghiacciato delle viuzze e raggiunsero la piazza del mercato dove attendeva la forca.
I bambini disprezzavano tutto ciò che gli adulti tenevano in considerazione. Spregiavano la bellezza e schernivano la bontà. Ridevano fragorosamente alla vista di uno storpio e se vedevano un animale sofferente lo uccidevano a sassate. Si vantavano delle loro ferite e ostentavano le ciccatrici con orgoglio e, riservavano il massimo rispetto alle mutilazioni: un ragazzetto privo di un dito poteva essere il loro re. Amavano la violenza; erano capaci di percorrrere miglia e miglia per vedere il sangue e, non mancavano mai a un'impiccagione.

[Ken Follett - I Pilastri della Terra]

Questo è il mio piccolo contributo...ciao :)

sergiomac
20-04-06, 17:59
...Era una notte incantevole, una di quelle notti,come ci possono forse capitare solo quando siamo giovani, caro lettore: Il cielo era un cielo così stellato, così luminoso che,guardandolo, non si poteva fare a meno di chiedersi: è mai possibile che esistano sotto un simile cielo persone irritate e capricciose ?....

Le notti Bianche - ( F.M. Dostoevskij ).......

imattg5
20-04-06, 20:39
Bello Sergio! Ottima scelta. :)

Frejya
22-04-06, 20:07
"Si designa con il termine"schizoide"un individuo la cui totalità di esperienza persolnale è scissa a due livelli principali:nei rapporti con l'ambiente,e nei rapporti con se stesso.Da una parte questo individuo non è capace di sentirsi INSIEME con gli altri,nè di partecipare al mondo che lo circonda,ma,al contrario,si sente disperatamente solo e isolato;dall'altra non si sente una persona completa ed unitaria,bensì si sente "diviso" in vari modi:per esempio vive se stesso come una mente e un corpo uniti fra loro da legami incerti,oppure come due o più persone distinte"


Da "L'io diviso"(studio di psichiatria esistenziale) di R.D.Laing

A me è piaciuto un sacco... :)

Ismene
23-04-06, 11:50
"Ora comu ora, i Zosimo se la passavano bona. Ma sidici anni avanti, quanno erano di frisco maritati, Gisuè e Filònia la fame nìvura avevano patito, quella che si fa agliuttiri macari il fumo della lampa. Erano figli e niputi di giornatanti e giornatanti essi stessi, braccianti agricoli stascionali che caminavano campagne campagne a la cerca di travaglio a sicondo del tempo dei raccolti e quanno lo trovavano, il travaglio, potevano aviri la fortuna di mangiare per qualiche simanata, pre sempio una scanata di pane con la calatina, il companaticu ca poteva essere un pezzo di cacio, una sarduzza salata, una caponatina di milanciani. La notte, se si era di stati, dormivano a sireno, a celu stiddrato; se si era di 'nvernu, s'arriparavano in quattro o cinco dintra a un pagliaro e si quadiavano a vicenda con il sciato... "

(A. Camilleri - Il re di Girgenti)

:smt039

meigel
23-04-06, 12:24
A. Camilleri - Il re di Girgenti
:smt039

Camilleri è geniale... per me è stata una scoperta tardiva e adesso provo a recuperare. L'ultimo che ho letto è "La bolla di componenda"... affascinante.
"Il birraio di Preston" è il suo capolavoro, secondo me.
;)

Ismene
23-04-06, 14:11
Il re di Girgenti è un po' difficilino, perché è scritto tutto in dialetto... Ma tu, Meigel, qualcosa sicuramente afferrerai... Le nostre lingue non sono poi così distanti... :)
Non tutto di Camilleri mi è piaciuto.. Anche se è sempre molto gradevole... Alcuni sono degli scritti facili, ma gradevoli.
Questo che ho segnalato mi piace perché usa dei termini antichi e delle espressioni in dialetto che avevo dimenticato o che non avevo mai conosciuto... Ci sono delle immagini incredibilmente poetiche, come la descrizione degli odori di una donna, paragonati a vari tipi di spezie, aromi, fiori rari, frutti, da parte di un uomo innamorato e dolente di desiderio impossibile.. Le descrizioni dei cicli della terra e del lavoro dei contadini, in cui la Terra è prodigio.. E poi c'è la storia di un contadino che diventa Re.
Forse è il libro più bello di Camilleri...

:)

meigel
23-04-06, 17:40
Forse è il libro più bello di Camilleri...

Allora ci devo provare senz'altro. L'uso del dialetto è un ostacolo soprattutto all'inizio, ma nelle mani di Camilleri è uno strumento irrinunciabile in ciò in cui lui è davvero maestro, cioè la rappresentazione dell'aspetto grottesco delle situazioni.


"Ma voi che abitate proprio lì, com'è che non avete sentito sparare?"
"Dormivo e ho 'u sonno pisanti. E po' chi lo dici che il picciotto è stato sparato vicino a la mè casa?".
"Come chi lo dice? Questo signore che l'ha trovato lo dice!".
"Nossignore, questo signore non lo dice! Questo signore l'ha solo attrovato e mi ha messo in mezzo!".
"Secondo voi come è andata la cosa?".
"Capace che gli hanno sparato se la fotte lui indovi, si è messo a camminare e doppo è vinuto a cadiri nella mè strata".
"E secondo voi, uno con quella ferita in testa è in condizioni di camminare?".
"E chinni sacciu? Nun sugnu medicu, iu".

(Andrea Camilleri - Privo di titolo)



E poi una cosa così

"La notte, se si era di stati, dormivano a sireno, a celu stiddrato; se si era si 'nvernu, s'arriparavano in quattro o cinco dintra a un pagliaro e si quadiavano a vicenda con il sciato... "
è impensabile in italiano :)

Ismene
23-04-06, 21:07
:)

meigel
25-04-06, 00:07
"Adam Appleby aveva la sfortuna, nel momento stesso in cui si svegliava dal sonno, di sentirsi inondare la coscienza da tutte quelle cose a cui meno desiderava pensare. Altri uomini, ragionava, accoglievano ogni nuova alba con la mente ed il cuore ristorati, pieni di ottimismo e determinazione, oppure si muovevano pigramente durante le prime ore del giorno in uno stato di beato intorpidimento, incapaci di qualsiasi pensiero sia piacevole sia spiacevole. Attorno al suo letto, invece, appollaiati come arpie, i pensieri spiacevoli aspettavano di balzargli addosso al primo sbatter di ciglia, e immediatamente lui si sentiva costretto, come un uomo sul punto di annegare, a rivedere in un istante la sua intera vita, diviso tra il rammarico per il passato e i timori per il futuro.
Perciò accadde che, mentre apriva gli occhi in una mattina di novembre e metteva a fuoco confusamente la rosa sfiorita, la terza in verticale e la sesta in orizzontale, sulla tappezzeria di fronte al letto, Adam si ricordasse simultaneamente di avere venticinque anni, che ben presto sarebbero diventati ventisei, di essere un neolaureato alle prese con una tesi per il perfezionamento che difficilmente sarebbe riuscito a terminare in quell'ultimo e conclusivo anno della borsa di studio, ormai completamente esaurita, di essere sposato con tre figli piccoli, di aver notato la sera prima su uno di loro uno sfogo preoccupante, di avere un nome ridicolo, di avere male a una gamba, del suo decrepito motorino che non era partito il giorno precedente, e che senza dubbio non sarebbe partito neanche quel mattino, di non avere ottenuto la lode alla laurea per via di un saggio scadente sull'inglese medievale, di avere male a una gamba, di essersi dimostrato talmente bravo alle elementari nel gioco di "chi-piscia-più-in-alto" sul muro del gabinetto maschile esterno che aveva bagnato la berretta del parroco in visita occasionale al campo giochi sull'altro lato del muretto, di aver dimenticato di prenotare al British Museum i libri che doveva leggere quella mattina, di sentire male a una gamba, delle mestruazioni di sua moglie ormai in ritardo da tre giorni e della gamba che gli faceva male."

David Lodge - E' crollato il British Museum


Scusate la lunghezza... avrei volentieri postato tutto il primo capitolo di questo libro, che è irresistibile

meigel
29-04-06, 14:07
Ecco un incipit notevole, scritto da un uomo al quale non faceva difetto l'ironia (oltre all'intelligenza, la profondità, la cultura ecc)
:)

“Io non credo che la scienza per sé sia fonte adeguata di felicità, né credo che la mia mentalità scientifica abbia contribuito gran che alla mia propria felicità, che io attribuisco al fatto che vado di corpo due volte al giorno, con immancabile regolarità.

Bertrand Russell – “La visione scientifica del mondo”

Ismene
29-04-06, 14:24
:D :D :D

pippi
29-04-06, 22:20
Pur apprezzando Russell, non posso che replicare con :

"Nell'ombra della casa, sulle rive soleggiate del fiume presso le barche, nell'ombra del bosco di Sal, all'ombra del fico crebbe Siddharta, il bel figlio del Brahmino, il giovane falco, insieme all'amico suo, Govinda, anch'egli figlio di Brahmino. Sulla riva del fiume, nei bagni, nelle sacre abluzioni, nei sacrifici votivi il sole bruniva le sue spalle lucenti. Ombre attraversavano i suoi occhi neri nel boschetto di mango, durante i giochi infantili, al canto di sua madre, durante i santi sacrifici, alle lezioni di suo padre, così dotto, durante le conversazioni dei saggi. Già da tempo Siddharta prendeva parte alle conversazioni dei saggi, si esercitava con Govinda nell'arte oratoria, nonché nell'esercizio delle facoltà di osservazione e nella pratica della concentrazione interiore."

Siddharta - Hermann Hesse

Un sorriso :)

Ismene
29-04-06, 22:35
Eh, beh... il principe Siddharta è un mito.... :)

sergiomac
01-05-06, 18:43
In poche parole Carson riferisce a Tiger e Kit ciò che ha a loro detto lo stregone....:

" perciò potete bene immaginare come Tex ed io, ci si sia rimasti male. Tutto portava a credere che autori dell'attacco a Yampas fossero Loa e il vecchio Mefisto ,invece, a quanto afferma il nostro stregone,sembra che quell'infernale tizzone non c'entri niente "......

I Quattro Amuleti-Tex Willer ( Bonelli )......

Grande letto ora tutto d'un fiato.....:-o :) :wink: :)

prairi
01-05-06, 19:32
In poche parole Carson riferisce a Tiger e Kit ciò che ha a loro detto lo stregone....:

" perciò potete bene immaginare come Tex ed io, ci si sia rimasti male. Tutto portava a credere che autori dell'attacco a Yampas fossero Loa e il vecchio Mefisto ,invece, a quanto afferma il nostro stregone,sembra che quell'infernale tizzone non c'entri niente "......

I Quattro Amuleti-Tex Willer ( Bonelli )......

Grande letto ora tutto d'un fiato.....:-o :) :wink: :)

Da grande FAN di Tex Willer e compagnia non posso che ribadire:

GRANDE!!! ;)

http://texbr.com/personagens/imagens/mefisto.jpg

imattg5
02-05-06, 12:50
Sono uscita nella strada davanti all'albergo, e ho sentito l'aria. L'aria mi può bastare. E' la mia aria.
In nessun'altra valle vicina o lontana c'è quell'aria. Io la riconosco all'odore leggero che sa di latte, di strame, di erbe amare. Ma non è un odore, se non dopo.
Non è mai esaurito il mio bisogno di quell'aria. Io la penso di lontano, e mi nutre. Mi tormenta, anche: per qualcosa di irraggiungibile, ma anche di fatale. Essa è per me il passato: tutto quello che è avvenuto. Per me è anche "loro". In loro sono compresa io. La conoscenza di loro e di me, come non era veramente distinta allora, tanto meno lo è adesso.

Lalla Romano - La penombra che abbiamo attraversato.

pippi
12-05-06, 15:30
In Patagonia - Bruce Chatwin

Nella stanza da pranzo della nonna c'era un armadietto chiuso da uno sportello a vetri, e dentro l'armadietto un pezzo di pelle. Il pezzo era piccolo, ma spesso e coriaceo, con ciuffi di ispidi peli rossicci. Uno spillo arrugginito lo fissava a un cartoncino. Sul cartoncino c'era scritto qualcosa con inchiostro nero sbiadito, ma io ero troppo piccolo, allora, per leggere.
"Cos'è questo?".
"Un pezzo di brontosauro".
La mamma conosceva i nomi di due animali preistorici: il brontosauro e il mammut. Sapeva che questo non era un mammut. I mammut venivano dalla Siberia.

picodm
12-05-06, 19:24
In poche parole Carson riferisce a Tiger e Kit ciò che ha a loro detto lo stregone....:

" perciò potete bene immaginare come Tex ed io, ci si sia rimasti male. Tutto portava a credere che autori dell'attacco a Yampas fossero Loa e il vecchio Mefisto ,invece, a quanto afferma il nostro stregone,sembra che quell'infernale tizzone non c'entri niente "......

I Quattro Amuleti-Tex Willer ( Bonelli )......

Grande letto ora tutto d'un fiato.....:-o :) :wink: :)

:ola:

dopo russel e siddharta....perché no il grande sergio bonelli??????

"Lo stormo di demoni che ora planava sul deserto mauritano,nero sullo sfondo rosso del cielo,era dotato di becco.Ognuna di quelle creature gigantesche di tanto in tanto lo spalancava ed emetteva un grido strozzato, cosi spaventoso che individui umani non addestrati sarebbero impazziti al solo udirlo.Ma negli eserciti che arrancavano tra le dune gli umani erano pochissimi:qualche brigata appena,per ognuna delle parti in lotta...."

Valerio Evangelisti "Mater Terribilis"

Frejya
13-05-06, 00:43
"Li aveva sognati tante volte,in quegli anni,senza capirne il motivo,con maschere azzurre come il cielo di luglio e mantelli di vento che gli vorticavano intorno e lo facevano ansimare nel sonno.
Poi d'improvviso si faceva notte e un ragazzo più grande compariva nel cortile di un carcere ballando in controfuoco una danza scomposta;incoronato d'aglio si proclamava re dei braccianti e reggeva tra le mani una testa di cane tagliata a metà.
Coriandoli e stelle filanti erano sparsi nei corridoi e negli scompartimenti del treno e nel prendere posto accanto al prete,la lunga veste nera gli era sembrata un costume di carnevale.
Di fronte al sacerdote sedeva un uomo piccolo e magro dalla carnagione scura.Portava occhiali cerchiati di metallo e reggeva sulle ginocchia una borsa di cuoio.
Da quello che diceva si capiva che era un medico,che non credeva ai miracoli e forse neppure a Dio."

"Un destino ridicolo" di Fabrizio de Andrè e Alessandro Gennari.
Splendido libro che consiglio a tutti! :)

Ismene
10-06-06, 19:36
"Era un vicolo senza uscita, col selciato in rovina, tutto buchi e cunette, con due stretti marciapiedi in parte distrutti. S'infilava come un dito screpolato tra due file di villini a uno o due piani, stretti l'uno contro l'altro. In fondo, era chiuso da due cancelli coperti da una misera vegetazione.
Nulla trapelava dalle sue finestre, nessun cenno di intimità, nessuna attività. Sembrava di essere in provincia, invece si era nel centro di Parigi. Non c'era miseria, ma neppure ricchezza. Qui abitava la piccola borghesia, quella che nasconde i risparmi nelle calze di lana, dietro le crepe delle facciate, le persiane sdentate, le grondaie arrugginite e i muri decrepiti che si sgretolano pezzo dopo pezzo. Ma le porte erano solide e le finestre al pianterreno protette da robuste sbarre di ferro.
Quest'isola tranquilla nel cuore della città risaliva probabilmente a una cinquantina di anni prima. Si scorgevano qua e là alcune tracce di liberty in quelle facciate scompaginate. Chissà chi ci abitava. A giudicare da certe vetrate, certi battenti di porta, certi motivi floreali, il vicolo era forse abitato da artisti in pensione, vecchi imbrattatele, vecchie cantanti liriche, anziani virtuosi del palcoscenico.
Per sette anni, tre volte la settimana, ho camminato lungo questo vicolo, fino in fondo, fino al cancello a sinistra. So come cade la pioggia sui ciottoli di pietra, so come gli abitanti si riparano dal freddo. So che d'estate la vita diventa quasi agreste, con i vasi di gerani alle finestre e i gatti addormentati al sole. Conosco il vicolo di giorno e di sera. So che è sempre vuoto. È vuoto anche quando qualche pedone si affretta a raggiunger la propria porta, o quando qualche macchina esce da un garage. Non mi ricordo che ora fosse la prima volta che passai quel cancello. Non so se feci caso al piccolo giardino abbandonato a se stesso, alla ghiaia dell'angusto vialetto. Non so se contai i sette scalini che conducono al portoncino d'ingresso, se guardai il muro di pietra mentre aspettavo che venissero ad aprire.
Non credo.
Vidi invece l'ometto bruno che mi porgeva la mano..."

(Marie Cardinal - Le parole per dirlo)

pippi
10-06-06, 19:55
Vidi invece l'ometto bruno che mi porgeva la mano..."

Marie Cardinal - Le parole per dirlo

:) :smt007

KATANGA
10-06-06, 20:17
"Per secoli re, sacerdoti, signori feudali, magnati dell'industria e genitori hanno proclamato che l'obbedienza e' una virtu e che la disobbedienza e' un vizio. Quale premessa a un altro punto di vista, ci sia lecito contrapporre a questo atteggiamento la seguente proposizione: la storia dell'uomo e' cominciata con un atto di disobbedienza, ed e' tutt'altro che improbabile che si concluda con un atto di obbedienza."

=La disobbedienza come problema psicologico e morale=
Erich Fromm

...andando avanti nel testo ti si aprono porte che fanno muovere il cervello...vale la pena leggere tutti i suoi saggi...!!!

sergiomac
13-06-06, 11:11
:) ..Ciao e allora , in questi giorni che sento di averne più bisogno, ho ripreso in mano un libro per me vero e proprio capolavoro...un libro che amo particolarmente ; è poesia, e lui è Paul Eluard surrealista francese, nato alla fine dell Ottocento ( 1895)....essendo poesia ne metto una, perchè la amo perchè credo sia la quintessenza del sentire...
Paul Eluard....

Il cielo si dilaterà
Non se ne poteva più
Di abitare fra i ruderi del sonno
Nell' ombra bassa della requie
Della stanchezza dell' abbandono
La terra riprenderà la forma di noi corpi vivi
Il vento ci subirà
Nei nostri occhi sole e notte andranno
Senza mutarli mai
Il nostro spazio certo e la pura arià saprà
Pareggiare il ritardo che scavò l' abitudine
Tutti verremo a riva d' una memoria nuova
Noi parleremo insieme una lingua sensibile.


e non finirò mai di ringraziare abbastanza ismene, perchè la sua anima ha partorito questo topic....e mica è casuale. Niente è casuale.....grazie Ismina..... :fioriperte: :fioriperte: :fioriperte:

Ismene
13-06-06, 11:19
E' bellissima, Sergio... Grazie sempre della tua sensibilità :smt007

sergiomac
13-06-06, 11:41
[quote="KATANGA"]"Per secoli re, sacerdoti, signori feudali, magnati dell'industria e genitori hanno proclamato che l'obbedienza e' una virtu e che la disobbedienza e' un vizio. Quale premessa a un altro punto di vista, ci sia lecito contrapporre a questo atteggiamento la seguente proposizione: la storia dell'uomo e' cominciata con un atto di disobbedienza, ed e' tutt'altro che improbabile che si concluda con un atto di obbedienza."

=La disobbedienza come problema psicologico e morale=
Erich Fromm


Ciao e grazie kat.... :) e non solo, per quanto mi riguarda la ritengo un dovere , sicuramente presupposto per qualsiasi anima che viaggia...

Gugnihr
13-06-06, 22:18
Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l'imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore. Nella vita degli imperatori c'è un momento, che segue all'orgoglio per l'ampiezza sterminata dei territori che abbiamo conquistato, alla malinconia e al sollievo di sapere che presto rinunceremo a conoscerli e a comprenderli; un senso come di vuoto che ci prende una sera con l'odore degli elefanti dopo la pioggia e della cenere di sandalo che si raffredda nei bracieri [...]

Le città invisibili, Calvino

KATANGA
14-06-06, 12:41
=C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.=
(il Bombarolo)
=Ma adesso che viene la sera e il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il Sole aldilà delle dune a violentare altre notti.=
=Tu prova ad avere un mondo nel cuore / e non riesci ad esprimerlo con le parole.=
=Certo bisogna farne di strada / da una ginnastica d'obbedienza / fino ad un gesto molto più umano / che ti dia il senso della violenza / però bisogna farne altrettanta / per diventare così coglioni / da non riuscire più a capire / che non ci sono poteri buoni=





lo so, lo so, ho fatto un piccolo strappo al topic piu' che alla regola ...pero' i testi delle canzoni di De Andre' sono da leggere come un libro.

Perdonatemi. :)

Ismene
24-06-06, 19:57
"Eppure deve esistere una calligrafia delle passioni. Un segno più morbido, una coda della croma che scende di troppo, uno svolazzo di pausa, quella che vale un quarto, una pressione più forte del pennino, quasi un graffio, un oltraggio a quella carta spessa, lanosa, che un tempo si usava per scrivere musica. Si deve pur trovare un barlume di esitazione, la follia di un Presto con fuoco; il restringersi dell'inchiostro in quel breve spazio della pagina, come volesse comprimere il tempo, farlo stare tutto tra quelle righe esitanti e quegli spazi irregolari: cascate di note, le chiamano; gocce d'acqua, qualche volta. C'è persino un suo Preludio, di Frédéric Chopin intendo, che ha questo nome. I nomi che vennero dati dopo: emozionali, descrittivi, talvolta deleteri. A significar la musica come qualcosa d'altro. Grande sbandamento di chi venne dopo i romantici e volle che la natura, l'analogia, entrasse tra quei segni, e li guidasse, quasi fossero i cristalli d'argento d'un dagherrotipo. Neppure il ricordo di quell'albero di fronte alla sua finestra nella casa di campagna di Nohant deve essere servito a cambiare quei segni incerti, malati, stanchi, che ho di fronte a me. Certo sublimi, geniali, minati però dalla fatica, dalla sensazione di non farcela. Altro son le gocce d'acqua, altro le pianure polacche, altro ancora i versi del poeta Mickiewicz che guidarono le Ballate. Si diceva che scrisse le quattro Ballate ispirato da quei versi. Eppure, di quei versi nulla rimane, cancellati; rimane la musica, e sarebbe un'offesa accomunarla a qualunque cosa, vorrei che fosse lasciata in pace. No, leggende di vecchi insegnanti, abituati alla vita, alla similitudine, piuttosto che alla musica; a paragonare l'accordo di do maggiore, piuttosto che ascoltarlo davvero..."

(Roberto Cotroneo - "Presto con fuoco")

picodm
25-06-06, 15:34
Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l'imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore. Nella vita degli imperatori c'è un momento, che segue all'orgoglio per l'ampiezza sterminata dei territori che abbiamo conquistato, alla malinconia e al sollievo di sapere che presto rinunceremo a conoscerli e a comprenderli; un senso come di vuoto che ci prende una sera con l'odore degli elefanti dopo la pioggia e della cenere di sandalo che si raffredda nei bracieri [...]

Le città invisibili, Calvino

bellissimo,l´ho letto anch´io per ben tre volte....grazie per averlo citato....

meigel
30-06-06, 01:06
“Quando gli accadde il fatto del piccione, che sconvolse la sua esistenza da un giorno all’altro, Jonathan Noel aveva già più di cinquant’anni, dietro di sè un intervallo di tempo di vent’anni circa totalmente privo di eventi, e mai avrebbe pensato che potesse ancora accadergli qualcosa di fondamentale, se non, un giorno, la morte. E così gli andava benissimo. Infatti non amava gli eventi, e odiava addirittura quelli che turbavano l’equilibrio interno e sovvertivano l’ordine esterno del quotidiano.”

Patrick Suskind – “Il Piccione”

gabod3
30-06-06, 08:54
Il Mare dei Caraibi, in piena tempesta, muggiva tremendamente, scagliando delle vere montagne d'acqua contro i moli di Puerto Limon e le spiagge del Nicaragua e di Costarica. Il sole non era per anco tramontato, ma le tenebre cominciavano di già a scendere, come se fossero impazienti di celare la lotta accanita che si combatteva in cielo ed in terra. L'astro diurno, rosso come un disco di rame, non proiettava che radi sprazzi attraverso gli strappi delle nerissime nuvole che volta a volta lo avviluppavano. Ancora non pioveva, però le cateratte del cielo non dovevano tardare ad aprirsi
Solamente alcuni pescatori ed alcuni soldati della piccola guarnigione spagnuola avevano osato rimanere sulla spiaggia, sfidando con ostinazione la furia crescente delle onde e le cortine d'acqua che il vento sollevava dal mare per poi spingerle addosso alle case.
Un motivo, forse molto grave, li aveva ancora trattenuti all'aperto. Da qualche ora una nave era stata scorta sulla linea dell'orizzonte e, dalla direzione delle sue vele, pareva avesse l'intenzione di cercare un rifugio entro la piccola baia.
In altra occasione nessuno avrebbe fatto gran caso alla presenza di un veliero, ma nel 1680, epoca in cui comincia la nostra istoria, la cosa era ben diversa.
Ogni nave che veniva dal largo non mancava di produrre una viva emozione nelle popolazioni spagnuole delle colonie del Golfo del Messico, sia del Yucatan, del Guatemala, dell'Honduras, del Nicaragua, di Costarica, di Panama e delle grandi isole Antille.
La paura di veder comparire l'avanguardia di qualche flotta di filibustieri, gli audacissimi pirati della Tortue, metteva lo scompiglio fra quelle industriose popolazioni. Bastava che si scorgesse qualche cosa di sospetto nelle manovre delle navi che venivano segnalate, perchè le donne ed i fanciulli corressero a rinchiudersi nelle loro abitazioni e gli uomini ad armarsi precipitosamente. Se la bandiera era spagnuola, veniva salutata con strepitosi evviva, essendo cosa piuttosto rara che fosse sfuggita alla crociera di quegli intrepidi corsari; se era di diverso colore, il terrore invadeva coloni e soldati ed impallidivano perfino gli ufficiali incanutiti al fumo delle battaglie.

La Regina dei Caraibi - Emilio Salgari

iomifareiundrink
30-06-06, 11:23
non è l'incipit, comunque:

"Ci abbracciavamo con forza, vecchio, e quanto più ti stringevo, tanto più grande era la certezza che da questo abbraccio iniziava il più inevitabile e definitivo dei saluti, quello di cui non abbiamo mai parlato, e che ora, mentre un'altra nuvola si frappone tra il sole di luglio e i vetri della sala vip dell'aeroporto, sembra completarsi con queste parole che
non ti arriveranno mai, così come non mi arrivano, come non mi arriveranno mai le parole che dici dall'altra parte, sulla terrazza, con un pugno alzato, vecchio nobile, vecchio buono, vecchio compagno, vecchio amico, e se io non avessi questa testardaggine virile che mi hai dato avvolta nelle più tenere violenze, griderei il mio dolore di cucciolo ferito per non poterti dire ciao vecchio, ciao vecchio mio, ciao caro vecchio, ciao papà."

Luis Sepulveda - La frontiera scomparsa

meigel
01-07-06, 00:12
“Si giocava d’azzardo in quegli anni, come si era sempre giocato, con accanimento e passione; perché non c’era, né c’era mai stato a Luino altro modo per poter sfogare senza pericolo l’avidità di danaro, il dispetto verso gli altri e, per i giovani, l’esuberanza dell’età e la voglia di vivere.
Nei paesi la vita è sotto la cenere. Per vivere come si vorrebbe da giovani ci vuole danaro; e di danaro ne corre poco. Allora si gioca per moltiplicarlo e si finisce col fare del gioco un fine, una manìa nella quale si stempera la noia dei pomeriggi e delle sere.”

Piero Chiara – “Il piatto piange”

sergiomac
14-07-06, 00:48
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose; Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare; il tempo è stato il mio Democrito. Questa penembra è lenta e non fa male; scorre per un mite pendio e assomiglia all'eternità. I miei amici non hanno volto, le donne sono quel che erano molti anni fa, gli incroci delle strade potrebbero essere altri, non ci sono lettere sulle pagine dei libri. Tutto questo dovrebbe intimorirmi, ma è una dolcezza, un ritomo. Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra ne avrò letti solo alcuni, quelli che continuo a leggere nella memoria, a leggere e a trasformare. Dal Sud, dall'Est, dall'Ovest, dal Nord, convergono i cammini che mi hanno portato nel mio segreto centro. Quei cammini furono echi e passi, donne, uomini, agonie, resurrezioni, giorni e notti, dormiveglia e sogni, ogni infimo istante dello ieri e di tutti gli ieri del mondo, la ferma spada del danese e la luna del persiano, gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole, Emerson e la neve e tante cose. Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro, alla mia algebra, alla mia chiave, al mio specchio. Presto saprò chi sono.

"Elogio dell'Ombra"......... Jorge Luis Borges

sergiomac
01-09-06, 12:42
Dopo il Diluvio
..Appena l'idea di Diluvio si fu pacata,
una lepre sostò tra lupinelle e campanule ondeggianti e rivolse la sua preghiera all'arcobaleno attraverso la tela del ragno....

da..... Illuminazioni......Arthur Rimbaud

palique
01-09-06, 14:15
[I]La voce femminile si diffonde dall'altoparlante, leggera e piena di promesse come un velo da sposa.
- Il signor Malaussène è desiderato all'Ufficio Reclami.
Una voce velata, come se le foto di Hamilton si mettessero a parlare. Eppure, colgo un leggero sorriso dietro la nebbia di Miss Hamilton. Niente affatto tenero, il sorriso. Bene, vado. Arriverò probabilmente la settimana prossima. È il 24 dicembre, sono le 16 e 15, il Grande Magazzino è strapieno. Una fitta folla di clienti gravati dai regali ostruisce i passaggi. Un ghiacciaio che cola impercettibilmente, in un cupo nervosismo. Sorrisi contratti, sudore lucente, ingiurie sorde, sguardi pieni d'odio, urla terrorizzate di bambini acciuffati da Babbi natale idrofili.
- Non aver paura, tesoro, è Babbo Natale![I]

IL PARADISO DEGLI ORCHI - Daniel Pennac

sergiomac
23-09-06, 17:29
Fine dell'infazia.... da Ossi di seppia Eugenio Montale

..Rombando s'ingolfava
dentro l'arcuata ripa
un mare pulsante, sbarrato da solchi ,
creputo e fioccoso di spume.
Di contro alla foce
d'un torrente che strabboccava
il flutto ingialliva.
Giravano al largo i grovigli dell'alighe
e tronchi d'alberi alla deriva......


E non ringrazierò mai abbastanza Ismina per aver pensato questo topic :fioriperte:

meigel
25-09-06, 01:28
Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.

Patrick Süskind -Il Profumo

Se, come me, amate questo libro, non perdetevi questo film (http://www.parfum.film.de/), in programmazione da qualche giorno.
;) ciao

KATANGA
02-10-06, 11:45
http://img86.imageshack.us/img86/4158/qmf8.png

=Q=
Luther Blissett

per chi fosse interessato link diretto per scaricarlo assolutamente legalmente:

http://www.wumingfoundation.com/pdfdownload/Q1_pdf.zip


:)

Alkampfer
02-10-06, 12:02
Cass era la più giovane e la più bella di 5 sorelle. Cass era la più bella ragazza di tutta la città. Mezzindiana, aveva un corpo stranamente flessuoso, focoso era e come di serpente, con due occhi che proprio ci dicevano. Cass era fuoco fluido in movimento. Era come uno spirito incastrato in una forma che però non riusciva a contenerlo. I capelli neri e lunghi, i capelli di seta, si muovevano ondeggiando e vorticando come il corpo volteggiava. Lo spirito, o alle stelle o giù ai calcagni. Non c’era via di mezzo, per Cass. C’era anche chi diceva ch’era pazza. Gli imbecilli lo dicevano. Gli scemi non potevano capirla. Agli uomini in genere Cass pareva una macchina da fottere, e quindi non gliene fregava niente, fosse o non fosse pazza. E Cass ballava e civettava, si lasciava baciare dagli uomini, ma, tranne qualche rara volta, quando si stava per venire al dunque, com’è come non è, Cass si eclissava, Cass aveva eluso gli uomini...

La più bella donna della città - da "Storie di ordinaria follia" - Bukowski

ciao

Ismene
05-10-06, 19:54
"Un giorno di primavera, nell'ora di un tramonto straordinariamente caldo, a Mosca, agli stagni Patriarshie, apparvero due signori. Il primo, che indossava un completo estivo sul grigio, era di bassa statura, grasso, calvo, teneva in mano un dignitoso cappello, e sul suo viso ben rasato erano collocati degli occhiali di dimensioni spropositate con la montatura di corno nero. Il secondo - un giovanotto dalle spalle larghe e dai capelli rossicci e arruffati, con un berretto a scacchi appoggiato sulla nuca, - portava una camicia da cow-boy, dei pantaloni bianchi spiegazzati e sandali neri.
Il primo altri non era che Michail Aleksandrovich Berlioz, presidente di una delle più grandi associazioni letterarie di Mosca, chiamata in sigla MASSOLIT, nonché direttore di una grossa rivista letteraria, mentre il suo giovane accompagnatore era il poeta Ivan Nikolaevich Ponyrëv, che si firmava con lo pseudonimo di Bezdomnyj.
Giunti all'ombra dei tigli che cominciavano allora a verdeggiare, gli scrittori si precipitarono per prima cosa verso un chiosco dipinto a colori vivaci, che portava la scritta << Birra e bibite >>.
Ma conviene rilevare la prima stranezza di quella spaventosa serata di maggio. Non solo presso il chiosco, ma in tutto il viale, parallelo alla via Malaja Bronnaja, non c'era anima viva."

(Michail Bulgakov - Il Maestro e Margherita)

aittam
05-10-06, 21:34
I always get the shakes before a drop. I’ve had the injections, of course, and hypnotic preparation, and it stands to reason that I can’t really be afraid. The ship’s psychiatrist has checked my brain waves and asked me silly questions while I was asleep and he tells me that it isn’t fear, it isn’t anything important — it’s just like the trembling of an eager race horse in the starting gate.


:wink:

pippi
05-10-06, 21:38
[i]
I always get the shakes before a drop. :wink:

Starship Troopers!
Ma siccome non è un quiz, meglio citare autore, titolo e magari una breve impressione personale :)

aittam
05-10-06, 21:57
[i]
I always get the shakes before a drop. :wink:

Starship Troopers!
Ma siccome non è un quiz, meglio citare autore, titolo e magari una breve impressione personale :)

non c'era l'intenzione di fare quiz ma dopo l'osceno film bisognerebbe leggere il libro e poi guardrne il titolo :wink:
visto che ci hai preso al volo vedi se trovi l'incipit di Starnger in a strange land.......

pippi
05-10-06, 22:01
non c'era l'intenzione di fare quiz ma dopo l'osceno film bisognerebbe leggere il libro e poi guardrne il titolo :wink:
visto che ci hai preso al volo vedi se trovi l'incipit di Starnger in a strange land.......

ci ha preso Google veramente .... :)
il mio post solo voleva sollecitare una breve recensione (bastano due righe) del libro citato, mi piace leggere cosa ne pensa chi ha letto già. :)

pippi
05-10-06, 22:04
[
visto che ci hai preso al volo vedi se trovi l'incipit di Starnger in a strange land.......

"Once upon a time there was a Martian named Valentine Mi Smith..." :wink:

Ian Malcom
05-10-06, 23:18
"I rettili sono ripugnanti a causa del loro corpo freddo, colorito pallido, scheletro cartilaginoso, pelle immonda, aspetto feroce, occhio calcolatore, odore sgradevole, voce stridula, tana squallida e terribile veleno; per questa ragione il Creatore non ha esercitato il suo potere per crearne una moltidudine"


" Non si può eliminare una nuova forma di vita"


Michael Crichton- Jurrasic Park 1990

meigel
06-10-06, 02:33
"Ma conviene rilevare la prima stranezza di quella spaventosa serata di maggio. Non solo presso il chiosco, ma in tutto il viale, parallelo alla via Malaja Bronnaja, non c'era anima viva."

Michail Bulgakov - Il Maestro e Margherita


Molte altre stranezze si verificano nel corso delle successive pagine di questo visonario romanzo :smt007 :smt007 :smt007 :smt007

mi hai fatto venire voglia di tornare a leggerlo

Ismene
06-10-06, 11:09
Io lo sto rileggendo proprio adesso.
L'avevo "divorato" ai tempi del liceo, e adesso scopro nuove visuali dalla mia rinnovata "maturità".. :)

Libro fantastico, e che scrittura!!

Ismene
13-10-06, 23:39
"Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato (fu lui, mi sembra, il primo a informarmene), che Arturo è una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato pure da un re dell'antichità, comandante a una schiera di fedeli: i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re trattati alla pari, come fratelli. Purtroppo, venni poi a sapere che questo celebre Arturo re di Bretagna non era storia certa, soltanto leggenda; e dunque, lo lasciai da parte per altri re più storici (secondo me, le leggende erano cose puerili)..."

(Elsa Morante - L'isola di Arturo)

epifanio
14-10-06, 02:09
"La domanda cui cercherò di rispondere è la seguente: Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all'altro?"(...)

(...)?Lei allora cercava un informatore che da bambino avesse vissuto dove la pianta cresceva, e scopriva che dopotutto un nome ce l'aveva. ?Il " cuore arido " dell'Australia, disse, era un mosaico di microclimi, dove diversi erano i minerali nel terreno e diversi gli animali e le piante. Un uomo cresciuto nel deserto conosceva a menadito la sua flora e la sua fauna, sapeva quale pianta attirava la selvaggina, sapeva che acqua bere. Sapeva dove sottoterra c'erano dei tuberi. In altre parole, dando un nome a tutte le "cose" del suo territorio, egli poteva sempre contare di sopravvivere.(...)


(...)Il padre missionario Martin Gusinde le paragonò alle "antiche vestali" o a "irrequieti uccelli di passo, felici e in pace con se stessi solo quando sono in movimento."(...)


(...)La filosofia degli aborigeni era legata alla terra. Era la terra che dava vita all'uomo; gli dava il nutrimento, il linguaggio e l'intelligenza, e quando lui moriva se lo riprendeva. (...) ?"Ferire la terra"(...)"è ferire te stesso, e se altri feriscono la terra, feriscono te. Il paese deve rimanere intatto, com'era al tempo del Sogno, quando gli Antenati col loro canto crearono il mondo".(...)


(...)Si credeva che ogni antenato totemico, nel suo viaggio per tutto il paese, avesse sparso sulle proprie orme una scia di parole e di note musicali, e che queste Piste del Sogno fossero rimaste sulla terra come 'vie' di comunicazione fra le tribù più lontane.(...)

(...)La terra deve prima esistere come concetto mentale. Poi la si deve cantare. Solo allora si può dire che esiste.(...)


Chissà, mi domandai, se il nostro bisogno di svago, la nostra smania di nuovo, era, in sostanza, un impulso migratorio istintivo, affine a quello degli uccelli in autunno?
Tutti i grandi maestri hanno predicato che in origine l'Uomo "peregrinava per il deserto arido e infuocato di questo mondo" - sono parole del Grande Inquisitore di Dostoevskij -, e che per riscoprire la sua umanità egli deve liberarsi dei legami e mettersi in cammino.
I miei due taccuini più recenti erano fitti di appunti presi in Sudafrica, dove avevo vagliato senza intermediari alcune prove certe sull'origine della nostra specie.
Quello che appresi là - insieme a quel che ora sapevo delle Vie dei Canti - sembrava confermare l'ipotesi con cui mi baloccavo da tanto tempo e cioè che la selezione naturale ci ha foggiati - dalla struttura delle cellule cerebrali alla struttura dell'alluce - per una vita di viaggi stagionali a piedi in una torrida distesa di rovi o di deserto.
Se era cosi, se la "patria" era il deserto, se i nostri istinti erano forgiati nel deserto, per sopravvivere ai suoi rigori -allora era più facile capire perché i pascoli più verdi ci vengono a noia, perché le ricchezze ci logorano e perché l'immaginario uomo di Pascal considerava i suoi
confortevoli alloggi una prigione.

«ancora oggi, disse Wendy, quando una madre arborigena nota nel suo bambino i primi risvegli della parola, gli fa toccare le 'cose' di quella particolare regione: le foglie, i frutti, gli insetti e così via.
il bambino, attaccato al petto della madre, giocherella con la 'cosa', le parla, prova a morderla, impara il suo nome, lo ripete - e infine la butta in un canto.
'noi diamo ai nostri figli fucili e giochi elettronici' disse wendy. 'loro gli hanno dato la terra'»

Bruce Chatwin - Le Vie Dei Canti

Ismene
14-10-06, 08:40
Bruce Chatwin - Le Vie Dei Canti

Bel libro...
Mi è piaciuto molto :)

theBlack
14-10-06, 10:44
L'uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l'impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle al chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.

Giorgio Faletti, Io uccido

all'esordio come scrittore thriller, uno dei più bei libri che io abbia letto...

Ismene
14-10-06, 20:29
Animula vagula blandula

"Mio caro Marco,
Sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo d'accordo per incontrarci di primo mattino. Ho deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d'un uomo che s'inoltra negli anni ed è vicino a morire di un'idropisia del cuore. Diciamo solo che ho tossito, respirato, trattenuto il fiato, secondo le indicazioni di Ermogene, allarmato suo malgrado per la rapidità dei progressi del male, pronto ad attribuirne la colpa al giovane Giolla, che m'ha curato in sua assenza. È difficile rimanere imperatore in presenza di un medico; difficile anche conservare la propria essenza umana; l'occhio del medico non vede in me che un aggregato di umori, povero amalgama di linfa e di sangue. E per la prima volta, stamane, m'è venuto in mente che il mio corpo, compagno fedele, amico sicuro e a me noto più dell'anima, è solo un mostro subdolo che finirà per divorare il padrone. Basta... Il mio corpo mi è caro; mi ha servito bene, e in tutti i modi, e non starò più a lesinargli le cure necessarie..."

Marguerite Yourcenar - Memorie di Adriano

pippi
14-10-06, 20:37
"La domanda cui cercherò di rispondere è la seguente: Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all'altro?"(...)

Bruce Chatwin - Le Vie Dei Canti

Mi era sfuggito... ADORO Bruce Chatwin, ho tutto di lui e questo libro è stupendo, quando ho letto le prime righe che hai postato mi si sono illuminati gli occhi :)
Grazie :)

epifanio
14-10-06, 20:38
“(...) L’uomo non tesse la trama della vita;
in essa egli è soltanto un filo.
Qualsiasi cosa fa alla trama,
l’uomo la fa a se stesso.

La rete della vita
Capra Fritjof

epifanio
15-10-06, 02:13
"La domanda cui cercherò di rispondere è la seguente: Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all'altro?"(...)

Bruce Chatwin - Le Vie Dei Canti

Mi era sfuggito... ADORO Bruce Chatwin, ho tutto di lui e questo libro è stupendo, quando ho letto le prime righe che hai postato mi si sono illuminati gli occhi :)
Grazie :)

Per me non è un semplice romanzo, è qualcosa di più....
ricordo che quando arrivai verso la fine del libro.....
.....mancavano solo alcune pagine....
smisi di leggerlo e incominciai a pensare....

questo (http://www.didgeridoo.it/news/lazy.html)
era il mio gruppo....s è sciolto 2 anni fa :-(
....prima o poi vi posterò dall Australia!

pippi
15-10-06, 19:58
questo[/url]
era il mio gruppo....s è sciolto 2 anni fa :-(
....prima o poi vi posterò dall Australia!

wow! ma bravissimi! :smt038
peccato abbandonare un progetto del genere ...

epifanio
15-10-06, 21:20
purtroppo non ci siamo capiti.....eravamo 7 teste != ... in un battito di ciglia il gruppo non c'era più.....
.....sai quando tra qualcuno (a livello personale) c'è un pò di attrito, in certe situazioni poi diventa impossibile esprimersi in termini artistici (soprattutto nella musica d'insieme).....
...le incompatibilità sono scaturite dal fatto che i due ideatori del proggetto erano (e sono....) musicisti per professione.
mentre noi altri eravamo chi studente....chi impiegato....
il tempo da poter dedicare alla musica non era molto.
poi tra me( il più piccolo) e il piu grande c'erano circa 15 anni di differenza...
per noi valeva la pena andare a suonare anche a gratis...io suonavo perchè mi piaceva e basta,....per loro (uno in particolare)...la cosa non andava....lui lo faceva per professione....
fino al punto che alle prove incominciava a comportarsi in modo strano, non gli andava bene più nulla.....faceva tardi...remava contro........et voilà.... scioglimento del gruppo;.....peccato!

....(figurati che comprai il mac apposta..... )
loro (due) invece hanno continuato a suonare .... in un altro progetto (elettric masala) sfruttando il successo del LazyGoannaProject
e tutti i contatti ricavati dall'attività dal vecchio gruppo (4 anni e +).
a mio parere lo scioglimento è stata una macchinazione ben progammata da un essere "che non oso descrivervi" al quale ho voluto un gran bene... :cry:
io continuo a suonare, su in cima alla montagna sulla solita pietra...o a casa quando non c'è nessuno... tra una pagina e l'altra prendo il mio didje e chiudo gli occhi....ma solo quando non c'è nessuno....

pippi
16-10-06, 09:37
purtroppo non ci siamo capiti.....eravamo 7 teste != ... in un battito di ciglia il gruppo non c'era più

.....io continuo a suonare, su in cima alla montagna sulla solita pietra...o a casa quando non c'è nessuno... tra una pagina e l'altra prendo il mio didje e chiudo gli occhi....ma solo quando non c'è nessuno....

Grazie per averlo raccontato, Epifanio.
Penso che ogni esperienza sia un seme, e ogni seme in potenza è un albero graaaaande... dipende poi come vogliamo farlo crescere, no?
Magari chissà, quando tornerai dall'Australia ... :wink:
:)

Frejya
16-10-06, 11:51
Mamma mia...dev'essere stato un gruppo davvero interessante...io ADORO il didjeridoo :) E' davvero un gran peccato che vi siate "persi"...ma perchè non avete continuato a suonare insieme voi non-professionisti?

Frejya
16-10-06, 12:04
"Per la maggior parte degli uomini il successo non è mai un male. Ricordo che, quando Hitler avanzava incontrollato e trionfante, molti uomini onorevoli gli cercarono e trovarono delle virtù. E Mussolini faceva arrivare i treni in orario e Vichy collaborò per il bene della Francia, e Stalin se non altro era forte. Forza e successo stanno al disopra della moralità, al disopra della critica. Par dunque che non conti cosa fai, ma come lo fai e come lo chiami. C'è un controllo negli uomini, nel fondo, una cosa che li fermi o li castighi? Pare che non ci sia. L'unico castigo è per chi fallisce."

L'inverno del nostro scontento.
Adoro John Steinbeck! :)

bertrandimac
17-10-06, 06:45
Non so se gia lo conoscete, comunque io lo segnalo, poi fate voi...

Incipitario (http://www.incipitario.com/)

Ismene
19-10-06, 20:49
“Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa chiamare la Storia. Spinto qua e là alla ventura, non ho potuto finora mantenere la promessa fatta, lasciandoli, ai miei contadini, di tornare fra loro, e non so davvero se e quando potrò mai mantenerla. Ma, chiuso in una stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato di riandare con la memoria a quell’altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e allo Stato, eternamente paziente; a quella mia terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte.
- Noi non siamo cristiani, - essi dicono, - Cristo si è fermato a Eboli -. Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo: e la frase proverbiale che ho sentito tante volte ripetere, nelle loro bocche non è forse nulla più che l’espressione di uno sconsolato complesso d’inferiorità. Noi non siamo cristiani, non siamo uomini, non siamo considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancora meno che le bestie, i fruschi, i frusculicchi, che vivono la loro libera vita diabolica o angelica, perché noi dobbiamo invece subire il mondo dei cristiani, che sono di là dall’orizzonte, e sopportarne il peso e il confronto. Ma la frase ha un senso molto più profondo, che, come sempre, nei modi simbolici, è quello letterale. Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato in tempo, né l’anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia. Cristo non è arrivato, come non erano arrivati i romani, che presidiavano le grandi strade e non entravano fra i monti e nelle foreste, né i greci, che fiorivano sul mare di Metaponto e di Sibari: nessuno degli arditi uomini di occidente ha portato quaggiù il suo senso del tempo che si muove, né la sua teocrazia statale, né la sua perenne attività che cresce su se stessa. Nessuno ha toccato questa terra se non come un conquistatore o un nemico o un visitatore in comprensivo. Le stagioni scorrono sulla fatica contadina, oggi come tremila anni prima di Cristo: nessun messaggio umano o divino si è rivolto a questa povertà refrattaria. Parliamo un diverso linguaggio: la nostra lingua è qui incomprensibile. I grandi viaggiatori non sono andati al di là dei confini del proprio mondo; e hanno percorso i sentieri della propria anima e quelli del bene e del male, della moralità e della redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli. “

(Carlo Levi – Cristo si è fermato a Eboli)

avrobay
11-11-06, 13:26
Anche questo topic sta trovando il suo spazio su ESTESIE*
http://artlab.tuttologia.com/estesie/index.html

Lavori in corso...
http://artlab.tuttologia.com/estesie/incipit.html

:wink:

theBlack
11-11-06, 15:55
http://www.studiocelsus.com/im/Libri/Io_uccidoG.jpg

Un DJ di radio Monte Carlo riceve, durante la sua trasmissione notturna, una telefonata delirante. Uno sconosciuto rivela di essere un assassino. Il caso viene archiviato come uno scherzo di pessimo gusto. Il giorno dopo un pilota di Formula Uno e la sua compagna vengono trovati orrendamente mutilati. Da questo momento ha inizio una serie di delitti, preceduti ogni volta da una telefonata con un indizio sulla prossima vittima e sottolineati da una scritta tracciata con il sangue: "io uccido". Non c'è mai stato un serial killer nel Principato di Monaco. Adesso c'è. Il romanzo d'esordio nel thriller del comico italiano.

gabod3
11-11-06, 18:23
Che strano incipit theBlack... :roll:

Melquiades
11-11-06, 19:11
Che strano incipit theBlack... :roll:

:lol: :lol: :lol:

theBlack
11-11-06, 19:48
Che strano incipit theBlack... :roll:

ho dimenticato la prima parte del post perdendomi nella scrittura del resto...

:oops:



http://generale.altervista.org/immagini/libri/aavv_04_io_uccido.gif

L'uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l'impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle al chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.

Giorgio Faletti, Io uccido
Baldini Castoldi Dalai

Melquiades
15-11-06, 15:38
"Il profumo" di Patrick Suskind

"Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell’epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, ecc., oggi è caduto nell'oblio. non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori

meigel
15-11-06, 15:45
"Il profumo" di Patrick Suskind

Già citato, Mel :) http://www.tuttologia.com/macp2p/showthread.php?t=7474&page=7

Ma un libro tanto affascinante merita certamente una doppia segnalazione
:smt039

Melquiades
15-11-06, 15:47
Scusatemi

Melquiades
16-11-06, 09:58
Il ragazzo leopardo, di Daniel Picouly

Il grosso marinaio rubicondo picchia sul tavolo con il pugno guantato. Pare voglia svegliarsi di soprassalto.
"Cittadina! Stasera ho l'uzzolo di tagliar la gola a un negretto. Ne ho abbastanza di aristocratici".
La Marmotta capisce subito che è lui il negretto. Verifica. Null'altro che vi somigli nella bettola quasi vuota. La cittadina sembra che lo faccia apposta a essere rosea e bionda. Sta leggendo una gazzetta alla luce di una candela, appoggiata con i gomiti su una botte, e non alza nemmeno lo sguardo verso il marinaio. Nella sala, ci sono soltanto dei patrioti ai tavoli, intenti a bere vino caldo, e una stufa solitaria accesa. Il tutto ricoperto da un silenzio stanco da bivacco che fa gravare il soffitto sulle teste. Nessun dubbio, l'unico negretto, lì, è lui.
Il ragazzino rimpiange di essere entrato in quella taverna all'inizio di rue de la Monnaie. Ma è tardi e aveva bisogno di un po' di acqua e di una scodella per far bere la fottuta pozione al dannato cagnolino.
"Credimi, cittadina, è quando sono ancora piccoli che bisogna accorciarli, i negretti. Toh, per dimostrarti che sono un brav'uomo, quello telo compero".
"Non è mio".
La Marmotta avrebbe preferito che la Padrona rispondesse... Non è in vendita!...
"Allora non ti dispiacerà se lo scortico, quel pezzo di sanguinaccio?"
La Padrona decide di non prestare più attenzione al seccatore. Conosce il modello a memoria. Dopo due o tre bicchieri vogliono sbudellare il loro vicino, dopo quattro o cinque la chiedono in sposa, e arrivati al culo della bottiglia ronfano. Basta aspettare. Riprende la sua lettura. La Marmotta tiene d'occhio lo sbraitone. Uno rubicondo, cinto di bandoliere come un barile disfatto. Ha un guanto solo alla mano destra e porta al fianco una sciabola che ticchetta.
"Ohé, cittadina! È il tuo ratafià scadente che mi fa vedere doppio o il tuo cartello ha preso un colpo di sole?"
Il marinaio addita una lastra di ardesia appoggiata al muro su una mensola. È divisa in due e reca scritto con il gesso da una parte...
'15 ottobre 1793 Santa Teresa d'Avila...' e dall'altra...
'24 vendemmiaio anno II Festa dell'Amarilli'.
"È il nuovo calendario votato dai nostri deputati. Ti ci devi abituare, cittadino".
"Troppi cambiamenti. Dammi un po' del tuo rum, per rimettermi in sesto".

bertrandimac
16-11-06, 20:57
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io e, tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non va proprio di parlarne.

Jerome David Salinger - Il giovane Holden

pippi
16-11-06, 21:05
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io e, tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non va proprio di parlarne.

Jerome David Salinger - Il giovane Holden

:smt023

Ismene
16-11-06, 23:35
"Casa Ransome era stata svaligiata. "Rapinata" disse Mrs Ransome. "Svaligiata" la corresse il marito. Le rapine si fanno in banca; una casa si svaligia. Mr Ransome era avvocato e riteneva che le parole avessero la loro importanza. Anche se in questo caso era difficile trovare un termine preciso. Di solito un ladro sceglie, fa una cernita, prende un oggetto e ne lascia altri. C'è un limite a ciò che riesce a far sparire: per esempio, è raro che porti via una poltrona, ancor più raro un divano. Questi ladri, però, l'avevano fatto. Avevano preso tutto.
I Ransome erano andati all'opera a sentire Così fan tutte (il Così, come Mrs Ransome aveva imparato a chiamarlo). Mozart era fondamentale nel loro matrimonio; i Ransome non avevano figli e probabilmente, non fosse stato per Mozart, si sarebbero già divisi da anni. Quando tornava a casa dallo studio Mr Ransome faceva sempre il bagno, poi cenava. E dopo cena faceva un altro bagno, questa volta in Mozart. Mr Ransome ci sguazzava, in Mozart, ci si tuffava; dal piccolo viennese si lasciava ripulire dalle sozzure che aveva dovuto sopportare tutto il giorno al lavoro. Quella sera erano stati ai bagni pubblici, cioè al Covent Garden, dove seduto davanti a loro c'era il ministro dell'Interno. Anche lui era andato a fare un tuffo per lavarsi di dosso le preoccupazioni della giornata, preoccupazioni che di lì a poco, benché solo in forma di statistica, avrebbero annoverato anche i Ransome.
Normalmente Mr Ransome non condivideva il bagno serale con nessuno, giacché Mozart gli arrivava personalizzato tramite una cuffia e un sofisticato impianto stereo scrupolosamente equalizzato, che Mrs Ransome non poteva toccare per alcun motivo. Secondo lei, i ladri erano venuti proprio per colpa dello stereo, che li aveva attirati. I furti di stereo sono all'ordine del giorno; i furti di moquette no.
"Forse hanno preso la moquette per avvolgerci lo stereo" disse al marito.
Mr Ransome ebbe un brivido e ribatté che come imballaggio gli sembrava più plausibile la pelliccia, al che la moglie riattaccò a piangere.
Il Così non era stato un granché. Mrs Ransome non aveva capito la trama e a Mr Ransome, che non ci aveva mai neanche provato, era parso senz'altro inferiore alle quattro incisioni che aveva a casa. La recitazione lo distraeva sempre. "Non ce n'è uno che sappia come tenere le braccia" aveva commentato durante l'intervallo. Forse non era solo questione di braccia, aveva pensato Mrs Ransome, però non gliel'aveva detto. Le era sorto il dubbio che a 180° lo sformato che aveva lasciato nel forno potesse venire troppo asciutto; forse sarebbe stato meglio a 170°. Ma era un timore inutile: i ladri avevano portato via sia lo sformato sia il forno..."

(Alan Bennet - Nudi e crudi)

:smt039

meigel
16-11-06, 23:59
Alan Bennet - Nudi e crudi

Un libro adorabile. Si legge in mezzora, è divertentissimo e fa riflettere... perfetto :)

Melquiades
17-11-06, 15:51
Ti prendo e ti porto via-Niccolò Ammaniti

E’ finita.
Vacanze. Vacanze. Vacanze.
Per tre mesi. Come dire sempre.
La spiaggia. I bagni. Le gite in bicicletta con Gloria. E i fiumiciattoli di acqua calda e salmastra, tra le canne, immerso fino alle ginocchia, alla ricerca di avannotti, girini, tritoni e larve d’insetti.
Pietro Moroni appoggia la bici contro il muro e si guarda in giro.
Ha dodici anni compiuti, ma sembra più piccolo della sua età.
E’ magro. Abbronzato. Una bolla di zanzara in fronte. I capelli neri, tagliati corti, alla meno peggio, da sua madre. Un naso all’insù e due occhi, grandi, coloro nocciola. Indossa una maglietta bianca dei mondiali di calcio, un paio di pantaloncini jeans sfrangiati e i sandali di gomma trasparente, quelli che fanno la pappetta nera tra le dita.
Dov'è Gloria? Si chiede.
Passa tra i tavolini affollati del bar Segafredo.
Ci sono tutti i suoi compagni.
E tutti ad aspettare, a mangiare gelati, a cercarsi un pezzetto d’ombra.
Fa molto caldo.
Da una settimana sembra che il vento sia sparito, che abbia traslocato da qualche altra parte portandosi appresso tutte le nuvole e lasciando un sole enorme e incandescente che ti bolle il cervello nel cranio.
Sono le undici di mattina e il termometro segna trentasette gradi.
Le cicale strillano come ossesse sui pini dietro il campo di pallavolo. E da qualche parte, non molto lontanom dev’essere morta una bestia, perché a tratti arriva un tanfo dolciastro di carogna.
Il cancello della scuola è chiuso.
I risultati non sono stati ancora affissi.
Una paura leggera si muove furtiva nella pancia, spinge contro il diaframma e riduce il respiro.
Entra nel bar.
Nonostante si schiatti di caldo, ci sono un sacco di ragazzini assiepati intorno all’unico videogioco.
Esce,
Eccola!
Gloria se ne sta seduta sul muretto, Dall’altra parte della strada. La raggiunge. Lei gli dà una pacca sulla spalla e gli chiede: Hai paura?".
"Un po’."
"Pure io."
"Smettila" fa Pietro. "Ti hanno promosso. Lo sai."
"Che fai dopo?"
"Non lo so. E tu?"
"Non lo so. Facciamo qualcosa?"
"Occhei."
Rimangono in silenzio, seduti sul muretto, e se da una parte Pietro pensa che la sua amica è più bella del solito con quella maglietta di spugna azzurra, dall’altra sente il panico crescere.
Se ci riflette sa che non c’è nulla da temere, che la cosa, alla fine, si è sistemata.
Ma la sua pancia non la pensa allo stesso modo.
Ha voglia di andare in bagno.

sergiomac
19-11-06, 13:47
:) ....Da " Illuminazioni" .......A.Rimbaud ...

Fiori

Da un gradino d'oro, - fra i cordoni di seta, le organze grige, i velluti verdi e i dischi di cristallo che anne- riscono come bronzo al sole, - vedo la digitale aprirsi come su un tappeto di filigrane d'argento, di occhi e di capelli.
Monete d'oro giallo sparse sull'agata, colonne di mogano che sostengono una cupola di smeraldi, mazzi di raso bianco e sottili verghe di rubino circondano la rosa d'acqua.
Simili a un dio dagli enormi occhi azzurri e dalle forme di neve, il mare e il cielo attirano alle terrazze di marmo la folla delle giovani e forti rose.

mela...aspettavo
19-11-06, 14:03
e' una frase di un poeta 'Lagerkvist':
"Si ha un bell'andare di paese in paese , ma non si impara mai tanto come dal mare"
è da li che comincia la storia degli scandinavi :qualcuno la fa risalire addirittura dopo il diluvio.
Tutta l'epica, la leggenda, e le tradizioni hanno per sfondo l'oceano.

kdreamer73
04-12-06, 23:28
Alan Bennet - Nudi e crudi

Un libro adorabile. Si legge in mezzora, è divertentissimo e fa riflettere... perfetto :)
Inconsueto e divertente!

Per restare in tema con l'autore:

La signora nel furgone.
«Oggi pomeriggio ho quasi inciampato in un serpente» mi ha detto Miss Shepherd. «Veniva su per la Parkway. Era lungo così, e grigio; un boa constrictor, casomai. Aveva l'aria velenosa. Strisciava contro il muro e sembrava che sapesse dove andava: secondo me puntava dritto verso il furgone». Per fortuna Miss Shepherd non ha preteso che chiamassi la polizia, come fa ogni volta che succede qualcosa di insolito. Forse questa del serpente era troppo insolita (anche se poi si è scoperto che avevano scassinato il negozio di animali della Parkway; magari il serpente lo aveva visto davvero). E' entrata in casa con la tazza e gliel'ho riempita; poi se l'è portata nel furgone. «Guardi, per sicurezza glielo dico subito, io coi serpenti me la sono vista brutta».
L'incontro col presunto boa constrictor risale all'estate del 1971; da qualche mese Miss Shepherd e il suo furgone erano in sosta permanente davanti a casa mia, a Camden Town. L'avevo vista per la prima volta qualche anno prima, vicino al convento in fondo alla strada: era lì in piedi accanto al suo furgone, in panne come al solito.....

kdreamer73
05-12-06, 00:08
Sicuramente per chi ama Fanucci Editore:
Andreas Eschbach
Miliardi di tappeti di capelli

Nodo dopo nodo, giorno dopo giorno, per tutta la vita, faceva incessantemente sempre gli stessi movimenti della mano, annodava sempre gli stessi sottili capelli. Nel corso del tempo, erano talmente fini ed esigui da far diventare le dita sempre più tremolanti e gli occhi sempre più deboli per la fatica. I progressi del lavoro erano a malapena visibili. In una giornata, quando procedeva di buona lena, nasceva un nuovo lembo di tappeto. Forse, grande quanto l'unghia di un dito. Così, si rannicchiò di fronte allo scricchiolante telaio a cui era già stato seduto il padre, e prima il padre del padre, nella medesima posa curva, con la vecchia lente d'ingrandimento mezza sporca davanti agli occhi, le braccia sostenute dalla tavola consumata e premuta sul petto utile per dirigere gli aghi con la punta delle dita. Stringeva nodo dopo nodo, nella maniera tradizionale tramandatagli da generazioni e generazioni, fino a quando non entrò nella piacevole condizione della trance; la schiena smise di fargli male e non sentiva più la vecchiaia che nel frattempo gli si era infiltrata nelle ossa. Mentre il vento lambiva senza fine il tetto e s'infilava nelle finestre aperte, ascoltava i diversi rumori della casa costruita dal nonno del bisavolo: gli giungevano i suoni del battere delle stoviglie, delle conversazioni tra donne e figlie nella cucina dabbasso.........

Cito l'autore : "E' una storia di tessitori di capelli. Non posso promettervi che l'amerete. Non posso promettervi che vi piacerà. Posso solo fare una promessa: non la dimenticherete, mai."

meigel
06-12-06, 02:07
Jerome K.Jerome - Tre uomini in barca (per non parlar del cane)

Eravamo in quattro - George, William Samuel Harris, io e Montmorency. Eravamo seduti nella mia stanza, fumando e parlando di come eravamo messi male - intendo messi male da un punto di vista medico, ovviamente. Ci sentivamo tutti giù di morale, e la cosa ci preoccupava molto. Harris disse che a volte veniva sopraffatto da attacchi di vertigine così forti da non sapere più cosa stava facendo; e allora George disse che anch'egli soffriva di attacchi di vertigine da non sapere più cosa stava facendo. Per quanto mi riguardava, era il mio fegato ad essere in disordine. L'avevo saputo leggendo le indicazioni di una confezione di pillole per il fegato, in cui erano descritti i diversi sintomi dai quali si più capire di avere il fegato in disordine. Io li avevo tutti.


La prima volta che ho letto questo libro è stato trent'anni fa, ero un bambino di 10 anni e mi faceva morire dalle risate.
Mi fa ridere ancora adesso... è molto buono il libro, oppure io non sono cresciuto abbastanza :???:

pippi
06-12-06, 10:09
La mia famiglia ed altri animali - Gerald Durrell

Ho scoperto questo libro *per caso*, anni fa, curiosando da Adelphi. Mi pare di non averlo ancora consigliato - male! - perchè è bellissimo.
Durrell, famoso etologo, zoologo, giornalista dalla scrittura felice, ironica e solare, racconta il suo soggiorno con la famiglia nell'isola di Corfu', dove - bambino libero e senza i vincoli imposti dalla dimensione cittadina - scopre una natura incontaminata e mediterranea che per lui, inglese della nebbia e del freddo - equivale ad una specie di paradiso terrestre.
E' proprio questo soggiorno che fa maturare in lui la passione per la zoologia, e nella varia e variegata fauna che ci descrive, non manca di tracciare arguti ritratti di bipedi umani che popolano la sua vita di allora.
C'è un po' del Candido di Voltaire e un po' di Robinson Crusoe in questo libro veramente appassionante e divertente, e Corfu' non è mai stata cosi bella e luminosa, pare uscire dalle pagine per avvolgerci di mare e di sole.
Sebbene il tema potrebbe apparire troppo "specifico", non fatevi ingannare e leggetelo, sono sicura che vi piacerà.
:)

"Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso con la mia famiglia nell'isola greca di Corfu'. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell'isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro.
Non appena si sono trovati sulla pagina, non ne hanno piu' voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato vari amici a dividere i capitoli con loro. Soltanto con immensa fatica, e usando una notevole astuzia, sono riuscito a salvare alcune pagine sparse che ho dedicate esclusivamente agli animali."

:)

picodm
06-12-06, 18:30
beh saró banale, ma ultimamente sto facendo una di quelle cose strane che mi capitano ogni tanto....rileggo la mia raccolta..di che????

N. 1: pag. 11

si?
io... volevo... ma cos´era quel grido?
Ah, volevate sapere questo? Era il campanello. Una mia piccola trovata. Meglio del solito "Drin Drin" non vi pare? Buongiorno.
.....
Ma che diavolo?!
Si?
Posso entrare? Vorrei parlare con DYLAN DOG......

in 10 giorno ho letto piú di metá della collezione e si che ce l´ho tutta........ :oops:
penso che le battute di Groucho siano ormai parte del mio pensare... :( saró matto???

ah dimenticavo il primo numero era intitolata "L´alba dei morti viventi" per chi non lo sapesse...

kdreamer73
06-12-06, 22:38
Che bello questo topic!!
:smt038 :smt038 :smt038

Frejya
07-12-06, 09:27
si?
io... volevo... ma cos´era quel grido?
Ah, volevate sapere questo? Era il campanello. Una mia piccola trovata. Meglio del solito "Drin Drin" non vi pare? Buongiorno.
.....
Ma che diavolo?!
Si?
Posso entrare? Vorrei parlare con DYLAN DOG......

in 10 giorno ho letto piú di metá della collezione e si che ce l´ho tutta........ :oops:


Ah,io ADORO Dylan Dog....e ti invidio non poco la collezione completa! :)

Melquiades
07-12-06, 16:30
Lo studio era intriso d'uno splendido odore di rose, e quando la lieve brezza estiva frusciava tra gli alberi del giardino, dalla porta aperta penetrava il pesante profumo delle serenelle, o quello più delicato dei rosaspini. Sdraiato nell'angolo di un divano coperto di stoffe persiane, e fumando, secondo la sua abitudine, un numero indefinito di sigarette, Lord Henry Wotton poteva vedere i fiori di un'acacia, colorati e dolci come il miele, quei rami fragili che pareva potessero appena sopportare una bellezza tanto splendida; e di quando in quando l'ombra fantastica di un uccello volante si proiettava e scorreva sulle pesanti tende di seta, con una specie di fuggitivo effetto giapponese, facendogli ricordare quei pittori di Tokio, dal viso di giada pallida, che pur servendosi d'un'arte necessariamente statica, cercano di rendere il senso della velocità e del moto.

Il Ritratto di Dorian Gray-Oscar Wilde.......
......quanto mi piacerebbe essere come Lord Henry :?

cla78
11-12-06, 13:15
Era un pigro pomeriggio di domenica, proprio di quelli che Walden preferiva. Davanti alla finestra aperta, guardava l'ampia distesa del parco. Sul prato pianeggiante si stagliavano alberi rigogliosi: un pino scozzese, un paio di querce possenti, alcuni castagni, e un salice che pareva la chioma inanellata di una fanciulla. Il sole era alto e gli alberi proiettavano ombre scure e fresche. Gli uccelli tacevano, ma le api sciamavano lungo il rampicante che incorniciava la finestra. Anche la casa era silenziosa. La maggior parte dei domestici si godeva la giornata di libertà. Gli unici ospiti per il fine settimana erano il fratello di Walden, George, sua moglie Clarissa, e le loro figlie. George era andato a fare una passeggiata, Clarissa stava riposando, e le ragazze non erano in vista. Walden si sentiva bene. Si era messo la finanziera per andare in chiesa, e fra una o due ore avrebbe indossato cravatta bianca e mansina per la cena; ora, però, se ne stava comodo in un vestito di tweed e una camicia col colletto morbido. A rendere perfetta la giornata, pensò, sarebbe bastato che Lydia quella sera avesse suonato il pianoforte.

Ken Follet
L'uomo di Pietroburgo

duccio
19-12-06, 10:55
Ogni mattina, varcata la soglia degli studi della radio, Murke si sottoponeva ad un esercizio di ginnastica esistenziale: saliva nell'ascensore Paternoster, ma non usciva al secondo piano, dove era il suo ufficio; si lasciava invece portare più in alto, oltre il terzo, il quarto, il quinto piano. Lo prendeva la paura ogni volta che la piattaforma della cabina si sollevava oltre il corridoio del quinto piano, quando la cabina si elevava cigolando nel vuoto dove cavi oliati e stanghe sporche di grasso, asmatico macchinario di ferro, spingeva la cabina dall'alto al basso: Murke fissava pieno di paura quell'unico luogo dell'edificio della radio che non fosse liscio e intonacato e respirava di sollievo quando la cabina, con uno scossone si drizzava, superava quel vuoto, si metteva di nuovo in linea e lentamente si abbassava verso il quinto, il quarto, il terzo piano.

Heinrich Böll, "La raccolta di silenzi del dottor Murke". racconto breve tratto dal libro "Racconti umoristici e satirici"

(su gentile richiesta ;) :fioriperte: )

Ismene
19-12-06, 11:03
Grazie, Duccio. :)

Fiori anche per te :fioriperte:

gabod3
19-12-06, 11:09
Se si eccettuano alcuni casi aberranti, l'uomo non è propenso al bene: quale dio ve lo spingerebbe? E' costretto a vincersi, a farsi violenza, per poter compiere il sia pur minimo atto non inquinato dal male. Quando vi riesce, ogni volta egli provoca, umilia il suo creatore. E se gli succede d'essere buono non più per calcolo o sforzo, bensì per natura, lo deve a una inavvertenza dall'alto: va a situarsi fuori dall'ordine universale, nessun progetto divino lo aveva previsto. Non si capisce che posto occupi fra gli esseri, e nemmeno se ne sia uno. Sarà un fantasma?
Il bene è ciò che fu o sarà, ciò che mai è. [...]

E.M. Cioran - "Il demiurgo cattivo"

JaCk
24-12-06, 18:46
Il Virginian era un piroscafo. Negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Dicono che sul Virginia si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa. Dicono che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dicono che nessuno sapesse il perchè.

Alessandro Baricco - Novecento
...un libro, un capolavoro...

JaCk

JaCk
24-12-06, 18:52
Questo è un thriller di 409 pagine che si fa leggere in 2 ore...molto appassionante.

08:55
Il becchino è in città.
Il becchino assomiglia a te, assomiglia a me.
Cammina lungo le strade fredde e tristi proprio come camminerebbe chiunque altro, le spalle strette a difendersi dall'aria umida di dicembre.
Non è alto e non è basso, non è grasso e non è magro...
Se lo guardassi negli occhi, non ne noteresti la forma e il colore, ma ti accorgeresti solo che non sembrano del tutto umani...
Indossa un lungo impermeabile nero, oppure blu scuro, e nemmeno un'anima per la strada lo nota nonostante ci siano molti testimoni - le strade di Washington D.C., sono affollate perchè è l'ora di punta del mattino.
Il becchino è in città ed è l'ultimo dell'anno.

Jeffery Deaver - La lacrima del diavolo

JaCk

JaCk
24-12-06, 19:01
Questo invece è un libro che mi accompagna da quando avevo 9-10 anni...l'avrò riletto una 30ina di volte...

Nei giorni come quello, in cui il cielo era coperto di nuvole, Robert Neville non era mai sicuro di quanto mancava al tramonto e a volte li trovava già nelle strade, prima di riuscire a rientrare in casa.
Se non avesse avuto tanta avversione per la matematica, avrebbe potuto calcolare l'ora approssimativa del loro arrivo; invece, si atteneva ancora all'antica abitudine di regolarsi sul colore del cielo per stabilire la fine del giorno,e, nei pomeriggi senza sole, quel sistema non funzionava. Perciò, quando il cielo era grigio, non osava allontanarsi troppo dala sua abitazione.

Richard Matheson - Io sono leggenda
Stephen King ha detto di lui: "Lo scrittore che mi ha influenzato più di ogni altro".

JaCk

theBlack
24-12-06, 19:11
non c'è due senza tre si suol dire:

http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/faletti/foto/1.jpg

L'incipit
L'unico suono della città era il fischio del treno.
Da sempre, sulla ferrovia che tagliava in due Flagstaff col suo colpo di scimitarra, passavano diverse volte al giorno i treni merci della Amtrak. Le locomotive sfioravano la stazione in mattoni rossi con il loro cauto passo di rotaia e nella fatica del viaggio sembravano animali in ansia solo per la strada da fare, senza nessuna cura per quello che si trascinavano dietro. Erano lunghe litanie di vagoni, che parevano arrivare dal niente e che nello stesso posto sembravano diretti, con il loro carico di container dai colori slavati e coperti di scritte bianche.

A volte tutti portavano il logo della China Shipping.

Quella scritta esotica creava allo sguardo e alla mente l'immagine di posti altrove, di gente al di là del mare che in quella cittadina nel centro dell'Arizona, sole rosso d'estate e freddo bianco di neve l'inverno, erano parte della conoscenza di tutti e dell'esperienza di nessuno.

Il tempo di capire che era soltanto un'illusione e i treni già se ne andavano con la sequenza di un rosario. Sferragliavano lenti e indolenti verso Est, si perdevano alla vista costeggiando per un tratto la vecchia Route 66 e lasciandosi alle spalle solo quel fischio acuto come saluto e avvertimento.

kdreamer73
24-12-06, 21:58
Questo invece è un libro che mi accompagna da quando avevo 9-10 anni...l'avrò riletto una 30ina di volte...

Nei giorni come quello, in cui il cielo era coperto di nuvole, Robert Neville non era mai sicuro di quanto mancava al tramonto e a volte li trovava già nelle strade, prima di riuscire a rientrare in casa.
Se non avesse avuto tanta avversione per la matematica, avrebbe potuto calcolare l'ora approssimativa del loro arrivo; invece, si atteneva ancora all'antica abitudine di regolarsi sul colore del cielo per stabilire la fine del giorno,e, nei pomeriggi senza sole, quel sistema non funzionava. Perciò, quando il cielo era grigio, non osava allontanarsi troppo dala sua abitazione.

Richard Matheson - Io sono leggenda
Stephen King ha detto di lui: "Lo scrittore che mi ha influenzato più di ogni altro".

JaCk

Straconsigliato :smt023 :smt023 :smt023

JaCk
24-12-06, 22:08
;) Very nice

JaCk

pippi
27-12-06, 23:46
"Nella mia casa paterna, quand'ero ragazzina, a tavola, se io o i mei fratelli rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello, la voce di mio padre tuonava: Non fate malagrazie!
Se inzuppavamo il pane nella salsa, gridava: Non leccate i piatti! Non fate sbrodeghezi! Non fate potacci!
Sbrodeghezi e potacci erano, per mio padre, anche i quadri moderni, che non poteva soffrire.
Diceva: Voialtri non sapete stare a tavola! Non siete gente da portare nei loghi!
E diceva: Voialtri che fate tanti sbrodeghezi, se foste a una table d'hôte in Inghilterra, vi manderebbero subito via.
Aveva, dell'Inghilterra, la più alta stima. Trovava che era, nel mondo, il più grande esempio di civiltà."

Lessico Famigliare - Natalia Ginzburg

:)

Ismene
28-12-06, 01:24
"Nella mia casa paterna, quand'ero ragazzina, a tavola, se io o i mei fratelli rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello, la voce di mio padre tuonava: Non fate malagrazie!
Se inzuppavamo il pane nella salsa, gridava: Non leccate i piatti! Non fate sbrodeghezi! Non fate potacci!
Sbrodeghezi e potacci erano, per mio padre, anche i quadri moderni, che non poteva soffrire.
Diceva: Voialtri non sapete stare a tavola! Non siete gente da portare nei loghi!
E diceva: Voialtri che fate tanti sbrodeghezi, se foste a una table d'hôte in Inghilterra, vi manderebbero subito via.
Aveva, dell'Inghilterra, la più alta stima. Trovava che era, nel mondo, il più grande esempio di civiltà."

Lessico Famigliare - Natalia Ginzburg

:)

:)

:smt007 :smt007 :smt007

avrobay
30-12-06, 00:24
"Il pittore si tiene leggermente discosto dal quadro. Dà un'occhiata al modello; si tratta forse di aggiungere un ultimo tocco, ma può anche darsi che non sia stata ancora stesa la prima pennellata. Il braccio che tiene il pennello è ripiegato sulla sinistra, in direzione della tavolozza; è, per un istante, immobile fra la tela e i colori. L'abile mano è legata allo sguardo; e lo sguardo, a sua volta, poggia sul gesto sospeso. Tra la sottile punta del pennello e l'acciaio dello sguardo lo spettacolo libererà il suo volume."

E' l'inizio di un libro importante e affascinante (Michel Foucault, Le parole e le cose) che ho letto per la prima volta molti anni fa e che è stato a lungo un punto di riferimento per i miei studi successivi. Lo segnalo per il fascino della celebre analisi del quadro di Velazques con cui il lungo saggio si presenta al lettore: un incipit di quelli che "lasciano il segno" :)



http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a4/Velazquez-Meninas.jpg/500px-Velazquez-Meninas.jpg

Ismene
30-12-06, 00:39
Bellissimo :)

theBlack
30-12-06, 00:41
Bellissimo :)

Ismene ma c'è qualcosa che non hai letto ancora???

:D

Ismene
30-12-06, 00:51
Ismene ma c'è qualcosa che non hai letto ancora???

:D

Tantissime cose, purtroppo :( (o per fortuna??)


:)

sergiomac
09-01-07, 01:51
....Ciao, vorrei fare un omaggio come ha già fatto Umbriajazz quì ad Orvieto a Lennie Tristano, presentando un libro sullo stesso; scritto da Fayenz e Riccardo Brazzale Lennie Tristano un mito, un maestro quasi un santone. Il pianista di origine italiane fu l'inventore di quello che venne poi chiamato Cool Jazz, evoluzione intellettuale del bebop. Insegnante stimatissimo ( guru bianco è stato definito), Tristano è rimasto un oggetto quasi sconosciuto al grande pubblico , ma la sua influenza nei percorsi del jazz moderno, seppur spesso sotterranea è grandissima.
....."La vicenda umana e artistica di Lennie Tristano è assolutamente unica, nella storia del grande jazz. Cieco e visionario, quasi un recluso nella propria casa-laboratorio ma in grado di agire sul presente e il futuro del jazz attraverso l’opera propria e quella dei suoi allievi (fra cui giganti come Lee Konitz, Warne Marsh e molti altri), Tristano ha indicato al jazz moderno direzioni che ancora oggi suonano rare e preziose. Egli fu in grado di portare alle estreme conseguenze i metodi creativi del Bebop con una mentalità apertamente contemporanea ed eclettica, ma anche attenta al senso tragico del blues, e perfino alle risorse delle tecnologie di manipolazione e post-produzione sonora di cui, incurante delle critiche di un giornalismo impreparato ad innovazioni che si sarebbero affermate pienamente solo vent’anni dopo, fu un assoluto pioniere.
Profeta e santone, indifferente a ogni routine e moda culturale, Tristano era in anticipo sui tempi: anzi, fu un musicista totalmente estraneo all’effimero, alla stessa concezione borghese del progresso, inseguendo un’idea di musica per certi versi fuori dalla storia, e dunque per ciò stesso atemporale, universale, assoluta."......
Accanto alla riproposta, riveduta e aggiornata, della classica biografia di Franco Fayenz – tra i pochissimi critici internazionali ad essere stato, di Tristano, talmente intimo da poter osservare “in vivo” il suo laboratorio creativo –, questo ritratto d’artista si estende a un’acuta disamina dell’opera omnia tristaniana da parte di Riccardo Brazzale, che da musicista-esegeta penetra nei meccanismi stessi della creatività del maestro, svelandone i processi estetici e culturali e restituendoci vividamente la sua prepotente e attualissima originalità...
http://img488.imageshack.us/img488/5434/immagine4vx5.png

JaCk
09-01-07, 09:05
Oh Yeah! Stupendo, Sergio...

JaCk

cassiopea
28-02-07, 02:07
Non posso resistere a un topic così...

"Quando fu di dominio pubblico che l'immane scritore Prétextat Tach sarebbe morto due mesi dopo, i giornalisti di tutto il mondo sollecitarono interviste private con l'ottuagenario. Il vegliardo godeva, certo, di un prestigio considerevole; fu comunque grande lo stupore di vedere accorrere al capezzale del romanziere francofono rappresentanti di quotidiani del calibro (ci siamo permessi di tradurre) della "Voce di Nanchino" e del "Bangladesh Observer". Così, due mesi prima della morte, il signor Tach potè farsi un'idea dell'ampiezza della propria fama. Il suo segretario si incaricò di effettuare una selezione drastica delle proposte: eliminò tutti i giornalisti in lingue straniere perchè il moribondo parlava solo francese e non si fidava di nessun interprete; scartò i reporter di colore perchè con l'età lo scrittore si era messo a fare discorsi razzisti, che discordavano con le sue convinzioni profonde - gli specialisti tachiani, imbarazzati, vedevano in questo l'espressione di un desiderio senile di scandalizzare; infine il segretario scoraggiò garbatamente le richieste di reti televisive, di riviste femminili, di giornali giuducati troppo politici, e soprattutto dele riviste mediche che avrebbero voluto sapere in che modo il grand'uomo si fosse preso un cancro tanto raro. Non senza legittimo orgoglio il signor Tach si seppe colpito dalla temibile sindrome di Elzenveiverplatz, chiamata più volgarmente "cancro delle cartilagini", che lo studioso eponimo aveva scoperto nel XIX secolo alla Cayenna in una dozzina di ergastolani reclusi per violenza sessuale con annesso omicidio, e che da allora non si era mai pià ripresentata. Accolse questa diagnosi come una nobilitazione insperata: con il suo fisico di obeso imberbe che aveva tutto dell'eunuco tranne la voce, temeva di morire di un'insulsa malattia cardiovascolare.Redigendo il proprio epitaffio, non dimenticò di citare il nome sublime del medico teutone grazie al quale sarebbe trapassato in bellezza".

Amélie Nothomb - Igiene dell'assassino

Se qualcuno non conosce ancora questa scrittrice belga la consiglio caldamente, è cinica, cattivissima e molto divertente!

flashcream
28-02-07, 02:10
Non posso resistere a un topic così...

:)

meigel
28-02-07, 08:00
Amélie Nothomb - Igiene dell'assassino

Un libro che non ho amato (e che un po' mi deluse nel finale), ma che mi colpì per la sua originalità e per il modo in cui viene sviluppato il rapporto tra i due protagonisti.... certamente la Nothomb ci sa fare e merita un approfondimento. Grazie per la segnalazione :)

cassiopea
28-02-07, 12:28
Forse amare Amélie Nothomb è un po' difficile, però non resisto al suo modo di scrivere acido ed intellettuale; comunque un altro suo libro che mi ha strappato mote risate in una notte d'insonnia è "Le Catilinarie", una tragicommedia in cui due anziani coniugi sono invasi "da un vicino obeso e silenzioso, Palamède Bernardin" sposato a "una creatura informe, totalmente inebetita dal grasso che l'avvolge"...
Buona lettura a chi vuol tentare!'8)'

Gugnihr
02-03-07, 23:04
Io cito la fine, invece che l'incipit, ma questo è un libro che si può cominciare da qualsiasi punto, leggere a ritroso, a salti... insomma, leggete e godete:

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.


Italo Calvino - Le città invisibili

meigel
03-03-07, 09:54
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

Bellissimo.... grazie :)

Lester
11-03-07, 17:57
"Avrei desiderato che mio padre o mia madre, o meglio tutti e due, giacché entrambi vi erano egualmente tenuti, avessero badato a quello che facevano, quando mi generarono. Se avessero debitamente considerato tutto quanto dipendeva da ciò che stavano facendo in quel momento: - che non solo stavano per dar la vita ad un essere ragionevole, ma che per avventura la felice costituzione e temperie del suo corpo, forse il suo genio e la forma stessa del suo spirito, e, checché ne sapessero in contrario, fin le fortune di tutta la sua casa avrebbero potuto subir l'influsso degli umori e delle disposizioni prevalenti in quell'istante; - se essi avessero debitamente soppesato e valutato tutto ciò, ed agito in conseguenza, sono fermamente persuaso che io avrei fatto al mondo una ben diversa figura da quella in cui forse apparirò al lettore."

Laurence Sterne - La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo

Lester
11-03-07, 17:59
Ma anche:

"Venne arrisbigliato, a notti funna, da un gran catunio di vociate e di chianti che veniva dalla càmmara di mangiari. Ma era cosa stramma assà pirchì tanto le vociate quanto i chianti erano assufficati, squasiche chi stava facendo catunio non vulisse fari sentiri il catunio che stava facendo.
Michilino, che era un picciliddro vicino a se' anni ma sperto, di subito, dal lettino dove stava corcato, taliò nel letto granni indovi dormivano sò patre e sò matre. Non c'erano, si erano susuti e quindi dovevano essere loro a catuniare: infatti, appizzate le grecchie, sentì distintamente che a fare vociate che non si capivano e a chiangiri era 'a mamà, mentre inveci 'u papà ogni tanto interveniva a mezza voce:
"Basta, Ernestì! Basta che stai arrisbigliando 'u paìsi! Accura, Ernestì, che se m'incazzo io finisce a schifìo!"."

Anrea Camilleri - La presa di Macallé

Ismene
11-03-07, 18:33
Andrea Camilleri - La presa di Macallé

Se non sbaglio questo libro ha un finale veramente terribile, ed è tutto un crescendo, reso maledettamente bene, che si sviluppa sulla pelle di questo povero bambino. È una storia che deve essere terribile, perché è la storia di un'infanzia negata e violata da un'ideologia fanatica.
L'assurda ingenuità del modo di pensare di Michilino, reso un piccolo mostro dagli adulti, forse è paragonabile a quella di un bambino palestinese di oggi, che sogna di farsi esplodere in nome di Dio :(
Un bambino ingannato. Una storia molto triste. Un libro molto bello. Ma con Camilleri non aspettativi di ridere, questa volta.

Lester
11-03-07, 19:01
Ma con Camilleri non aspettativi di ridere, questa volta.

Non del tutto, secondo me. E' un riso amaro, certo, ma anche in una storia così terribile Camilleri non perde l'ironia che sa mantenere i mostri ancorati alle mille contingenze e debolezze umane. In un mondo dominato dalle semplificazioni mediatiche che ci subissano di rappresentazioni schematiche, primitive e finte (Buoni e Malvagi, in sintesi), penso sia un modo intelligente, sofferto e umano di guardare alla realtà. Un modo per evitare i moralismi rassicuranti quanto monodimensionali (idioti, detto in parole povere).

In fondo, cose altrettanto terribili (fatte le debite proporzioni con l'epoca in cui è stato scritto) sono dette con estrema leggerezza nel Tristram Shandy che ho citato sopra.

cassiopea
11-03-07, 20:18
Citerò anch'io un finale, per chi volesse trascorrere un po' di tempo con l'affascinante Will Savage, tra le droghe, le filosofie orientali e la meravigliosa musica del Delta...

"Ci sono i giganti... e ci siamo tutti noi, che ci muoviamo in banchi, sospinti dalle correnti oscure del mare. Superando lo spartiacque di una vita fatta di minuscoli trionfi e piccoli fallimenti, di ricerca di falsi idoli e di ordinarie virtù, so che la mia lealtà a Will è l'unico gesto coraggioso e imprevedibile che mi sia concesso nel corso degli anni. Se poi questa è stata la storia della vita di Will, è solo perchè lui ha vissuto davvero.
Will voleva liberarci, tutti; senza dubbio, aveva ereditato il gusto per le cause perse. Eppure certe volte - mentre dondolavo al suo fianco dietro le quinte di un palcoscenico a Boston, o quando correvo contromano all'alba per una strada di Memphis, o mentre peregrinavo sulla decappottabile per il torrido Delta in cerca di blues - ho capito, almeno per un momento, che cosa vuol dire sentirsi liberi".

L'ULTIMO DEI SAVAGE - Jay McInerney

il vento
11-03-07, 22:41
Innanzitutto vorrei tanto ringraziare l'autore di questo topic così bello!!!!

Quello che sto per scrivere non è esattamente l'inizio del libro ma uno dei passi di esso che preferisco:

- Non ho bisogno del tuo permesso, per farlo: io lo sposerò. Ma non mi hai detto ancora se faccio bene.
- Benissimo, dato che si faccia bene a sposarsi solo per il presente. Ed ora vediamo cos'ha da essere infelice. Suo fratello sarà contento; i vecchi signori Linton non avranno certo nulla in contrario; lei abbandonerà una casa malinconica e disordinata per entrare in un'altra rispettabile; lei ama Edgar, Edgar ama lei... Tutto appare semplice e facile: dove sono, dunque, le contrarietà?
- Qui e qui, - rispose Catherine battendosi con una mano la fronte, e con l'altra il petto. - Dappertutto, dove c'è l'anima: perché nell'anima e nel cuore, sento che faccio male!
- Ecco una cosa stranissima: non riesco proprio a capire.
- E' il mio segreto. Ma se prometti di non canzonarmi, ti spiegherò
.............................
Se fosi in cielo, Nelly, sarei ben infelice.
- Perché non è degna di andarvi. Tutti i peccatori sarebbero infelici in cielo.
- Non è per questo. Una volta ho sognato di esservi.
- Le ho già detto che non voglio ascoltare i suoi sogni, signorina Catherine. Io vado a letto, - l'interruppi di nuovo.
Si mise a ridere e mi costrinse a stare seduta: giacché m'ero mossa come per andarmene.
- Ma non è niente, - esclamò - volevo solo dirti che il cielo non mi era sembrato il mio regno, ed io piangevo da spezzarmi il cuore per tornare indietro sulla terra: allora gli angeli furon così indignati che mi scaraventarono fuori in mazzo alla landa, sulla cima della Tempestosa dove mi svegliai singhiozzando di gioia. Questo sogno servirà a spiegarti il mio segreto. Non è affar mio sposare Linton, come non lo è andare in paradiso: e se quel maledetto uomo che c'è qui non avesse ridotto Heathcliff in quello stato così giù, giù, io non avrei neppure pensato a ciò. Ma ora sarebbe una degradazione per me sposare Heathcliff: e così egli non saprà mai quanto io lo ami; e ciò non perché sia bello, Nelly, ma perché lui è più me di me stessa. Di qualunque cosa cosa siano fatte le anime, certo la sua e la mia sono simili.


Emily Bronte "Cime Tempestose"

Truzzo
14-03-07, 19:16
Mi sono letto tutte e 15 le pagine del topic....di fila!
I miei autori preferiti ci sono già tutti: Yourcenar, Bulgakov, Salinger, Chatwin, Blisset, Suskind....
Allora, per essere arrivato tardi, ve ne aggiungo di seguito altri che, secondo il mio umilissimo parere, meritano di comparire in questo elenco:

________
"Amico mio! Quello che ti ho già detto tante volte, te lo ripeto, anzi te lo grido: o questo, o quello, aut-aut!"

Soren Kiekegaard, Aut-Aut

________
"Tutta colpa di Tery. E' lui il mio sassolino nella scarpa. E se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata"

Mordecai Richler, La versione di Barney

________
"Era inevitabile: l'odore delle mardorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori incontrastati. Il dottor Juvenal Urbino lo sentì appena entrato nela casa ancora in penombra, dove era accorso d'urgenza per occuparsi di una caso per lui aveva cessato di essere urgente da molti anni".

Gabriel Garcìa Màrquez, L'amore ai tempi del colera

________
"Le storie d'amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da anni. Si tratta di relazioni la cui durata e la cui intensità differiscono sensibilmente, ma che tendono ad attraversare fasi molto simili: riconoscimento, identificazione, organizzazione, struttura, complicazione, e così via."

Patrick McGrath, Follia

________
"Sembra che l'invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue. Narra infatti una leggenda che quando il gioco fu presentatao per la prima volta a corte il sultano volle premiare l'oscuro inventore esaudendo ogni suo deisderio. Questi chiese per se un compenso apparentemente modesto, di avere cioè tanto grano quanto poteva risultare da una semlice addizione: un chicco sulla prima delle sessantaquatro caselle, due chicci sulla seconda, quattro sulla terza, e così via...."

Paolo Maurensig, La variante di Luneburg


E' solo una piccola personale selezione. Ce ne sarebbero molti altri che, al solo ricordo, solleticano sensazioni ed episodi a me cari. Proprio come è successo leggendo alcuni dei titoli citati in questo topic.
Non è detto che non ci risentiremo in seguito.
Grazie Ismene!

Ismene
14-03-07, 19:23
E' solo una piccola personale selezione. Ce ne sarebbero molti altri che, al solo ricordo, solleticano sensazioni ed episodi a me cari. Proprio come è successo leggendo alcuni dei titoli citati in questo topic.
Non è detto che non ci risentiremo in seguito.
Grazie Ismene!

Grazie a te! :wink:

Aspettiamo altri contributi, magari qui (http://www.tuttologia.com/macp2p/viewtopic.php?t=14347), con un libro alla volta!! :D


:smt039

meigel
14-03-07, 21:44
"Sembra che l'invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue. Narra infatti una leggenda che quando il gioco fu presentatao per la prima volta a corte il sultano volle premiare l'oscuro inventore esaudendo ogni suo deisderio. Questi chiese per se un compenso apparentemente modesto, di avere cioè tanto grano quanto poteva risultare da una semlice addizione: un chicco sulla prima delle sessantaquatro caselle, due chicci sulla seconda, quattro sulla terza, e così via...."

Paolo Maurensig, La variante di Luneburg

Non conosco il libro di Maurensig, ma la faccenda della scacchiera e il riso si, e mi lascia stordito ogni volta che ci penso :-o ...



Ce ne sarebbero molti altri che, al solo ricordo, solleticano sensazioni ed episodi a me cari. Proprio come è successo leggendo alcuni dei titoli citati in questo topic.
Grazie delle segnalazioni... a presto, allora! :)

Truzzo
14-03-07, 21:54
Maigel,
ti assicuro che se leggi La variante ne rimarrai rapito.

Di Maurensig, probabilmente conoscerai "Canone Inverso", altro bel libro, da cui è stato tratto un discreto film.

gabod3
27-08-07, 00:15
Da una richiesta pervenuta in chat di Mac Peer (ma la cosa non tragga in inganno, si è trattato di una chat semi-seria...), ecco l'incipit di Doppio sogno di Arthur Schnitzler:

"Ventiquattro schiavi mori spingevano remando la sfarzosa galera che doveva portare il principe Amgiad al palazzo del califfo. Ma il principe, avvolto nel suo mantello di porpora, se ne stava solo, sdraiato in coperta, sotto l'azzurro cupo del cielo notturno disseminato di stelle e il suo sguardo...".
La piccola aveva letto fin lì ad alta voce; ora, quasi all'improvviso, le si chiusero gli occhi. I genitori si guardarono sorridendo, Fridolin si chinò su di lei, le baciò i capelli biondi e chiuse il libro che si trovava sulla tavola non ancora sparecchiata. La bambina lo guardò come sorpresa.

avrobay
27-08-07, 00:18
Da una richiesta pervenuta in chat di Mac Peer (ma la cosa non tragga in inganno, si è trattato di una chat semi-seria...), ecco l'incipit di Doppio sogno di Arthur Schnitzler:

"Ventiquattro schiavi mori spingevano remando la sfarzosa galera che doveva portare il principe Amgiad al palazzo del califfo. Ma il principe, avvolto nel suo mantello di porpora, se ne stava solo, sdraiato in coperta, sotto l'azzurro cupo del cielo notturno disseminato di stelle e il suo sguardo...".
La piccola aveva letto fin lì ad alta voce; ora, quasi all'improvviso, le si chiusero gli occhi. I genitori si guardarono sorridendo, Fridolin si chinò su di lei, le baciò i capelli biondi e chiuse il libro che si trovava sulla tavola non ancora sparecchiata. la bambina lo guuardò come sorpresa.

:smt023

Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick era in onda su Canale 5 stasera. Non è un caso vero? E' stato quello lo spunto? :)

Ismene
27-08-07, 00:22
Sì... Grazie, gab!! :D

gabod3
27-08-07, 00:24
Non è un caso vero? E' stato quello lo spunto? :)
Esatto! :)
E visto che ero l'unico a non essere anche davanti alla TV (oltre che in chat) ho pensato di andare a prendere il libro...

bigdamy
19-10-07, 01:11
"Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni lo aveva accompagnato un ragazzo, ma dopo quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio era decisamente e definitivamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un'altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa e la fiocina e la vela serrata all'albero. La vela era rattoppata con sacchi da farina e quand'era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne…"

Il Vecchio e il Mare - Ernest Hemingway

bigdamy
19-10-07, 01:14
Il giorno che l'avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5,30 del mattino per andare ad aspettare il battello con cui arrivava il vescovo. Aveva sognato di attraversare un bosco di higuerones sotto una pioggerella tenera, e per un istante fu felice dentro il sogno, ma nel ridestarsi si sentì inzaccherato da capo a piedi di cacca d'uccelli. "Sognava sempre alberi, – mi disse Plácida Linero, sua madre, 27 anni dopo, nel rievocare i particolari di quel lunedì ingrato. – La settimana prima aveva sognato di trovarsi da solo su un aereo di carta stagnola che volava in mezzo ai mandorli senza mai trovare ostacoli", mi disse. Plácida Linero godeva di una ben meritata fama di sicura interprete dei sogni altrui, a patto che glieli raccontassero a digiuno, ma non aveva riscontrato il minimo segno di malaugurio in quei due sogni di suo figlio, né negli altri sogni con alberi che lui le aveva riferito nei giorni che precedettero la sua morte.

Cronaca di una morte annunciata - Gabriel García Márquez

meigel
28-02-08, 01:53
Non è stato ancora ricordato il più angosciante degli incipit.



Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si ritrovò trasformato in un enorme insetto


Vado a nanna, sperando in un risveglio migliore :smt039

Truzzo
28-02-08, 10:42
Non è stato ancora ricordato il più angosciante degli incipit.



Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si ritrovò trasformato in un enorme insetto


Vado a nanna, sperando in un risveglio migliore :smt039

Brrrr.... :smt038

Meigel, una Metamorfosi ce l'hai già avuta di recente, se non sbaglio. Ne vorresti un'altra? :lol:

Ismene
28-02-08, 13:27
BBRRRRR!!

Pensate, per esempio, al trovarsi trasformati in una cavalletta!!
:pauuura:

rosruby
05-01-09, 11:16
Salvatore Niffoi La vedova scalza

Me lo portarono a casa un mattino di giugno, spoiolato e smembrato a colpi di scure come un maiale. Neanche una goccia di sangue gli era rimasta. Lo stesi sul tavolo di granito del cortile, quello che usavamo per le feste grandi, e lo lavai col getto della pompa. Le pispiriste incollate, grumi scuri nel concale, terra e paglia nelle costole, nella vrissura, mosche verdi dappertutto. Pthù! Maledetti siano quelli che gli hanno squarciato il petto per strappargli il cuore con le mani..."

Un po' fortino... se vi viene voglia il libro é memorabile! Personaggi difficili da dimenticare.

Templaris
08-01-09, 15:27
"La mia storia si svolse in giorni ormai lontani, in una terra chiamata Britannia. Il mio vescovo Sansum, che Dio l'abbia in gloria più di ogni altro santo di ieri e di ogi, pensa che questi ricordi dovrebbero bruciare all'inferno, come ogni altra opera dei pagani, perchè sono la storia della tenebra venuta a spegnere la luce di nostro Signore Gesù Cristo. Sono infatti la storia delle terre Perdute, i regni che un tempo erano nostri e che oggi sono chiamati Inghilterra dai nostri nemici. E sono soprattutto la storia di Artù il guerriero, il sovrano che non fu mai re, il nemico di dio e, che Cristo e il vescovo Sansum mi perdonino, l'uomo più saggio che io abbia mai conosciuto. Quanto ho rimpianto la sua morte."

Poi vorrei mettere ciò che è scritto dietro al libro

"Fu nel cuore dell'inverno che la storia di artù ebbe inizio. Io la ricordo.
Io ero là! "


(Bernard Cornwell - "Il Re d'Inverno")


È bellissimo, e lo sono anche i libri che seguono, in quanto è il primo di una pentalogia!

LordSteve
25-03-09, 23:08
BBRRRRR!!

Pensate, per esempio, al trovarsi trasformati in una cavalletta!!
:pauuura:

Bé, magari sarebbe bello saltellare allegramente, leggeri e felici per i prati, invece.
E mimetizzarsi con le foglie verdi.
Un'esperienza interessante, dai.

:lol:

Riker
16-04-09, 09:33
Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa esattamente quanti -
avendo in tasca poco denaro, o forse non avendone affatto, e non
avendo nulla di particolare che mi trattenesse a terra, pensai di andarmene
un poco per mare, a vedere la parte del mondo coperta dalle acque. È il
sistema che uso per scacciare la tristezza e tenere sotto controllo la circolazione.
Ogni qualvolta m'accorgo che mi si va formando intorno alla bocca una
piega arcigna; quando sulla mia anima scende un umido, piovigginoso novembre;
quando mi sorprendo a sostare involontariamente davanti ai negozi di casse da morto
e a seguire ogni funerale che incontro; e specialmente quando l'ipocondria prende
il sopravvento su di me a un punto tale da far sì che debba ricorrere a un
forte principio morale per impedirmi di scendere deliberatamente in strada
a far saltar via il cappello dalla testa della gente...
allora giudico che sia giunto il momento di andare per mare il più presto possibile.
È il mio surrogato della pistola e della pallottola. Catone, compiendo un bel gesto filosofico,
si getta sulla sua spada; io, tranquillamente, m'imbarco. In questo non c'è nulla di strano.
Se solo lo sapessero, quasi tutti gli uomini, ognuno a proprio modo,
prima o poi nutrirebbero per l'oceano più o meno gli stessi sentimenti che provo io.


Herman Melville - Moby Dick

maccontento
26-01-10, 12:19
“Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino, e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Tra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscì a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto.
Ma quando non hai altro (…) una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita”

Contenuto rimosso (Lo staff di MacPeer)

Gregory David Roberts, Shantaram, Neri Pozza,

Peterpan
26-01-10, 16:29
Maccontento,

a parte l'incipit di per se', che ovviamente e' tratto dal libro, osserviamo purtroppo che anche il resto e' preso pari pari da un altro blog. Passi, se sei tu l'autore, altrimenti per correttezza sarebbe stato opportuno indicare chi ha realmente recensito questo libro. Lascio l'incipit e rimuovo il resto, in attesa di chiarimenti.

Faccio notare inoltre che in genere cerchiamo di mantere l'originalita' dei contributi, ben vengano recensioni e segnalazioni PERSONALI, in cui ci si metta qualcosa di se'...

maccontento
27-01-10, 00:07
beh, certo che non è farina del mio sacco! volevo farvi partecipi di una bella recensione trovata su Sottotomo.com:smt023

è un romanzo autobiografico di 1200 pagine ambientato in india e afganistan che parla di un evaso ritrovatosi "dottore" in una baraccopoli

certo che una mia recensione fa passare la voglia di leggerlo:zzz

bello bello, buona lettura:smt039

Peterpan
28-01-10, 23:49
Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io e, tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non va proprio di parlarne.

Jerome David Salinger - Il giovane Holden

Cito questo lontano messaggio, oggi Salinger è morto a 91 anni. Uno dei più grandi scrittori contemporanei.

Se non lo avete letto, correte a comprare "Il giovane Holden" (The Catcher in the Rye) e poi finito quello, correrete a cercare anche gli altri racconti.

maccheè
24-03-10, 20:04
Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d'albergo a Bunker Hill, nel cuore di Los Angeles. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti dell'albergo. O pagavo o me ne andavo: cosi' diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce andandomene a letto.
Al mattino mi svegliai, decisi che avevo bisogno di un po' di esercizio fisico e cominciai subito. Feci parecchie flessioni, poi mi lavai i denti. Sentii in bocca il sapore del sangue, vidi che lo spazzolino era colorato di rosa, mi ricordai cosa diceva la pubblicita', e decisi di uscire a prendermi un caffe'.
Andai al solito ristorante, mi sedetti su uno sgabello davanti al bancone e ordinai un caffe'.
John Fante, Chiedi alla polvere

Mi costò un'ustione (ero al mare e dimenticai di girarmi e 'grigliarmi' ambo i lati) : come staccare la mente da Arturo Bandini? Pieno di talento e di rabbia perchè nessuno sembra accorgersene; bello, povero, bugiardo, beffardo, spregiudicato, infantile, maledetto, insomma... uno di quelli che nessuna madre vorrebbe per le proprie figlie ma che tanto piacciono alle donne che amano rovinarsi la vita . E in tanti ameranno questo ragazzaccio perchè, diciamo la verità, quanti vorrebbero poter essere come lui, 'sciupafemmene', capace di mandare all'aria tutto, di poter dire sempre quello che si pensa e percorrere strade illuminate dalla fioca luce dei propri sogni?
Le pagine vi scorreranno fra le dita e, come per pochi libri accade, non rimpiangerete le ore di sonno saltate senza accorgervene.

maccheè
24-03-10, 20:08
Mi sono letto tutte e 15 le pagine del topic....di fila!
I miei autori preferiti ci sono già tutti: Yourcenar, Bulgakov, Salinger, Chatwin, Blisset, Suskind....Allora, per essere arrivato tardi, ve ne aggiungo di seguito altri che, secondo il mio umilissimo parere, meritano di comparire in questo elenco:

________

"Tutta colpa di Tery. E' lui il mio sassolino nella scarpa. E se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata"

Mordecai Richler, La versione di Barney


Ahia!! nel tuo elenco manca Saul Bellow!! (ma se hai apprezzato Richler -grande!- non puoi non averlo letto.)

Truzzo
24-03-10, 21:54
No, non credo di averlo, altrimenti me ne ricorderei (il che, non è una certezza). :)

Dammi un incipit che ritieni che meriti...

maccheè
24-03-10, 22:37
L'incipit di quello che mi ha più 'rapita' non merita, ma tutto il libro sì
Ne muoiono più di crepacuore.

te lo consiglio vivamente

(Vado a godermi il filmato che sono riuscita a trasferire su pendrive dopo
- aver cercato tanto sulla ricerca
-aver letto tanti post senza trovare le indicazioni necessarie resistendo alla tentazione di chiedere aiuto per evitare cazziatoni :angioletto
-aver trasferito il filmato su pendrive per puro caso (ho copiato il filmato, trovato un'icona 'no name' -era del pendrive riconosciuta perchè apparivano delle foto-, col dx del mouse ho cliccato su incolla e ... vualà!!).
- essermi dannata perchè il lettore non lo leggeva
-essermi accorta che il lettore era scollegato dalla tv

continua la saga della fortuna del principiante :oops )

maccheè
20-04-10, 21:10
Donne che amano troppo
di Robin Notrhwood, Ed. Feltrinelli

purtroppo il mio disordine cronico mi impedisce di trovare subito i libri che mi sono più cari e ... l'incipit va a farsi friggere. però non posso mancare di raccomandare questo libro di cui ho regalato, non a caso, tante copie.
dipendesse da me lo inserirei, obbligatorio, tra i testi di studio/riflessione di ogni scuola superiore.
tratta, appunto, di donne (ma anche tanti uomini sono interessati al fenomeno) la cui relazione d'amore è caratterizzata da sofferenza ed insegna a riconoscere i sintomi di un rapporto che sfocerà, fatalmente, nel dolore.
quanti rapporti 'malati' conosciamo/abbiamo vissuto ? cosa spinge donne e uomini ad intrappolarsi in legami soffocanti, problematici, troppo spesso pericolosi?
come riconoscere questo tipo d'amore malato? come prenderne coscienza? come scampare il pericolo?
leggetelo con attenzione, regalatelo alle vostre figlie (la sindrome della crocerossina sta sempre dietro l'angolo), alle vostre amiche, ai vostri compagni di vita.

Ismene
20-04-10, 21:30
L'ho letto. Tutto, e anche bene. Poi, dopo qualche anno, confesso di averlo buttato via, perché ha cominciato a darmi l'idea del "manuale", ed è la cosa che odio di più... Una mia insofferenza soggettiva, per carità... Questo per dire che avrei scritto volentieri io l'incipit, ma non ho più il libro... Però TROVALO, perché l'incipit ci vuole, altrimenti hai sbagliato sezione :)

Attenzione al cognome: Norwood. :smt039

maccheè
23-04-10, 00:23
:)
ho svuotato 2 settori della libreria per cercarlo. nutrirò speranza fino al trentaquattresimo (sono un'ottimista accanita ).
Un manuale? Forse. 'Come riconoscere di essere una vittima predestinata e scampare il pericolo', ma magari qualche ragazza di mia conoscenza l'avesse letto prima....

Norwood, è vero (l'età fa brutti scherzi :x )

Ismene
16-07-10, 23:22
"Saranno in molti a biasimarmi. Che posso farci? È colpa mia se pochi mesi prima della dichiarazione di guerra avevo solo dodici anni? Forse le emozioni scatenate da quell'evento straordinario appartengono a un genere che l'infanzia non sperimenta mai. Ma, poiché è difficile invecchiarsi in maniera efficace, in barba alle apparenze, proprio in quell'età acerba mi capitò d'impegnarmi in un'avventura che metterebbe in imbarazzo persino un adulto. E non sono stato l'unico. Di quel periodo, i miei coetanei conserveranno ricordi assai diversi da quelli dei compagni più anziani. Quanto a coloro che già adesso me ne vogliono, li esorto a raffigurarsi ciò che la guerra rappresentò per molti giovanissimi: quattro lunghi anni di vacanze..."

(Raymond Radiguet - Il diavolo in corpo)

vudi75
10-09-10, 23:55
" fotografare e disegnare - visti in parallelo -
La fotografia è per me l'impulso spontaneo di un'attenzione visiva perpetua che capta l'istante e la sua eternità.
Il disegno, per la sua grafologia, elabora quello che la nostra coscienza ha colto di quell'istante.
La fotografia è un'azione immediata, il disegno una meditazione "

tratto da L'immaginario dal vero di Henri Cartier-Bresson

non è proprio l'incipit ma sono alcune righe che mi hanno colpito in modo particolare, chiedo scusa

bell'idea una discussione sugli incipit preferiti :smt023

Kata
18-09-10, 20:57
"Alice Della Rocca odiava la scuola di sci. Odiava la sveglia alle sette e mezzo del mattino anche
nelle vacanze di Natale e suo padre che a colazione la fissava e sotto il tavolo faceva ballare la
gamba nervosamente, come a dire su, sbrigati. Odiava la calzamaglia di lana che la pungeva sulle
cosce, le moffole che non le lasciavano muovere le dita, il casco che le schiacciava le guance e
puntava con il ferro sulla mandibola e poi quegli scarponi, sempre troppo stretti, che la facevano
camminare come un gorilla."

(La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano)

gripa
20-09-10, 11:09
"Da piccolo passavo spesso il fine settimana da mia nonna.
Quando arrivavo, il venerdì sera, lei mi sollevava in uno dei suoi abbracci soffocanti.
E quando me ne andavo, la domenica pomeriggio, mi alzava di nuovo per aria.
Solo molti anni dopo ho capito che mi stava pesando."

SE NIENTE IMPORTA Jonathan Safran Foer